L\'Europa non fa sconti allo smog
Domenicha a piedi
04 February, 2004
Paolo Hutter Avevano promesso una domenica di blocco totale al mese da novembre, per contribuire a “prevenire” sequele di giornate con lo smog alto e per rafforzare un po’ le cinque ore feriali di fermo ai non catalizzati.Non solo non hanno fatto altro, ma tra shopping natalizi e problemi coi tranvieri, la domenica di dicembre e quella di gennaio sono state cancellate. Quella prevista per domenica prossima è difficile che la cancellino, dato che le previsioni metereologiche annunciano, con l’anticiclone, un deciso accumulo delle concentrazioni di micropolveri. In giro per l’Italia l’attenzione è risalita e in questi giorni sono stati adottati provvedimenti anche inediti. Oppure sono state riprese iniziative che proprio la Regione Lombardia aveva inaugurato ma che nel frattempo ha lasciato cadere. Il fatto è che ci stiamo avvicinando al 2005, anno di verifica della applicazione della direttiva europea, e anche quando l’aria migliora un po’, continuiamo a essere lontani dagli obiettivi fissati dalla Ue. Esempio: due anni fa non si sarebbero dovuti superare i 35 giorni l’anno con concentrazione superiore ai 65 microgrammi (di micropolveri). Quest’anno il livello giornaliero che non bisognerebbe superare per più di 35 volte è quello di 55 microgrammi. Le città venete, nonostante l’assoluto disinteresse della Regione, si sono coordinate, hanno dichiarato ieri che son già stati troppi i giorni oltre quel livello (venti dall’inizio dell’anno) e hanno deciso, per la prima volta, di passare alle targhe alterne al giovedì e al venerdì fino a fine marzo. Roma sta sperimentando da pochi giorni le targhe alterne al giovedì pomeriggio ma soprattutto blocca molto spesso i non catalizzati tutto il giorno su tutta l’area. Lo fa anche su pressione della Regione Lazio che ha appena introdotto quelle “soglie di attenzione” che la Lombardia ha invece abbandonato. Ovvero: dopo tre giorni di superamento dei 55 microgrammi si prendono provvedimenti nuovi e straordinari. Non si tratta di contrapporre gli stop di attenzione a quelli preventivi e programmati: ci vuole un “pacchetto”, nessuna iniziativa da sola è risolutiva ( salvo il blocco totale che però è praticabile solo una tantum.) Si tratta di capire se nella metropoli più grande e moderna d’Italia la qualità dell’aria è un obiettivo da perseguire seriamente o è solo uno spot da mandare in onda nelle ore di morbida. Leggeremo con attenzione e rispetto i rapporti sull’efficacia delle 5 ore feriali “catalizzate”, ma era ed è già evidente che ci vuol altro.