"Ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare: anziani in bicicletta sulla neve "...
16 November, 2012
É notizia di oggi che il Comune di Bologna, in base al nuovo “piano neve” appena redatto, ha stabilito il divieto di circolazione per scooter e biciclette dall’1 dicembre al 15 marzo in caso di nevicate, anche di lieve intensità. Pena una multa da 39 euro. Insomma, basterà che venga giù un pò di nevischio per far scattare il divieto di circolazione «per tutti i veicoli a due ruote su tutta la rete stradale del territorio comunale».
Trovo che sia un provvedimento inaccettabile per molteplici ragioni. Cerco di mettere giù quelle che mi sembrano le più “urgenti” e lo faccio dalla prospettiva –parziale e partigiana - di un ciclista urbano. La prima è una questione squisitamente pratica e materiale: chi usa la bicicletta anche sotto la neve non lo fa per sfida o per vezzo, ma il più delle volte perchè non ha altro modo per spostarsi, dato che non possiede un’auto e i mezzi pubblici costano. E non vale la questione che si tratterebbe di rinunciare ad “un cappuccino al giorno” per pagarsi il tram, perchè di questi tempi la colazione tanta gente fa fatica anche a farla a casa propria.
Seconda qustione, il clima: siamo in Italia e d’inverno nevica. Da sempre! Così come in autunno, guarda un po’, piove di brutto. Il problema è che ci si ricorda di questo solo quando accadono catastrofi e tragedie. E non è retorica qualunquistica, ma storia recente e passata di assenza di piani urbani e territoriali lungimiranti: vedi le ultime alluvioni in Toscana e Veneto o peggio quelle in Liguria, dove hanno interrato interi fiumi che ogni anno alle prime piogge terrorizzano i cittadini. La neve in città non è un fenomeno paranormale, ma una faccenda che condividiamo con tanti altri paesi europei. Non può essere considerata ancora oggi motivo di allerta, che merita di essere affrontato con misure speciali. È ridicolo. È utile solo al Bertolaso di turno. Ed è inaccettabile che un’amministrazione comunale decida di vietare l’uso delle due ruote, eliminando alla radice il problema invece che affrontarlo. Perchè la realtà è questa: i ciclisti sono un problema, un impiccio, una scocciatura, per tante amministrazioni. Non me lo spiego diversamente: non credo che il provvedimento di Bologna sia una misura di carattere biopolitico per preservare la salute della popolazione falcidiata in inverno dalle cadute in bici. Basta ascoltare le parole dell'assessore comunale alla Protezione civile del capoluogo emiliano, Riccardo Malagoli, per rendersene conto: «Lo scorso anno ho visto cose che non stanno nè in cielo nè in terra: anziani in bicicletta che mettevano a rischio la loro incolumità e quella degli altri». Caspita che schock, che visione raccapricciante, neanche avesse visto i marziani sbarcare in Piazza Maggiore sulle note di Banane e Lampone di Gianni Morandi!
È diventato stucchevole e anche un po’ umiliante guardare sempre in su, al nord Europa, ma io penso che anche in questo caso sia opportuno: penso a quello che direbbe ad esempio un cittadino di Copenaghen, abituato ad andare in giro così, se durante un soggiorno a Bologna dovesse essere multato per aver usato la bici sotto la neve: “Lo scorso inverno in Italia ho visto cose che non stanno nè in cielo nè in terra: vigili che multavano cittadini e turisti che usavano la bicicletta..." Ma non si può paragonare di certo Copenaghne a Bologna, ovvio: nella città danese il 35% degli spostamenti avviene in bici, una realtà veramente troppo distante da quella italiana. Ma il problema è proprio questo: se si continua ad andare nella direzione intrapresa dal Comune di Bologna, considerando i ciclisti urbani cittadini di serie b, quando va bene non meritevoli di tutela, quando va male solo un grosso impiccio, la ciclabilità delle nostre città sarà sempre uno schifo.
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