A Napoli piccoli coltivatori avvertono: "Statt'acc...Orto"
La sesta tappa del viaggio tra gli orti urbani e i giardini comunitari in Italia: Napoli. La community garden di Pico. Il progetto O.r.t.i. urbani per rivitalizzare e combattere il degrado urbanistico dei “quartieri dormitorio”. E in una scuola di Ponticelli i bambini coltivano lo “Statt'acc...Orto”
09 September, 2009
di Elisa Bianco
Miseria e nobiltà, arte e rifiuti, da sempre Napoli appare come una città di contrasti. E anche nel nostro caso, tra un abuso edilizio e una discarica che non si capisce bene da chi sia stata autorizzata, fanno la loro comparsa orti urbani regolamentati, assegnati tramite un apposito bando di concorso.
Innanzitutto, orti urbani come strumento di riqualificazione cittadina e integrazione sociale. Con questa idea in mente e grazie alla collaborazione di alcuni partner territoriali, la provincia di Napoli avviò nel 2002 un progetto dal nome alquanto evocativo: O.R.T.I. URBANI – Operazioni di Ri-vitalizzazione Territoriale e Imprenditoriale. Tale progetto, finanziato da fondi europei e ormai concluso, si proponeva di intervenire sui cosiddetti “quartieri dormitorio”: l’idea era quella di individuare, in zone a elevato degrado urbanistico, ambientale e sociale, aree residenziali da adibire alla coltivazione, organizzando anche corsi di formazione per gli abitanti in modo da sfruttare al meglio le potenzialità del territorio. Gli obiettivi del progetto "O.r.t.i. urbani" erano: combattere e prevenire il disagio sociale e la disoccupazione di chi abita in questi quartieri, recuperare aree verdi abbandonate al degrado, migliorandone l`estetica e la vivibilità, e sviluppare pratiche alternative alla violenza.
Le istituzioni locali, peraltro, non si tirano indietro nel dare il buon esempio. È dell’anno scorso l’inaugurazione del Palazzo dell'Innovazione e della Conoscenza (PICO), un edificio di 4 piani, dotato delle più avanzate tecnologie di comunicazione, consultazione e formazione: qui sono disponibili 300 postazioni informatiche da cui è possibile accedere alle reti digitali di tutte le biblioteche campane, consultare le teche RAI e le riviste e banche dati scientifiche. Oltre a ospitare manifestazioni scientifiche, all’interno del palazzo trova spazio anche un Community Garden: le aree verdi di PICO sono state trasformate in terreni coltivi, in cui piantare e far crescere melograni, ulivi, corbezzoli e piante di lentisco, per educare i giovani a un nuovo tipo di agricoltura.
Persino le aree di periferia non si dimostrano indifferenti al fenomeno degli orti urbani. Siamo in una scuola media, la Bordiga III, nella zona periferica di Ponticelli, qui, grazie ai finanziamenti della regione Campania e alla buona volontà di insegnanti e operatori scolastici, è stato realizzato un orto scolastico. L’"effetto orto" ha dato la possibilità ad alcuni ragazzi di scoprire che esiste un’altra realtà ambientale e sociale, diversa da quella che hanno sempre conosciuto tra le vie del loro quartiere. All’orto hanno dato il nome di “STATT’ACC…ORTO”, un ammonimento a chi cerchi di “distruggere” o “prendere senza permesso” i frutti del loro duro lavoro. Prendiamolo come un segnale di buon auspicio, perché sempre più persone, a Napoli ma non solo, inizino a “stare attente” e dedicare più attenzioni al territorio che li circonda.
1 commenti
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12.06.2012 22:06
Chiediamo al comune di procedere a un censimento degli orti e dei fondi rustice esistenti sul territorio comunale per procedere ad azioni miranti a una valorizzazione ed efficace difesa dalla speculazione e dall'abbandono nel quale molti versano