TUTTI A PIEDI E IL MIRACOLO NON SI RIPETE
09 February, 2004
MARCO LODOLI Uno, due, tre, snap! Uno schiocco di dita e alle dieci in punto sarebbero dovute sparire le macchine per lasciare posto a una domenica particolare, che immaginavamo complicata ma allegra, da inventare da capo a fondo. Nella mente i meno giovani avevano stampato il ricordo delle giornate del ?73, quando la crisi del petrolio ci costrinse tutti a piedi. Allora si videro le grandi capacità creative dei romani, che non si scoraggiarono, non si rinchiusero mogi mogi a casetta, ma invasero la città con le biciclette, i pattini, i cavalli, i tricicli, i pedalò e ogni tipo di locomozione che non sbuffasse fumo nero da un tubo di scappamento. Ricordo che girai tutta Roma su un tandem arancione, rimediato chissà dove dal mio compagno di banco. Ricordo che fu una bella festa, l´austerità si capovolse in solidarietà e spensieratezza. Era come stare dentro un sogno, con la gente che galoppava lungo la Tuscolana, scendendo dai Castelli, e le carrozze a via del Corso, e tutti che si salutavano amichevolmente, felici di condividere quell´emergenza. Gli anni di piombo ancora non erano cominciati, c´era nell´aria l´ultimo vento di meraviglia, che presto fu spazzato via. Stavolta l´incantesimo non si è ripetuto. La città ha risposto in modo svogliato, quasi abbacchiato, non ha saputo o non ha voluto cogliere al volo l´occasione per inventarsi qualcosa di originale. Già la mattina presto, al bar di Fiorenzo, ho capito che le cose giravano mosce. I vecchi parlavano di certi numeri al lotto che non vogliono saperne di uscire, mentre i più giovani discutevano come al solito di calcio. Solo un paio di signori avevano voglia di affrontare il tema del giorno. «Io me ne vado a Genzano da mio cugino, oggi bisogna solo abbandonare la città», diceva uno, e l´altro era ancora più rassegnato: «Ho comprato da un marocchino tutti i dvd del Signore degli Anelli, mi barrico in casa e me li sparo fino a quando questa faccenda è conclusa».