Il sindaco: «La tramvia si farà, però parliamone»
Domenici legge i risultati in consiglio: "Nessun presupposto per revoche, né per cambi di tracciato" - da La Nazione del 19.02.2008
19 February, 2008
<b>Paola Fichera</b>
IL REFERENDUM non ha fermato la tramvia, ma ha costretto il sindaco Domenici e la sua maggioranza a scendere a patti con la città sui temi della mobilità integrata. Insomma, la tramvia si farà, i binari arriveranno in piazza Duomo, ma la giunta ha già lanciato un tavolo di confronto con le forze economiche e imprenditoriali per discutere del nuovo «piano» cittadino per i trasporti pubblici, il traffico, la pedonalizzazione di alcune aree, l’organizzazione della sosta e tutto ciò che ancora ha a che vedere con il traffico e la mobilità.
Ieri, dopo una mattinata di incontri, consultazioni e frenetiche riunioni da una stanza all’altra di Palazzo Vecchio, il primo cittadino ha deciso di dare subito la comunicazione ufficiale dei risultati al consiglio comunale. Ha preso la parola per primo leggendo, lentamente e con tono notarile, i dati. «Si è svolto ieri il referendum consultivo avente per oggetto i quesiti relativi alla realizzazione della linea tramviaria Careggi-Viale Europa (quesito n.1) e della linea tramviaria Peretola-piazza della Libertà (quesito numero 2). Avevano diritto al voto complessivamente 315.641 cittadini. Il totale dei votanti è stato di 124.228, per un totale pari a 39,36%. I risultati sono stati i seguenti: i sì sul questo n.1 sono stati 64.069 pari al 51,87, i no 59.440 pari al 48,13; sul quesito n.2, i sì sono stati 66.466 pari al 53,84; i no 56.974 pari al 46,16 ...».
SONO NUMERI che non sono piaciuti granché a nessuno dei due schieramenti in campo.
Il fronte del «no» si è arroccato sulla bassa affluenza sostenendo che solo due fiorentini su dieci, alla fine, hanno davvero detto chiesto di abrogare le delibere che danno il via alla realizzazione delle linee due e tre della tramvia. Il fronte del «sì», invece, è convinto di aver condotto e vinto una battaglia impari e non ci sta a farsi liquidare con un mancato ‘quorum’ che — secondo comitato e forze politiche del centrodestra — nulla toglie al risultato politico della consultazione.
Ieri però era già il giorno dopo, quello delle decisioni. E il sindaco Domenici non si è sottratto. Ha presentato al consiglio un primo piano di azione per tentare di ricucire i rapporti con una città sfibrata, anzi stanca e annoiata, dopo una battaglia referendaria lunga e — almeno nell’ultima settimana ha sottolineato Domenici — talmente pesante da convincere una buona fetta di fiorentini a non andare a votare. «L’articolo 101 del nostro statuto, che regolamenta i referendum consultivi — ha detto subito il primo cittadino — al comma 3 recita: 'Il risultato del referendum consultivo è discusso dal consiglio comunale entro trenta giorni dall'ufficiale comunicazione dell'esito, quando vi abbia partecipato la maggioranza degli aventi diritto ed abbia ottenuto la maggioranza dei voti espressi'. Così non è accaduto. Tuttavia io credo che sia giusto e legittimo discuterne all’indomani del referendum».
E visto che la maggioranza dei fiorentini ha deciso di non partecipare al voto, «non sussistono i presupposti né per una revoca degli atti amministrativi sottoposti al referendum, né per la modifica o un azzeramento dei tracciati delle linee due e tre della tramvia». Avanti tutta quindi, anche se con maggiore attenzione all’opinione di una parte consistente dei fiorentini. «Ritengo importante, alla luce del referendum — ha sottolineato Domenici — accelerare il rilancio di una attività di concertazione, come del resto avevamo già cominciato a fare per quanto riguarda le linee 2 e 3, che venga incontro e risponda a preoccupazioni e timori. Credo si possa e si debba lavorare su questo. Io voglio lavorare per dare delle risposte a queste preoccupazioni».
E LA SOLA risposta possibile a questo punto è quella — pur senza scardinare i progetti — di aprire dei nuovi tavoli di concertazione e di confronto. Credo sia necessario lavorare in due direzioni — ha detto il sindaco — prima di tutto per arrivare entro tempi ragionevoli, ma rapidi alla definizione del piano integrato della mobilità (Pim) con il coinvolgimento attivo anche delle realtà dell'area metropolitana fiorentina. A questo lavoro istituzionale dovrà accompagnarsi un tavolo sulla mobilità, così come già proposto dal vicesindaco Matulli, che sia rappresentativo di associazioni economiche, sociali, sindacali e di altra natura».
Secondo passaggio: prevedere una suddivisione dei tracciati della tramvia per le linee 2 e 3 in ‘unità organiche minimali’, in modo da avviare un confronto tecnico con tutti i soggetti interessati: residenti, utenti del servizio, operatori commerciali. Con lo scopo di trovare soluzioni specifiche strada per strada a tutti i problemi che si presenteranno. Passaggio sotto il Duomo compreso.