Rapporto Apat sullo stato dell’ambiente, Roma non brilla
Troppe auto, aria inquinata e gestione dei rifiuti da migliorare. Questi i problemi della capitale secondo il IV Rapporto Apat sulla qualità ambientale nelle 24 principali città italiane
12 March, 2008
<b><i>Silvana Santo</b></i>
Quasi settecento automobili ogni mille abitanti. È uno degli infelici primati assegnati alla capitale dal IV Rapporto dell’Apat (Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici) sullo stato dell’ambiente urbano nelle 24 città italiane con più di 150mila abitanti. Roma risulta appunto <b>la città con il maggior numero di automobili</b> (699 ogni mille abitanti), anche se nell’ultimo anno è stata registrata una flessione del 4,5%. A mitigare solo in parte questo dato, il 24,6% del parco macchine capitolino è costituito da veicoli meno inquinanti, i cosiddetti euro 4, il cui numero è aumentato del 129% negli ultimi sei anni.
Inevitabile, con un tale sovraffollamento di quattro ruote, che i dati sull’inquinamento atmosferico non siano particolarmente confortanti. Anche se i valori assoluti di inquinanti nell’aria sono diminuiti, Roma fa registrare il record italiano nella concentrazione di ossidi di azoto, una pericolosa miscela di gas tossici e molto irritanti per le vie respiratorie. Nonostante un calo del 36% registrato nel 2006, si mantengono ancora preoccupanti anche i livelli delle famigerate polveri sottili (Pm10). Secondo i dati dell’Apat, infatti, <b>nel corso del 2006 sono stati ben 118 i giorni in cui le centraline per il controllo della qualità dell’aria hanno rilevato valori di Pm10 superiori ai limiti consentiti dalla legge</b>. Praticamente un giorno su tre. E proprio il traffico veicolare rappresenta il principale colpevole della pessima qualità dell’aria. Secondo i redattori del Rapporto, infatti, il trasporto su strada è responsabile di oltre il 60% delle emissioni di Pm10 nell’atmosfera di Roma.
Negativa anche la valutazione sulla gestione dei rifiuti solidi urbani. Roma conferma infatti il record nazionale nella produzione di spazzatura pro-capite (652 kg contro i 550 della media italiana). La capitale si colloca inoltre al quindicesimo posto nella classifica della raccolta differenziata, con appena <b>il 16% di rifiuti separati</b> (a fronte di una media nazionale del 25,8). A completare il quadro non proprio esaltante, infine, consumi idrici molto elevati (83,4 metri cubi per abitante) e un peggioramento della qualità delle acque di Fiumicino, contaminate dagli inquinanti in arrivo dal Tevere. Dallo smog ai rifiuti, dai consumi all’inquinamento idrico, il messaggio è lo stesso: i segnali positivi ci sono, ma sono ancora insufficienti. Roma aspetta il salto di qualità.