Mentre sulle pagine di Eco dalle città e di Repubblica Torino perdeva l'impietosa gara con altre metropoli italiane per estensione della ZTL, orario di divieto e categorie di veicoli interdetti all'area, in Consiglio Comunale si votava la mozione per sospendere l'agognato provvedimento antismog entrato in vigore il 7 gennaio.

Nel magma del voto all'unanimità del Consiglio (29 consiglieri su 29) si mescolano le posizioni contradditorie del presentatore della mozione, il Pdino Mangone, favorevole al road pricing (ma da lui mai introdotto quando fu assessore all'Ambiente) ma contrario al blocco euro3 perché "inutile", fino ad arrivare a Grimaldi, strenuo sostenitore di misure più restrittive ma votante a favore di emendamenti che sono più linee di indirizzo (peraltro le stesse di una mozione del 26 gennaio scorso) che provvedimenti concreti.

Risultato: tutti sconfitti, nessun vincitore.

Dall'assessore Lavolta, qui per la prima volta nella parte del leone, passando per coloro che - come è più che lecito pensare - speravano in questo modo di guadagnare consensi sotto elezioni, per finire coi diritti dei cittadini, tanto per cambiare, di cui ormai sembra non curarsi più nessuno.