Chiaiano: Perrotta non molla sulle cave
Il Sindaco di Marano chiarisce la propria posizione rispetto alle scelte del governo, ed annuncia che continuerà a sostenere le sue ragioni per vie legali, nel frattempo chiede che sia consentito l’accesso alla cava anche ai rappresentanti dei cittadini
16 July, 2008
La vicenda di Chiaiano non è ancora risolta, almeno secondo il sindaco del comune di Marano, Salvatore Perrotta, schieratosi fin dall’inizio contro l’apertura di una discarica nelle cave, peraltro molto vicine al comune di cui è il primo cittadino.
Tante le decisioni prese dal governo non condivise dal sindaco. Innanzitutto l’invio, inaspettato, dei militari nelle cave. Una decisione che provoca, secondo le parole di Perrotta, sconcerto e preoccupazione. Per prendere le cave, ha detto infatti il sindaco, hanno praticamente militarizzato l’intera selva di Chiaiano. Di fatto, l’intero bosco non è più accessibile liberamente. Assistiamo ancora una volta allo sdoppiamento di personalità di chi ci governa che, da una parte, vuol far passare l’idea che si tratti di scelte concordate anche tecnicamente con le comunità locali, e, dall’altra, dirama comunicati nei quali si afferma che le forze militari sono intervenute per consentire l’avvio dei lavori per l’allestimento del sito. Infatti, il tavolo tecnico voluto dal sottosegretario Bertolaso, cui prendono parte anche i tecnici di nomina dei comuni e che rappresentano i cittadini dell’area, sta ancora lavorando per risolvere le questioni legate alla mobilità ed al trasporto giornaliero dei rifiuti ed agli inevitabili disagi che questo avrà sulla vita degli abitanti, ed ancora non è arrivato a conclusioni accettate da tutte le parti coinvolte.
Ci sono, secondo il primo cittadino, dei punti che ancora vanno chiariti, come le spese eccessive a cui si dovrebbe far fronte per realizzare la discarica e la devastazione ambientale a cui sarebbe sottoposta l’area. Inoltre, il decreto legge è stato convertito in legge senza alcuna modifica, per cui nelle cave saranno conferiti anche rifiuti pericolosi, a differenza di quanto era stato promesso da Bertolaso, secondo il quale a Chiaiano sarebbe arrivato solo tal quale. Le decisioni sono state prese con troppa leggerezza, secondo il sindaco, che aggiunge: ormai appare chiaro che la strategia in atto, che accomuna tutti i governi e tutte le formazioni politiche, sia quella di affossare definitivamente il territorio a nord di Napoli per chissà quali interessi: la discarica a Chiaiano, l'inceneritore probabilmente a Scampìa, la riapertura di Taverna del Re a Giugliano, le mancate bonifiche delle vicine Pianura e Villaricca. Insomma, vogliono la nostra morte.
Per quel che riguarda la posizione del comune di fronte alle decisioni del governo, il sindaco ribadisce che si andrà avanti per le vie legali. I ricorsi al Tar del Lazio ed all'Unione europea sono, infatti, stati depositati. Se purtroppo il buon senso non ha sortito effetti, contiamo di ottenere le nostre ragioni nelle sedi giudiziarie. Il 14 luglio, inoltre, è stata inviata al sottosegretario Bertolaso una richiesta in cui si chiede di autorizzare l’ingresso nella cava di un comitato di verifica dei lavori in corso, composto, oltre che dai tecnici già nominati, dal sindaco di Mugnano, dal presidente della VIII Municipalità di Napoli, dal presidente della commissione ambiente del Comune di Napoli e da una rappresentanza dei cittadini residenti in zona oltre che dallo stesso sindaco di Marano. A tale proposito, il sindaco ha chiarito: la nostra posizione è ancorata alla fiducia nel senso di democrazia che ancora appartiene a noi tutti, nonostante si faccia fatica a digerire il massiccio impiego di militari in tutta la zona della selva di Chiaiano. Ma proprio perché crediamo nella democrazia, ho chiesto al sottosegretario Bertolaso di consentire l'accesso nella cava ai rappresentanti istituzionali, alla componente tecnica che partecipa al tavolo tecnico, ma anche a rappresentanti dei cittadini.