Lo "psicologo del traffico" arriva anche in Italia
Stress da coda? Aggressivi nel sorpasso? Spericolati in moto? C'è lo "psicologo del traffico". In Europa esiste da anni, in Italia siamo agli esordi. "Può aiutare a prevenire comportamenti pericolosi" - da Redattore Sociale del 18.04.2008
21 April, 2008
Stress da coda? Aggressivi nel sorpasso? Spericolati in moto? C'è lo "psicologo del traffico". In Europa esiste già da anni, in Italia siamo solo agli esordi. E, stima l'Ordine degli psicologi della Lombardia, ce ne vorrebbero almeno 3mila in tutto il Paese. "Si tratta di uno psicologo che può aiutare gli automobilisti a migliorare la loro percezione del rischio e a prevenire comportamenti pericolosi -spiega Rita Ciceri, responsabile dell'Unità di ricerca in psicologia del traffico dell'Università Cattolica-. Già oggi ci occupiamo della formazione delle forze dell'ordine, in futuro potremmo intervenire anche nelle autoscuole". In Germania lo psicologo del traffico è uno dei docenti sempre presenti nelle scuole guida. "Da noi sarebbe auspicabile una modifica del codice della strada - spiega Enrico Molinari, presidente degli psicologi lombardi -, che preveda una valutazione psicologica dell'idoneità alla guida per chi vuole la patente". Per domani l'Università cattolica e l'Ordine degli psicologi della Lombardia, ha organizzato nella sede dell'ateneo (l.go Gemelli 1, dalle ore 8.30 alle 17.30) il convegno "Lo psicologo del traffico", in cui verranno illustrate esperienze tedesche, austriache ed italiane (in particolare da Bergamo, Bolzano, e Teramo).
Lo psicologo del traffico può intervenire su più fronti: organizzazione della viabilità, visibilità della segnaletica, fino al disegno degli interni dell'auto. "Sono molti i fattori che possono incidere sull'automobilista e sui pedoni -sottolinea Enrico Molinari-. Inoltre, spesso il modo in cui guidiamo rivela molti aspetti della nostra personalità: basti pensare ai comportamenti aggressivi che emergono quando ci mettiamo al volante". L'Unità di ricerca in psicologia del traffico dell'Università cattolica di Milano, sta svolgendo una ricerca su un gruppo di adolescenti. "Vogliamo capire come e quanto la visione di alcune immagini di incidenti incidono sui giovani e sulla loro capacità di percepire il pericolo o le conseguenze dei loro comportamenti -aggiunge Rita Ciceri-. Il problema è che finora si è lasciato alla maturazione dell'esperienza la possibilità di imparare a prevenire un rischio. Perché invece non prevedere nelle scuole lezioni che servano ad acquisire queste capacità?".