Rapporto Isfort: calo della mobilità, soprattutto privata
Il sondaggio sui primi 6 mesi del 2008 conferma i dati del periodo. Per la prima volta cala la mobilità privata rispetto all'uso del trasporto pubblico
14 July, 2008
Nel primo semestre del 2008 la domanda di mobilità degli italiani nei giorni feriali diminuisce rispetto allo stesso periodo del 2007 dopo tre anni di crescita ininterrotta. È una contrazione piuttosto contenuta, pari a -1,3% nel numero di km percorsi (passeggeri*km) e a -0,8% nel numero di spostamenti effettuati. In un quadro congiunturale contrassegnato nella prima parte dell’anno dalla riduzione del potere d’acquisto e dei consumi delle famiglie, dal fortissimo aumento del prezzo dei carburanti e dal crollo del mercato dell’auto, si attendeva in verità una frenata più robusta dei consumi di mobilità e trasporto. In ogni caso si è avviata un’inversione di tendenza destinata presumibilmente a consolidarsi nella seconda parte dell’anno.
Cresce ancora, seppure di poco, il tempo dedicato quotidianamente dagli italiani alla mobilità che raggiunge il livello record di 65,5 minuti. Nella dinamica delle motivazioni di viaggio è evidente il riflesso della crisi economica in corso.
Infatti diminuiscono sia la quota di spostamenti per lavoro, per la prima volta sotto il 30%, sia la quota della mobilità per tempo libero (30,6%), a vantaggio degli spostamenti per la gestione familiare (34,1% dal 30,9% del primo semestre 2007).
Rispetto ai mezzi di trasporto utilizzati, i viaggi in automobile registrano una diminuzione, per la prima volta dal 2004, pari a -2,1%. In diminuzione anche gli spostamenti in moto e motorino (-1,9%), mentre il trasporto pubblico mette a segno un rilevante +7,8%, consolidando una fase di recupero già iniziata nel primo semestre del 2007. Le “quattro ruote” restano tuttavia ampiamente la soluzione di trasporto più utilizzata dagli italiani, con una quota modale tra i mezzi motorizzati ancora superiore all’80% (81,9%). Cresce di circa un punto percentuale il mercato del
trasporto pubblico (dal 12% al 13,1%), stabili gli spostamenti in moto e quelli a piedi o in bicicletta. Siamo insomma lontani da un “cambio modale” forte e strutturale a favore del trasporto pubblico, tuttavia si intravede un segnale di cambiamento dei comportamenti di mobilità degli italiani e si dovrà verificare nei prossimi mesi se e quanto questo segnale potrà rafforzarsi. D’altra parte la propensione dichiarata al cambio modale si consolida: il 34,6% degli intervistati vorrebbe diminuire l’uso dell’automobile (31,4% nel primo semestre 2007), e solo il 7,5% vorrebbe aumentarlo; viceversa, il 40% degli intervistati vorrebbe aumentare l’uso del mezzo pubblico (38,5% nel 2007) e solo il 5,1% diminuirlo.
È da sottolineare che l’uso dell’automobile è in contrazione soprattutto fra i profili socioanagrafici a più basso consumo di mobilità e in generale a minore disponibilità di reddito, come gli anziani, i disoccupati ed i pensionati. La minore utilizzazione dell’automobile è peraltro circoscrivibile alle sole grandi aree urbane. Infatti nelle città con oltre 250mila abitanti la quota modale dell’auto scende di oltre 5 punti (dal 66,5% del primo semestre 2007 al 61% del primo semestre 2008), a tutto vantaggio dei mezzi pubblici (la quota modale sale dal 22,7% al 27,6%). Nessun mutamento sostanziale invece nei piccoli e medi centri.
La “sofferenza” dell’automobile in questa fase congiunturale è leggibile anche negli indici di soddisfazione. Pur restando attestato su livelli altissimi il gradimento per le “quattro ruote” diminuisce da un punteggio medio pari a 8,08(in scala 1-10) del primo semestre 2007 ad un punteggio medio pari a 7,93 del primo semestre 2008. Nelle grandi città il gradimento scende a 7,26 e per la prima volta è inferiore a quello registrato per la metropolitana (7,40). Da sottolineare che in generale diminuisce la soddisfazione per tutti i mezzi di trasporto a maggiore intensità d’uso, individuali e collettivi, dall’auto alla moto, dall’autobus al treno. Cresce invece la soddisfazione per i mezzi di trasporto “di nicchia”, come la metropolitana (presente in poche città), la bicicletta e l’aereo.