"Pm 10 come la CO2" : L'ex ministro dell'Ambiente Matteoli teste a difesa di Domenici e Martini al processo sullo smog
"Come per i gas serra, il problema è globale, la soluzione può essere solo mondiale." L'Italia non può rispettare la direttiva antismog, tantomeno ce la posson fare gli Enti Locali. Clamorosa deposizione dell'ex ministro dell'Ambiente. "E' solo un'enorme gaffe?": una nota di Paolo Hutter, direttore di Eco dalle Città. E ancora: intervista a Riccardo Brizzi, avvocato del Codacons al processo di Firenze sullo smog
15 December, 2009
«Il problema dell’inquinamento atmosferico nelle nostre città non è risolvibile né da un singolo Paese né da un intero continente. Anche se l’Europa tutta prendesse provvedimenti univoci, non si risolverebbe la questione delle emissioni in atmosfera di smog perché il problema è mondiale». E’ stato questo il clamoroso passaggio principale della deposizione fatta ieri all’aula bunker di Santa Verdiana dal ministro per le Infrastrutture ed ex titolare dell’Ambiente Altero Matteoli sentito come testimone al processo in corso in tribunale sulle emissioni e sui danni da smog e polveri sottili (pm10).
Clamoroso perchè apparentemente confonde - oppure mescola in modo originale - la questione delle emissioni di CO2 che sono globali e di quelle di pm 10 che sono locali.
Matteoli era stato chiamato a deporre dalla difesa dell’ex sindaco Leonardo Domenici, sostenuta dall’avvocato Pier Matteo Lucibello.
Proseguendo il suo ragionamento Matteoli ha anche fatto notare che «anche alla luce dell’attuale conferenza di Copenaghen sul clima, vedo difficile risolvere il problema dell’inquinamento atmosferico senza che vi sia un coinvolgimento a livello mondiale, almeno di tutti i paesi più sviluppati».
"I blocchi del traffico non risolvono il problema, anche se sono l’unico strumento con cui sindaci possono intervenire. Infatti, da obbligatori che erano, quando ero ministro resi facoltativi i blocchi dei centri storici». L’esponente del Pdl ha sottolineato di non aver esercitato da ministro dell’Ambiente poteri sostitutivi nei confronti di Comuni e Regioni. Inoltre, rispondendo su vari punti, ha ribadito che «il trasporto veicolare è un problema serio per l’inquinamento» e ha ricordato anche la vetustà del parco veicolare italiano e le politiche di incentivi proposte anche durante il suo dicastero all’Ambiente. Matteoli ha poi evidenziato le difficoltà di reperire risorse finanziarie per le misure antiinquinamento, dicendo che nel governo «c’è sempre scontro fra i ministri col portafoglio e il ministro del Tesoro per farsi assegnare fondi» tanto che nel rapporto con l’Anci, l’associazione dei Comuni, «non c’è mai stato scontro: la diversità di opinioni emergeva quando i Comuni chiedevano più risorse di quanto il Governo disponesse».
Nella seconda serie di domande, il ministro ha sostenuto che i Comuni possono soltanto alleviare il problema e che comunque l´unico strumento dei sindaci e dei presidenti di Regione - i blocchi del traffico - è a suo giudizio inefficace per impedire gli sforamenti dei livelli di pm10. Matteoli ha convenuto con il pm Giulio Monferini che - se in parte le polveri provengono da fuori e dunque sono ingovernabili a livello locale – in parte dipendono da emissioni locali, sulle quali il trasporto incide per circa il 50%. «Alcuni tecnici dicono anche di più», ha detto il ministro: «Ma in nessun paese c´è un rapporto così alto fra auto e abitanti come in Italia e purtroppo oltre 11 milioni di auto hanno più di 10 anni e sono gravemente inquinanti. Nessuno di noi ha avuto il coraggio di vietare la circolazione alle auto più vecchie. Quando lo proposi insorsero tutti, soprattutto i non abbienti. Il primo a telefonarmi fu mio cognato».
E che ne è stato dei finanziamenti per i mezzi pubblici non inquinanti? «Nell´89 il ministro socialista Tognoli fece un´ottima legge», ha risposto Matteoli, che ha elogiato anche il suo predecessore di sinistra Edo Ronchi. La legge Tognoli non è stata più rifinanziata - ha spiegato - per l´incalzare della crisi economica, che ha costretto il governo a dirottare grandi risorse per la cassa integrazione. Fra ministero dell´ambiente, Regioni e Comuni non ci sono stati contrasti sulle strategie, ma solo sui finanziamenti, che scarseggiavano. Tuttavia - ha concluso - «io credo che le cose che era possibile fare con le risorse a disposizione siano state fatte», e le regioni del Centro Nord - ha ricordato - sono state più virtuose.
E al termine della deposizione ha ribadito il concetto iniziale: «Il paese più virtuoso del mondo non raggiunge l´obiettivo se non c´è un concerto mondiale».
Il primo febbraio sarà ascoltato il ministro Stefania Prestigiacomo.
Tra i testimoni citati dai difensori degli imputati ci sono anche il ministro Stefania Prestigiacomo (attesa all’udienza del primo febbraio 2010), l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni e il sindaco di Milano Letizia Moratti. Soddisfatti per la deposizione sono apparsi l’avvocato Lucibello per Domenici («ha dato atto dell’estrema difficoltà di individuare soluzioni anti-inquinamento a livello locale») e gli avvocati Passagnoli e Martelli per del Lungo («il ministro ha confermato che è un problema di tipo globale e come tale va trattato»).
E' solo un'enorme gaffe?
Paolo Hutter
Nel bel mezzo della Conferenza di Copenaghen, uno dei più importanti ministri di uno dei più importanti paesi del mondo depone come ex titolare dell’Ambiente al processo contro il sindaco di una grande città per la cattiva qualità dell’aria.
La tesi del ministro è che il sindaco non è colpevole perché non ha strumenti per risolvere il problema dello smog su scala cittadina. E fin qui ci siamo. Infatti in Italia la responsabilità di far rispettare la direttiva europea è attribuita alle Regioni, le quali hanno recentemente dichiarato di aver bisogno di un piano di sostegno nazionale. Per il ministro anche le Regioni hanno agito bene, il governo non ha nulla da rimproverarsi. E allora perché lo smog resta al di sopra dei limiti?
“Anche alla luce dell’attuale conferenza di Copenaghen sul clima, vedo difficile risolvere il problema dell’inquinamento atmosferico senza che vi sia un coinvolgimento a livello mondiale, almeno di tutti i paesi più sviluppati» ha dichiarato Matteoli. E ancora più nettamente, in un altro passaggio della deposizione riportato dalle agenzie: “Il problema dell’inquinamento atmosferico nelle nostre città non è risolvibile né da un singolo Paese né da un intero continente. Anche se l’Europa tutta prendesse provvedimenti univoci, non si risolverebbe la questione delle emissioni in atmosfera di smog perché il problema è mondiale». Singolare questa affermazione, soprattutto da parte di uno che è stato Ministro dell’Ambiente, come Altero Matteoli.
Il tema è stato più volte discusso in sede europea e mai si è fatta questa confusione tra le emissioni di gas climalteranti, che sono globali, e quelle delle micropolveri e degli altri veleni, che sono locali. Mai l’Europa ha detto di aver bisogno del consenso Usa Cina e India per riportare la qualità dell’aria che respiriamo a livelli accettabili per i nostri polmoni. Non l’ha mai detto perché sarebbe assurdo, mentre indubbiamente è così – cioè è necessario uno sforzo globale – per difendere il clima. Per essere sicuri che non ci sia stato un clamoroso fraintendimento da parte dei colleghi cronisti presenti al processo di Firenze abbiamo chiesto conferma delle dichiarazioni all’ufficio stampa di Altero Matteoli. E l’abbiamo avuta! A questo punto si tratta solo di capire come sia possibile che uno che dovrebbe essere del mestiere confonda l’inquinamento dell’aria con le emissioni climalteranti. Le risposte ci sembrano solo due. O una insostenibile ignoranza. O un goffo tentativo di mascherare le responsabilità italiane nell’inquinamento dei polmoni italiani. In entrambi i casi non si può avere un ministro così.
Intervista a Riccardo Brizzi, avvocato del Codacons al processo di Firenze sullo smog
Alessandro Ingegno
Durante la deposizione del ministro Matteoli al processo di Firenze sullo smog, era presente anche l’avvocato penalista Riccardo Brizzi del Codacons, parte civile del processo. L'avvocato dell'associazione dei consumatori conferma il tentativo dell’ex ministro dell’Ambiente di scaricare a livello globale la problematica ed evitare di affermare una data responsabilità: ”Nella sostanza il ministro ha detto che il problema non si risolverà finché Stati Uniti, Cina e le altre maggiori potenze industriali non si metteranno d’accordo, e fino a quel momento ogni intervento locale non ha senso. Il problema è di natura mondiale e va quindi affrontato con un approccio globale. I singoli piani locali di blocco del traffico, secondo il ministro, sono quindi inutili ed inefficaci per impedire gli sforamenti dei livelli di pm10”.
“Il Ministro, dopo aver affermato che le polveri provengono da fuori e dunque sono ingovernabili a livello locale, ha ammesso però che in parte dipendono da emissioni locali, sulle quali il trasporto incide per circa il 50%, ricordando in seguito le difficoltà riscontrate, quando era Ministro dell’Ambiente, nel reperire risorse per affrontare questo problema. Durante l’udienza – dichiara l’avvocato Brizzi – gli è stata anche posta una domanda relativamente alle sue affermazioni del 2005 nelle quali sosteneva che il problema dello smog dovuto al traffico veicolare era un’emergenza nazionale e che l’unico strumento a disposizione dei sindaci era proprio il blocco del traffico, ricordando tra l’altro la richiesta dell’Anci di un decreto salva-sindaci per evitare la procedura d’infrazione dei Comuni che sforavano i limiti comunitari, poi bocciata dallo stesso Matteoli. Il Ministro, relativamente a questo punto, ha risposto che gli sembrava di ricordare vagamente qualcosa e che non escludeva che una tale richiesta ci fosse stata, ma il problema, ha ripetuto, va affrontato a livello mondiale”.
3 commenti
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18.12.2009 11:12
Sono quelle del Ministro affermazioni gratuite che assolvono la coscienza di chi fa poco o nulla per la salute dei suoi concittadini. Infatti la lotta all'inquinamento atmosferico derivante da emissioni locali(traffico urbano, industrie, riscaldamento)può essere efficace solo se condotta a livello locale. Certo i Comuni hanno poche possibilità di manovra specialmente se inseriti in aree metropolitane dove servono strategie e interventi strutturali di lungo periodo (per non parlare del ricatto occupazionale delle industri inquinanti). Comuni medi e medio-piccoli potrebbero invece fare molto di più. Qui a Cremona, città di 70.000 abitanti, abbiamo in base alle condizioni climatiche quasi cento giorni annui di superamento del PM10 dovuti in gran parte al traffico, al riscaldamento ed alle industrie presenti. Ora grazie alle dichiarazioni del Ministro i nostri polmoni sanno chi devono ringraziare.
Giuliano G
17.12.2009 21:12
E non dimentichiamo altri provvedimenti che facilitino la mobilità del domicilio. Una riduzione dei costi e delle formalità nella compravendita delle case porterebbe a minore pendolarismo.
Ma queste misure fanno parte di una semplificazione della vita e della cosa pubblica che pare totalmente sconosciuta alla mentalità nostrana...forse è da questo che deriva l'italica arte d'arrangiarsi o viceversa?
Giuliano G
17.12.2009 21:12
Come sempre viene glorificata l'utilità degli incentivi al ricambio del parco automobilistico. Si ignora che la soluzione è un uso ragionevole e moderato dell'automobile. Un'autovettura moderna che percorra 8000km/anno (e anche meno se i treni espletassero un servizio migliore) può facilmente raggiungere i 20 anni di vita, usata da una famiglia relativamente numerosa e a velocità moderate, con minor impatto sociale e ambientale di tante autovetture "verdi" usate senza criterio da una persona o poco più. Se questi fondi venissero utilizzati per ammodernare le linee ferroviarie, l'intermodalità (incluso il trasporto biciclette), vi sarebbero le stesse ricadute positive per l'economia e un miglioramento netto dell'ambiente sociale e naturale.