Disimballiamoci: Legambiente dichiara guerra alla produzione di rifiuti urbani
Parte la nuova campagna Ridurre si può. “Negli ultimi anni non si è registrata alcuna inversione di tendenza sul fronte della produzione dei rifiuti, disattendendo il principio comunitario delle 4 R" dice Stefano Ciafani. un decalogo per la riduzione
03 March, 2008
Con Disimballiamoci, Legambiente ha inaugurato oggi la sua nuova campagna Ridurre si può: una vera e propria dichiarazione di guerra alla produzione di rifiuti. Una giornata impegnativa, quella odierna, per i volontari dell’associazione ambientalista, che si sono ritrovati questa mattina davanti a supermercati e centri commerciali di tutta Italia per sensibilizzare i cittadini, ma anche le catene di distribuzione, sull’uso eccessivo di imballaggi che avvolgono i prodotti in vendita. Per informare sull’importanza di alleggerire il sacchetto della spesa e quello della spazzatura dagli imballaggi inutili con acquisti sempre più consapevoli.
Da Salerno a Padova, passando per Milano, Firenze, Bari, Reggio Calabria e Agrigento, all’uscita dagli esercizi commerciali i volontari di Legambiente hanno invitato i consumatori a disfarsi subito di qualche imballaggio superfluo. Un gesto simbolico e pratico allo stesso tempo, perché tutto il materiale recuperato verrà avviato al circuito del riciclo. Legambiente ha distribuito anche un decalogo dell’eco-shopping: semplici accorgimenti per non acquistare rifiuti nel fare la spesa.
“Negli ultimi anni la nostra politica di promozione del ciclo integrato dei rifiuti ha ottenuto importanti risultati sul fronte della raccolta differenziata, come dimostrano i sempre più numerosi Comuni ricicloni anche nel centro sud - ha dichiarato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente -. Non si è registrata, invece, alcuna inversione di tendenza sul fronte della produzione dei rifiuti, che negli ultimi decenni è aumentata di anno in anno. E’ stato così clamorosamente disatteso il principio comunitario delle 4 R, che parte proprio dalla riduzione per passare poi al riutilizzo, al riciclaggio e in ultimo al recupero di energia. E’ necessario impegnarsi subito in questo senso, mettendo a sistema le esperienze virtuose emerse finora”.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Apat, infatti, nonostante il sistema Conai e dei consorzi di filiera abbia già recuperato il 66% dei rifiuti di imballaggio (superando a livello nazionale l’obiettivo di legge del 60% previsto per la fine del 2008), dal 2000 al 2006 gli imballaggi sono cresciuti del 9%, passando da 11,2 milioni di tonnellate a 12,2.
Le buone pratiche, comunque, non mancano. Dalla vendita di prodotti sfusi (come riso, pasta e legumi) e ai detersivi alla spina nei supermercati, alla commercializzazione di latte sfuso, negli anni scorsi amministrazioni pubbliche e soggetti privati hanno promosso diverse iniziative per la riduzione degli imballaggi. Sono rimaste, però, esperienze circoscritte che andrebbero moltiplicate.
Ecco perché Legambiente è decisa a lanciare un segnale forte. In alcune regioni, Disimballiamoci verrà replicata nei prossimi fine settimana. E dopo questa giornata dimostrativa, Ridurre si può verrà portata avanti su più fronti, con la promozione del vuoto a rendere, dell’uso dell’acqua di rubinetto in casa e nei ristoranti, del compostaggio domestico e di tavoli istituzionali di confronto con gli operatori della distribuzione.