"Autoinnaffiare" l'orto e le piante
Eco dalle Città presenta i metodi per salvare le piante e l'orto senza l'aiuto del vicino di casa: dalla bottiglia di plastica rovesciata al telo assorbente
30 July, 2009
Agosto è il mese in cui più gente abbandona la città. Chi ha il terrazzo pieno di vasi o coltiva un orto urbano, a questo punto si impegna per evitare che le piante muoiano di sete una volta partiti per le ferie. Se c'è un vicino di casa a cui affidare le piante o l'orto, il problema non si pone, altrimenti, bisogna trovare il modo più efficace per innaffiare le piante anche in assenza di intervento umano diretto. Per evitare che questo accada, Eco dalle Città presenta alcuni metodi di “autoinnaffiamento” apparsi su diversi siti internet dedicati alle piante e al giardinaggio.
Il primo e più diffuso suggerimento è quello di lasciare le piante in luogo dove non siano esposte direttamente al sole, in modo da ridurre il loro fabbisogno d'acqua. Il secondo è di lasciare le piante in un ambiente che sia il più umido possibile, così da ridurre la traspirazione delle foglie e la conseguente perdita d'acqua (basta lasciare un recipiente pieno d'acqua vicino alle piante). Se si va via per pochi giorni (tre o quattro) basta innaffiare per bene le piante prima di partire. Nel caso si rimanga via per un periodo più lungo esistono varie alternative: la loro complessità varia in base al numero di giorni in cui vengono lasciate da sole le piante.
La bottiglia di plastica rovesciata
Il metodo più semplice, consigliato da vari portali, è quello di inserire all'interno di ogni vaso una bottiglia d'acqua rovesciata con un piccolo buco sul tappo in modo che l'acqua esca poco a poco. Questo metodo è efficace per una settimana, può funzionare anche per periodi più lunghi, ma dipende dal bisogno di acqua delle piante e dal tipo di terra presente nel vaso.
Il “metodo del cordone”
Per vacanze più lunghe esistono sistemi più sofisticati. Il sito infojardin.com consiglia il “metodo del cordone”: come prima cosa bisogna collocare vicino alle piante, ad un'altezza superiore a quella dei vasi, un grande secchio o alcune bottiglie piene d'acqua. A questo punto occorre unire i vasi e i recipienti pieni d'acqua attraverso delle strisce o delle corde di cotone - le strisce possono essere acquistate in merceria o ricavate tagliando un vecchio lenzuolo - inserendo un estremo della corda all'interno della terra e l'altro estremo nel recipiente con l'acqua. Man mano che la terra si asciugherà, assorbirà l'acqua attraverso le corde assorbenti.
Il telo assorbente
Un altro metodo consigliato da elicriso.it prevede l'utilizzo di un panno o di una tela assorbente. Bisogna appoggiare le piante sulla tela assorbente in modo che metà del telo rimanga sotto le piante e l'altra meta sia collocata all'interno di una bacinella piena d'acqua. In questo modo il panno rimarrà umido e le piante assorbiranno l'acqua di cui avranno bisogno. Le piante vanno però collocate in un ambiente ventilato con luce sufficiente per farle vivere (le tapparelle possono essere abbassate in modo che passi un po' di luce). Il luogo ideale potrebbe essere la cucina, utilizzando il lavandino come appoggio. Nel caso invece che le piante siano molto grandi e abbiano bisogno di un ambiente piuttosto umido l'alternativa potrebbe essere la vasca da bagno.
Questi sono i metodi per autoinnaffiare le piante in casa. Queste tecniche possono comunque essere adottate anche per l'innaffiamento di piccoli orti. Tuttavia esistono altre soluzioni per l'autoirrigazione dell'orto urbano: sono più professionali ma richiedono tempo, una spesa economica maggiore e in alcuni casi un elevato consumo d'acqua.
L'irrigazione interrata e goccia a goccia
Il sito Ferramentaonline.com presenta l'irrigazione interrata: una rete di tubi sotterranei è collegata a diversi irrigatori a scomparsa che innaffiano le piante, una centralina decide l'accensione e la durata di ogni irrigazione. Questa tecnica però richiede un alto consumo d'acqua. Più parsimoniosa è l'irrigazione goccia a goccia illustrata dal blog Ecomondo: grazie ad una centralina programmabile, collegata ad un rubinetto, viene alimentato un sistema di tubi dotato di gocciolatori che corrono lungo tutti i filari dell'orto e portano l'acqua alle piante.