Napoli: facciamo il punto della situazione
Le amministrazioni cominciano ad attivarsi, la società civile si auto – organizza per la raccolta differenziata, ma la situazione per le strade è ancora drammatica
27 February, 2008
<font size="1"><b><i>Simona Cipollaro</i></b></font>
Ammonta a 100 milioni di euro la cifra che la <b>Regione Campania</b> ha deciso di stanziare per l’emergenza rifiuti con delibera di Giunta del 25 febbraio. Con questo atto, la Regione ha fatto proprie le indicazione del Commissario Straordinario De Gennaro e deciso di finanziare progetti presentati da singoli comuni o associati per la costruzione di impianti di compostaggio e la dotazione di isole e punti ecologici, oltre che di nuove attrezzature per la raccolta differenziata. Questo provvedimento si aggiunge alle linee guida stabilite dalla Giunta Regionale, con una delibera del 18 febbraio, sulla riduzione dei rifiuti. Queste ultime, sono basate principalmente sulla riduzione della produzione dei rifiuti regionali, la costruzione di piattaforme integrate di compostaggio e la predisposizione di incentivi e premialità ecologiche alle imprese in merito ai rifiuti industriali e speciali.
Intanto, il Consiglio del <b>comune di Napoli</b> ha avviato, nelle scorse settimane, una campagna d’ascolto sulla raccolta differenziata, cercando di raccogliere indicazioni, proposte e suggerimenti dalle forze produttive, sociali ed associazionistiche della città. Sono state incontrate le segreterie provinciali delle organizzazioni sindacali, ASCOM e l’Unione Industriali. I risultati delle consultazioni verranno trasferite alla Giunta comunale, che sta programmando il piano sulla raccolta differenziata e che dovrà essere improrogabilmente presentato entro l’8 marzo di quest’anno. Insomma, le amministrazioni si stanno finalmente attivando per giungere alla risoluzione del problema. Eppure, la sensazione che si ha, guardando agli avvenimenti che si sono susseguiti negli ultimi mesi, è che ci siano due approcci paralleli alla questione dei rifiuti. Ci sono le amministrazioni, che svegliatesi da un lungo sonno, organizzano giornate di raccolta differenziata straordinaria, come ha fatto il comune di Napoli durante l’ultimo mese. Questa iniziativa in particolare, nonostante la forte emergenza, non ha avuto grande successo, nè di critica, nè di pubblico. Accanto a queste, ci sono le manifestazioni che partono dal basso e che vengono auto - organizzate da cittadini stanchi di convivere con i rifiuti, da associazioni ambientaliste, associazioni culturali, casalinghe, istituti scolastici e parrocchie. Le iniziative di queste ultime stanno ottenendo un particolare successo. <b>Ventidue parrocchie della Diocesi di Napoli</b>, in accordo con Caritas, pastorale giovanile ed Asia, hanno avviato un propria raccolta differenziata, il catechismo è diventata un’occasione per fare lezioni sui rifiuti, e la domenica i fedeli riempiono i contenitori per la raccolta di carta, plastica ed alluminio, che sono stati allestiti sui sagrati della chiese. Ma, alcune parrocchie si sono spinte anche oltre, promuovendo per la quaresima atteggiamenti di moderazione e la riduzione stessa dei rifiuti. L’elevato livello di attenzione dei cittadini, determinato dall’emergenza, ha spinto, inoltre, Greenpeace a coinvolgere 50 famiglie napoletane in una speciale raccolta differenziata che ha dimostrato che i cittadini sono ben disposti ad un nuovo approccio ai rifiuti. In una sola settimana, infatti, le famiglie coinvolte hanno raggiunto il 70% di raccolta differenziata. Insomma, la gente ha trovato personali sistemi di prendersi cura delle proprie strade e della propria città, che danno il senso del distacco, quasi irreparabile, tra la società civile e le amministrazioni. Esemplificativa di questo rapporto ormai logoro è stata la straordinaria partecipazione dei cittadini napoletani, ventimila secondo gli organizzatori, al Giorno del Rifiuto voluto dal Meetup di Beppe Grillo del capoluogo, in piazza Dante. La sfiducia trova il suo fondamento in fatti precisi. Era, infatti, evidente ancor prima dello scoppio dell’emergenza, che non fosse mai stata fatta una seria campagna di sensibilizzazione sulla raccolta differenziata, né che il comune di Napoli fosse mai stato dotato di attrezzature sufficienti. I dati dell’Asia incrociati con quelli demografici ci dicono, infatti, che fino ad un mese fa, alcune zone della città erano fornite di una sola isola ecologica, che doveva bastare per ca. 48000 abitanti. Sorprendenti risultati sono, invece, stati raggiunti grazie alla raccolta di cartone presso gli esercizi commerciali di Napoli, attraverso una campagna organizzata da Commissario Delegato per l’Emergenza Rifiuti nella Regione Campania, Esercito Italiano, Comune di Napoli, Conai, Comieco, Asia Napoli, Consorzio di Bacino Napoli 5, Ascom, Confesercenti, Unioncamere Campania. Solo nella prima settimana, infatti, la raccolta di cartoni ha subito un incremento del 60%.
Nonostante tutti questi sforzi e la grande mobilitazione civile di questi giorni, i dati delle giacenze nelle strade non sono confortanti. Molte delle discariche previste dal piano De Gennaro si sono rivelate non idonee, e in molti siti di stoccaggio provvisori continuano le lotte dei comitati. Così, nonostante le tonnellate di rifiuti spedite in Germania, restano, in data 25 febbraio, ancora 1750 tonnellate di giacenza. Se è vero, però, che le operazioni di raccolta sono rese più difficili dalla condizione delle discariche e dalla situazione attorno ai siti di stoccaggio, è pur vero che la produzione di rifiuti non mostra ancora dei cali rilevanti. Nell’ultima settimana, infatti, la produzione si è attestata, in media, attorno alle 1308 tonnellate giornaliere, solo 28 in meno rispetto alla fine di gennaio 2008.
Tabella Asia dal 18 al 25 febbraio:
<img src="http://www.ecodallecitta.it/img/tabnap.png">