Altri quattro inceneritori in Campania, di cui uno a Napoli
Abbiamo chiesto a Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, cosa ne pensa
22 May, 2008
Un inceneritore in ognuna delle cinque province campane, e dunque uno anche a Napoli, questo uno dei punti resi noti dopo il primo consiglio dei ministri, che si è tenuto nel capoluogo partenopeo. Rispetto alla costruzione di un inceneritore in città, il sindaco Rosa Russo Iervolino si era espressa positivamente non solo durante la campagna elettorale del 2006, ma anche successivamente. Ed appena appresa la notizia ha affermato: costruiremo un impianto non inquinante e inaugurerò il termovalorizzatore con la mia giunta e l´attuale Consiglio comunale. Sono d´accordo con la scelta di Guido Bertolaso e ci sono tutti i tempi perché l´impianto sia realizzato ampiamente entro il mio mandato. Adesso, comunque, le direttive vengono dall’alto, ed il comune è obbligato a presentare l’ipotesi del sito in cui verrà realizzato l’inceneritore entro trenta giorni. In ogni caso, una volta trascorsi i termini, qualora il comune non avesse trovato un sito adeguato, sarà il sottosegretario ai rifiuti, Guido Bertolaso, a decidere in merito.
Dunque, la proposta di costruire un inceneritore in città non è proprio una novità, ma a tale proposito va considerato che in provincia di Napoli esiste già un impianto, che è quello di Acerra. Su questo punto si è espresso Michele Buonuomo, presidente di Legambiente Campania, che alla domanda su quale sia la posizione dell’associazione rispetto alla costruzione di un impianto di incenerimento in città, ha così risposto: fermo restando la nostra opposizione alla logica dell’incenerimento come unica soluzione al problema rifiuti qui come altrove, senza che si passi prima per vere politiche di riduzione, di raccolta differenziata e riciclaggio, nel dibattito sull’inceneritore abbiamo sempre sostenuto che se il modello di allocazione è quello europeo, sarebbe stato meglio costruirlo a Napoli, dove il controllo sociale è più alto, diverso è invece prevedere oggi un doppione di quello già in costruzione ad Acerra.
La costruzione di un impianto di incenerimento a Napoli, non è l’unica questione che preoccupa e a tale proposito Michele Buonuomo aggiunge: certamente il decreto prevede misure positive, quando parla di impianti di compostaggio, di penalità per chi non effettua la raccolta differenziata ma al tempo stesso è necessario sottolineare che gli stessi quattro inceneritori sono decisamente troppi, e rischiamo di vanificare gli obiettivi fissati per la raccolta differenziata e di alimentare la monocoltura dell’incenerimento.