Matteoli: «Blocchi inutili Perciò non li finanzio più»
L'intervista
09 February, 2004
di ELISABETTA CANTONE ROMA - «Mandare la gente a piedi una tantum serve a poco. Non critico i sindaci, capisco che di fronte a una situazione che ha superato i livelli di guardia si sentono alle strette. Ma così non risolvono il problema». Parola di Altero Matteoli, responsabile del dicastero dell’Ambiente. E’ per questo che ha deciso di non finanziarle più? «Già. Pre ferisco spendere i soldi per finanziare interventi strutturali». Quali? «I fondi stanziati per gli incentivi a 120mila persone che hanno acquistato un motorino Euro2. Un intervento che spero di ripetere presto: attualmente è all’approvazione del Parlamento una norma che va in questa direzione. Abbiamo poi stipulato un accordo con la Fiat e l’Unione petrolifera italiana per installare distributori a metano in tutto il Paese. Mentre altri fondi sono stati erogati per il Car Sharing: un sistema che consentirà ai propri associati di condividere una flotta di veicoli e di risparmiare 7mila chilometri l’anno. Inoltre abbiamo avviato una campagna informativa nei confronti dei cittadini, per invogliarli a prendere i mezzi pubblici». Secondo l’Istituto Motori di Napoli i bus sarebbero i principali responsabili delle emissioni di Pm10 e che per combattere veramente lo smog bisognerebbe trasformarli in elettrici. Lei condivide? «No. I mezzi elettrici hanno poca autonomia, senza contare il fatto che per gli enti locali questo comporterebbe un impegno di risorse consistente». E lei non potrebbe aiutare i Comuni con un contributo? «No». Perché, le mancano le risorse? «Non sono sufficienti per raggiungere tutti gli obiettivi che ci siamo prefissi. Speriamo che l’economia italiana si riprenda, così l’anno prossimo potremo contare su una Finanziaria più ricca». Oltre alle domeniche ecologiche, ritiene inutili anche le targhe alterne? «In questo modo si sacrifica solo il 50 per cento dei cittadini per volta. E io mi rifiuto di obbligare la gente a lasciare l’auto a casa, dopo che in Italia si sono creati tutti i presupposti per invogliarla a comprarla. Da noi ci sono 33 milioni di macchine per 56 milioni di abitanti. Una cosa così non esiste in nessun Paese al mondo». Ovunque, però adesso si viaggia a targhe alterne e a domeniche ecologiche. Vuol dire che la politica ambientale nel Belpaese la fanno i Comuni? «Grazie a Dio, nemmeno la Regione la fa: è patrimonio del governo centrale. Quando ho deciso di non rifinanziare le domeniche ecologiche sono stato criticato da tutte le parti, ma quei soldi io preferisco darli a un Comune che me li chiede per realizzare un parcheggio di scambio, in modo da invogliare i cittadini a prendere i mezzi. E’ ovvio che prima bisogna garantire un servizio di trasporto pubblico all’altezza: solo così la gente può fare una scelta autonoma».