La Commissione Ue all'Italia: rispettate la direttiva antismog. Senza un piano nazionale, niente deroghe
Un documento complesso e articolato della Commissione analizza dati e piani regione per regione. Accolte solo alcune richieste di deroga, la maggior parte no. Ma in sostanza si richiedono "misure nazionali". Il testo del documento, una nota e il commento di Legambiente, Genitori Antismog e Fiab-Ciclobby. E Formigoni punta il dito contro il Governo: "Roma non ci ha ascoltato"
02 October, 2009
Ecco il documento della Commissione Europea appena tradotto in italiano.
Il punto chiave ci sembra il 32, quando si dice che per la maggior parte delle Regioni considerate - cioè il Nord e Centro - le sole misure regionali e locali non bastano a ottenere la conformità ai valori consentiti entro il 2011. "Il piano nazionale per la qualità dell'aria è ancor in fase di stesura". La deroga viene negata alla maggior parte delle zone perchè non c'è la prova che si metterebbero a norma nel 2011, quindi non c'è motivo per condonargli l'attuale eccessivo livello di smog (che avrebbe dovuto essere già da tempo sotto i 40 mcg di media annuale e sotto i 35 giorni di superamento dei 50 mcg).
Il primo commento di associazoni ambientaliste alla decisione:
Bocciato l'impegno di risanamento dell'aria delle Regioni e dello Stato Italiano - Comunicato di Legambiente, Genitori Antismog e Fiab-Ciclobby
Il governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, punta il dito contro il Governo: "La nostra parte l’abbiamo fatta, Roma non ci ha ascoltato". E torna a chiedere il federalismo antismog:
Milano: sullo smog il Pirellone attacca il governo
Una nota del nostro direttore Paolo Hutter
Lo smog è un po’ calato, ma l’attenzione sullo smog dovrebbe e potrebbe tornare alta, visto che Bruxelles ha posto a Roma una precisa e stringente domanda. Vediamo. L’anno scorso l’Unione Europea aveva revisionato in senso un po’ più elastico la direttiva anti-smog sulle micropolveri, che in Italia quasi da nessuna parte si ripettava. Forse le Regioni italiane pensavano adesso , presentando i loro piani d’azione, di ottenere la cosiddetta deroga, cioè la possibilità di continuare a sforare fino al 2011, senza subire sanzioni. La decisione della Commissione Europea dei giorni scorsi è molto chiara nel bocciare le richieste di deroga di quasi tutte le zone delle regioni centrosettentrionali ( la risposta ai documenti delle regioni meridionali non è stata ancora data).
In sostanza Bruxelles dice che i piani d’azione presentati, paragonati ai dati di inquinamenti verificatisi negli ultimi anni, non sono sufficienti per garantire che nel 2011 (data ultima prevista dalla direttiva) i valori siano rispettati. Di conseguenza viene a cadere il presupposto della deroga, cioè l’avere intrapreso un percorso impegnativo virtuoso, e quindi gli sforamenti avvenuti dal 2005 sono – o tornano ad essere – sanzionabili. Le Regioni, tutte quante e sorreggendosi a vicenda indipendentemente dal colore politico, avevano presentato i loro piani, le loro distribuzioni di incentivi per i bus puliti, i loro parziali blocchi del traffico inquinante, etc, sostenendo che potrebbero pulire l’aria a sufficienza entro il 2011 se venissero accompagnati da un piano nazionale. Gli uffici della Direzione Ambiente, suffragati poi da Dimas e dalla decisione della Commissione, hanno preso in parola e puntualizzato. “Senza misure nazionali, le sole misure regionali e locali non bastano ad ottenere la conformità ai valori consentiti entro il nuovo termine.”Un piano nazionale non esiste neanche, quindi Bruxelles ha bocciato le richieste di deroga. Questo non vuol dire – sarebbe “troppo” bello per noi militanti antismog - che immediatamente scatteranno le sanzioni, ma che intanto si stabilisce ufficialmente che il governo italiano deve agire, e non può lasciare sole le Regioni. Quali azioni potrebbe intraprendere il governo italiano per far rientrare tutte le zone critiche – innanzitutto la Pianura Padana – nei parametri accettabili di Pm 10? Non basta continuare a incentivare l’acquisto di auto nuove e più efficienti. Anche se in molti casi le concentrazioni di Pm 10 si sono ridotte anche del 25% negli ultimi due anni (causa recessione da un lato, miglioramento parco auto dall’altro) è impensabile che questo trend spontaneamente continui fino a risolvere il problema nel giro di un anno e mezzo. Il 2011 è alle porte e se ci fosse un pochino più di iniziativa e di attenzione nell’opinione pubblica il governo potrebbe essere messo alle strette.
Prendete nota delle cifre: la media annuale non deve superare i 40 mcg per metro cubo, i giorni con più di 50 mcg per metro cubo non possono essere più di 35 all’anno . Il primo obiettivo è a portata di mano, il secondo è improbo. Non lo sarebbe se si pensasse di più alla salute.
L'Ansa, la principale agenzia di stampa italiana, pubblica la notizia solo dopo alcuni giorni: Smog; UE, ancora obiezioni a zone Italia per Pm10 - Ansa Ambiente del 05.10.2009