Tu sei qui:
Riconversione antisismica delle vecchie case: chi deve pagare?
Ristrutturare per mettere in sicurezza milioni di vecchi edifici in zone sismiche. Per quanto riguarda le case private chi deve pagare? E la ristrutturazione antisismica dev'essere obbligatoria?
2 %
 
Non obbligatoria e devono pagarla i proprietari delle case
17 %
 
Obbligatoria e deve pagarla lo Stato
27 %
 
Obbligatoria, metàlo Stato e metài proprietari
15 %
 
Non obbligatoria, pagano i proprietari ma con fortissime detrazioni fiscali
37 %
 
Obbligatoria, pagano i proprietari con forti detrazioni fiscali
2 %
 
Altro, scrivo un commento
Lascia un commento
La tua email non verrà visualizzata. I campi con asterisco sono considerati obbligatori*
8 commenti
Scrivi un commento30.11.2011 16:11
Necessaria, ma spesso impossibile. Un edificio di 6-8 piani di 30 o 50 anni fa sarebbe praticamente da rifare. Immaginate i condomini che vanno in residence, mettono i mobili in deposito per due o tre anni e racimolano qualche milione di euro? Meglio il terremoto almeno non pagheremo l'ICI sulla prima casa.
Brep
06.05.2009 11:05
L'adeguamento antisismico va trattato come il risparmio energetico, niente di obbligatorio, ma incentivi (tipo 55%).
L'affitto di edifici non adeguati va abbattuto per legge o tassato il doppio
Roberto
21.04.2009 11:04
Sono perfettamente daccordo con Giorgia riguardo la buona occasione per far ripartire l'economia con una politica di ordinarietà piuttosto di continuare sempre con interventi straordinari. C'è solo da chiedersi se ci sia la volontà politica visto che l'ordinario non porta visibilità e, quindi, voti.
Secondo quanto dicevo renderei obbligatoria la riconversione sismica delle abitazioni private con un contributo dello Stato in qualunque modo lo si voglia fare, sotto forma di detrazioni fiscali o di contributo in percentuale.
gk
17.04.2009 08:04
Concordo con tutte le cose scritte e aggiungo che serve una direzione generale al ministero dei Lavori pubblici (o un'Autority, così di moda) specifica per ricostruire: mi vergogno di sapere di miei connazionali condividere con topi ed insetti la baracca post-terremoto da oltre un secolo (v. Messina). I fondi vanno "spalmati" su tutti gli eventi!! Per riconvertire nel privato, rispondendo a questo sondaggio, per me, il costo andrebbe ripartito secondo logica. Ad es., quando è a rischio sismico nullo è a carico dei proprietari, se basso o medio-basso facoltativo l'adeguamento e a carico dei proprietari con fortissime detrazioni fiscali, a rischio alto obbligatoria con spese suddivise tra Stato e privato. Quando il rischio è alto e l'edificio realizzato in mancanza di ottemperanza delle norme (quindi dopo una certa data) il costo deve essere a carico del costruttore.
caiofabricius
12.04.2009 18:04
Le conoscenze tecnico-scientifiche ci sono: applichiamole, non disperdiamo preziose risorse e non devastiamo la superstite preziosa campagna. Si rinforzino i centri sismicamente esposti costruiti su fondi ghiaiosi-marnosi che amplificano le onde, metà del Colosseo e Onna sono caduti per questo motivo!!!! Meno lacrime acchiappavoti, più fatti concreti e senza telecamere stuccovomitevoli
Dario
10.04.2009 13:04
Il primo rischio che si corre ora è l'edificazione di aree verdi a ridosso dei paesi terremotati con il pretesto di dar più velocemente casa agli sfollati. Lancio un appello a tutti coloro che in questi giorni soffrono la scomparsa dei loro parenti, amici e concittadini, oltre che di tutti i loro beni, per difendere anche in questi momenti terribili i propri luoghi dalla cementificazione. Bisogna far pressione affinchè le costruzioni temporanee siano davvero tali, quindi di legno o container, a fronte di rassicurazioni sul recupero degli edifici preesistenti attraverso tecniche antisismiche e di bioedilizia all'avanguardia.
Ciro
09.04.2009 14:04
Obbligo o meno, temo che passato questo momento di giusta costernazione, ce ne dimenticheremo tutti e torneremo a ripensarci quando ci sarà l'ennesima tragedia. D'altra parte non dimentichiamo che siamo nel paese in cui alle pendici del Vesuvio continuano a vivere centinaia di migliaia di persone perchè mandarle via farebbe perdere consenso politico.
Giorgia
09.04.2009 14:04
sull'obbligatorietà non c'è da discutere. é difficile sicuramente fare valutazioni in merito ai costi, soprattutto perchè una politica di questo tipo è mancata per troppo tempo. Potrebbe però essere una buona occasione in questo momento di crisi per far ripartire l'economia, evitando di puntare solo alle grandi opere, che, come nel caso del ponte sullo stretto, spesso sono anche a grande impatto ambientale.