Legambiente propone un 'decalogo' contro l'emergenza
'Serve un piano antismog'. Ma poi è polemica anche con Domenici e sui sindaci di alcune città
09 February, 2004
“Serve un piano straordinario contro lo smog, che armonizzi gli interventi nelle varie città e soprattutto proponga e finanzi misure strutturali per incentivare il trasporto pubblico, disincentivare quello privato, rendere le nostre città più sane e più respirabili”. Lo chiede Legambiente alla vigilia dell’ennesimo stop alle auto, causa inquinamento, che interesserà nel fine settimana le città di Roma e Milano. “Contro lo smog le città si muovono ormai in ordine sparso – sottolinea Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente – con concentrazioni analoghe di inquinanti qualche sindaco ricorre alle targhe alterne, qualcuno al blocco delle non catalitiche, qualcun altro fa finta di niente. Ma l’emergenza smog interessa ormai tantissime città, non solo le metropoli, e dunque bisognerebbe abbandonare le misure tampone e puntare a un piano che nei prossimi anni eviti il solito inverno alle polveri sottili”. Legambiente ha elaborato dieci proposte che, se attuate, potrebbero consentire alle città di sfuggire alla morsa dell’inquinamento. 1) Vincolare il 25% della spesa nazionale per le opere pubbliche nel settore trasporti alla realizzazione di reti per il trasporto rapido collettivo, dando la priorità ai mezzi a trazione elettrica (tram, metropolitane, filobus). 2) Trasformare in corsia preferenziale almeno il 50% dei chilometri di rete di trasporto pubblico nelle grandi aree urbane, quelle più penalizzate dal traffico, e puntare almeno al 20% di percorsi in sede protetta nelle altre città. 3) Istituire un fondo nazionale del trasporto locale, finanziato con i proventi di parte della tassazione sui carburanti e di parte degli introiti dei parcheggi comunali a pagamento, per coprire i costi del trasporto pubblico, come hanno già proposto Milano e Roma. 4) Disincentivare l’uso dell’auto privata attraverso la realizzazione di misure diversificate di limitazione del traffico a fini ambientali e di promozione della mobilità ciclabile: un’isola pedonale in ogni quartiere e piste ciclabili non solo per lo svago. 5) Un piano straordinario del governo per ringiovanire il parco autobus portando l’età media dei mezzi a 7 anni - mentre oggi nel nostro Paese su 43.000 mezzi in circolazione, 16.000 hanno più di quindici anni di servizio (37,5% del totale), altri 10.000 circa hanno un’età compresa tra gli 11 e i 15 anni, e la vita media degli autobus in Italia è di 10,7 anni. 6) Attuare una corretta pianificazione territoriale con l’obiettivo di realizzare un’armonica e funzionale integrazione tra tutte le modalità di trasporto: auto, metro, tram, ferrovie locali, taxi, bus, biciclette, pedoni. Ad esempio ricorrendo a sistemi tariffari integrati e a forme di pagamento più comode e innovative (smart card, biglietti elettronici, ecc.). 7) Infrastrutture digitali per offrire servizi più efficaci all’utenza, come l’utilizzo degli sms per dare indicazioni sui tempi di attesa e di arrivo dei mezzi, fino alla promozione di tecnologie innovative per ridurre la domanda di mobilità (telelavoro, home-banking, commercio elettronico). 8) Taxi collettivi, car-sharing, bus a chiamata, car-pooling: differenziare, in sostanza, l’offerta di trasporto mediante l’introduzione, la valorizzazione e il potenziamento di alcuni servizi. 9) Dare piena attuazione al decreto che prevede l’istituzione del “mobility manager”, nominando i professionisti della mobilità che ancora mancano all’appello e rafforzando le loro funzioni. 10) Potenziamento della rete su ferro, delle linee già presenti e incentivo del loro utilizzo con agevolazioni ai cittadini.