WWF e Greenpeace presentano una video inchiesta sul porta a porta napoletano
Dieci minuti per raccontare, attraverso le voci della popolazione, il primo anno di raccolta differenziata “porta a porta”, sperimentata in alcune aree della città di Napoli per un totale di circa 90 mila abitanti. Dal reportage girato a luglio 2009 emerge un dato importante: nei quartieri del “porta a porta”, dopo un anno, la differenziata ha raggiunto il 75% nonostante le iniziali difficoltà di adeguamento al nuovo sistema
11 November, 2009
L'Osservatorio sulla raccolta differenziata porta a porta del WWF e di Greenpeace ha presentato una videoinchiesta realizzata nel luglio scorso sui quartieri (Ponticelli, Colli Aminei, Rione Alto e Bagnoli, Chiaiano) che da un anno seguono il piano redatto dal Comune di Napoli insieme con Asia per il modello di raccolta “porta a porta”. Di seguito riportiamo i risultato diffusi dal Wwf Campania:
Gli operatori Asia (128 addetti a tempo pieno nel “porta a porta” su un totale organico Asia di 2.384 unità), divenuti vere e proprie sentinelle sul territorio, testimoniano il ritrovato clima di fiducia con la cittadinanza. “Abbiamo verificato sul campo la voglia dei cittadini di impegnarsi nella raccolta differenziata porta a porta e allo stesso tempo di riscattare la propria immagine agli occhi del mondo intero – dice Ornella Capezzuto presidente regionale del WWF – ma riteniamo che questo sforzo della popolazione debba essere supportato dalle istituzioni, anche attraverso nuovi investimenti. Del resto i risultati di questi mesi sono stati ottenuti solo con il 7% dell'intero bilancio annuale dell'Asia pari a 170 milioni di euro per il 2009. Sono certa, pertanto, che un impegno economico stabile e costante delle istituzioni sul porta a porta possa non solo ricostruire il rapporto di fiducia con i cittadini ma soprattutto consentire il maggiore recupero di materiali risparmiando sulle risorse primarie della Terra e riducendo le immissioni in atmosfera di CO2”.
Nel frattempo negli ultimi mesi si è allargata la cerchia dei quartieri che stanno usando il “porta a porta”. A settembre di questo anno si è iniziato da San Giovanni a Teduccio coinvolgendo oltre 10 mila famiglie per un totale di circa 30 mila abitanti. In questa settimana via libera anche al Centro Direzionale e entro fine anno il “porta a porta” dovrebbe arrivare a Barra (10 mila famiglie), Scampia (12 mila famiglie), e Rione Lieti (4 mila famiglie) per un totale di circa altri 88 mila abitanti da coinvolgere per raggiungere una quota totale di 200 mila persone, ossia 1 napoletano su 5.
“Il passo successivo è la realizzazione degli impianti di compostaggio sul territorio comunale da troppo tempo annunciati e mai realizzati – dice Daniela Massa, portavoce Greenpeace Napoli – per inviare fuori regione le 9.471 tonnellate di organico prodotte dal “porta a porta” oggi paghiamo 170-200 euro a tonnellata mentre se il Comune avesse un proprio impianto ci costerebbe tra gli 80 e 115 euro a tonnellata. Inoltre la trasformazione in loco dell'umido in compost sarebbe un beneficio per l'agricoltura e per arginare il processo di desertificazione”.
L'Osservatorio ha rilevato alcune importanti criticità del processo, fisiologiche all'inizio del sistema “porta a porta”: in primo luogo il fenomeno della migrazione dei rifiuti ovvero la cattiva abitudine dei cittadini residenti nei quartieri del “porta a porta” che, per pigrizia o per irresponsabilità, preferiscono buttare il sacchetto indifferenziato nel territorio vicino non sottoposto a vincolo. In secondo luogo ad esempio i disagi legati alla mancata raccolta ad orari precisi o i dubbi sull'effettivo avvio al riciclaggio dei materiali differenziati. L’Osservatorio invita le istituzioni a risolvere queste criticità ma soprattutto scongiura un blocco del piano “porta a porta” per carenza di fondi che vanificherebbe il lavoro finora svolto e l’impegno dei cittadini virtuosi. In prima linea anche il nucleo dei vigili ambientali (Tabella Nucleo vigili ambientali), nuovo nucleo costituito ad aprile 2009 e composto da 35 unità con il compito di verificare e controllare violazioni della legge sullo smaltimento dei rifiuti, dalle discariche abusive ai sacchetti depositati fuori orario.
Un primo bilancio lo stila il colonnello, Aldo Carriola, dirigente dei Vigili ambientali di Napoli: “In questi primi mesi – dice – abbiamo elevato oltre 380 multe per un totale di oltre 500 mila euro, ma le risorse a nostra disposizione sono ancora insufficienti: avremmo bisogno di almeno 200 unità e venti auto-civetta”. Daniele Fortini, Amministratore delegato Asia si dichiara soddisfatto del proprio lavoro e rivela che “finalmente, a un anno di distanza di raccolta differenziata vera, abbiamo superato il 20% sul totale di materiali raccolti. Per fine anno su 530 mila tonnellate oltre 100 mila saranno inviate al riciclaggio”. (Tabella dati Asia) Fortini segnala un altro dato importante: “Abbiamo evitato così che 10 mila camion scaricassero in discarica”. Si dice soddisfatto anche Paolo Giacomelli l’assessore all’Igiene Urbana del Comune di Napoli: “l’amministrazione ha rispettato gli impegni presi in consiglio comunale avendo in 14 mesi realizzato il porta a porta per 140mila abitanti”.