Torna l’allarme smog, domenica tutti a piedi
Polveri in aumento. «E la situazione peggiorerà». Stop alle auto dalle 8 alle 20. Polemiche per i negozi aperti solo in centro
05 February, 2004
La pagina che il sito ufficiale della Regione dedica abitualmente alla «Qualità dell’aria» - così s’intitola - conteneva ieri un’unica riga di testo: «Non ci sono dati per la zona critica di Milano nella giornata del 4 febbraio 2004». Un semplice disguido tecnico, probabilmente, ma anche un vero peccato perché i dati di ieri in realtà facevano paura: la concentrazione del Pm10, in alcune zone di Milano, ha toccato punte anche molto superiori ai 100 microgrammi per metro cubo, la media nell’intera area critica di Milano-Como-Sempione è stata di 99 microgrammi contro una soglia d’allarme di 75, e nei prossimi giorni - così dicono le previsioni - sarà peggio. È questo il clima in cui ci sarà la seconda domenica a piedi dell’inverno 2003-2004. Tra le polemiche di segno opposto, ancora una volta, di ambientalisti e commercianti: in particolare quelli di periferia, i cui residenti non potranno neppure contare sul negozio sotto casa aperto, domenica, perché il Comune ha dato il permesso di saracinesca alzata solo a chi il negozio ce l’ha in centro. «Mi sarebbe piaciuto far diversamente - spiega l’assessore al Commercio Roberto Predolin - ma purtroppo la legge non consentiva altrimenti». Ritorniamo però ai dati. Il livello delle polveri sottili, insomma dello smog, a Milano e in mezza Lombardia aveva cominciato ad alzarsi già all’inizio della settimana. E sin da martedì aveva raggiunto quote elevatissime: nel centro di Milano - in via Juvara e al Verziere - la media era rispettivamente di 92 e 87 microgrammi per metro cubo. E tutt’attorno era anche peggio: 88 a Vimercate, 105 a Limito di Pioltello, 109 ad Arese. Ma attenzione: questi valori sono una media misurata nell’arco delle 24 ore, la punte massime sono sensibilmente più alte. Né c’è da farsi illusioni per i giorni a venire: «Inversione termica, stabilità atmosferica e scarsa ventilazione - si legge nelle previsioni dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente - determineranno un ulteriore aumento delle concentrazioni». Fatto sta che domenica, in ossequio al calendario «preventivo» stilato mesi fa dalla Regione, di andrà a piedi non solo nell’area critica di Milano-Como-Sempione ma anche in quelle di Bergamo e Brescia: dalle 8 alle 20 niente motori, se non elettrici o a metano. «Il blocco servirà certamente - ha detto l’assessore regionale all’Ambiente, Franco Nicoli Cristiani - a contrastare questa situazione di accumulo». «Non saremo certo noi - è la replica del consigliere verde Carlo Monguzzi - a non sostenere una domenica a piedi: se non altro perché è l’unica cosa che c’è. Ma è evidente che cinque ore al giorno di blocco limitato alle auto non catalizzate e due domeniche a piedi su 52, come politica antinquinamento, sono niente. E servono solo a demotivare i cittadini». Perché dovevano essere sei, le domeniche di blocco: poi sono diventate quattro, quindi tre, poi venne cancellata anche quella del 18 gennaio. E proprio questo, tra le altre cose, ricordano i negozianti del Lorenteggio nel chiedere l’autorizzazione a tenere aperto domenica prossima come i loro colleghi del centro. Ma il Comune è stato irremovibile: «La legge - spiega l’assessore Predolin - concede di assegnare ai negozi solo otto domeniche di deroga alla chiusura. Due sono già state fatte, per i saldi. Le altre sei sono già fissate di qui a novembre. Vorrei poter fare diversamente, sul serio: ma purtroppo ho le mani legate». Paolo Foschini