Pm10: Il Porto di Napoli smentisce le proprie responsabilità sugli incrementi degli ultimi due anni
In uno studio presentato a dicembre 2009, il Porto di Napoli nega possibili correlazioni tra le attività portuali e l'aumento delle Pm10 in città. Secondo i curatori del rapporto, inoltre, esisterebbe attualmente una carenza di analisi delle diverse fonti di inquinamento, ostacolo questo all'elaborazione di provvedimenti mirati di riduzione delle polveri sottili
24 January, 2010
Nel 2009 Napoli è stata una delle capitali italiane del Pm10, con ben 176 superamenti dei limiti consentiti per legge. Un risultato che ha dell'incredibile considerando che nel 2006 e nel 2007 i valori limite di polveri sottili sono stati superati 70 volte, mentre, con un incremento del 134,3%, nel 2008 sono arrivati a 164. Negli ultimi due anni, quindi, il capoluogo campano è stato teatro di anomali incrementi di polveri sottili nell'aria.
Alla domanda su quali siano le ragioni di questo triste primato, l'assessore Nasti ha parlato di un grande problema di congestionamento del traffico e di veicoli circolanti in città che sarebbero i più i vecchi d'Italia. Spesso, però, il Comune di Napoli ha puntato il dito contro le attività del porto cittadino. Secondo l'amministrazione napoletana, infatti, l'incremento del trasporto merci e passeggeri e lo stazionamento delle navi nel porto avrebbero contribuito in misura consistente all'incremento delle polveri sottili in atmosfera.
A tale proposito, pubblichiamo uno studio realizzato a novembre 2009 dal Porto di Napoli, in cui vengono smentite tali accuse.
Nel rapporto, si dimostra che non esiste alcuna correlazione tra le attività portuali e gli aumenti totali, iniziati nel 2008 e tutt'ora in corso, di pm10 nel capoluogo campano.
Nel 2007, infatti, a fronte di un aumento delle attività portuali, che avrebbe prodotto un incremento delle Pm10 pari al 5,87% rispetto all'anno precedente, non ci sarebbe stato un corrispondente aumento dei valori cittadini delle Pm10. Nel 2008, invece, le attività portuali avrebbero portato ad un incremento di polveri sottili pari al 3,02%, dunque più contenuto rispetto all'anno precedente, e contrariamente a quanto ci si sarebbe potuto aspettare, i superamenti totali della città di Napoli, nello stesso anno, sono stati 164, con un aumento del 134,3% rispetto al 2007.
Secondo i redattori del rapporto, inoltre, esisterebbe attualmente una carenza di analisi da parte dell'Arpac, che di fronte all'anomalo aumento delle Pm10, relativo agli ultimi due anni, non ha mai prodotto uno studio sulle diverse fonti inquinanti. Il Comune di Napoli dal canto suo si è limitato a ricorrere ai blocchi al traffico veicolare, elaborando strategie relative ad una singola fonte inquinante. Stando ai dati relativi alle Pm10, comunque, tali provvedimenti non hanno portato dei risultati di rilievo.
L'anomalia più grossa, evidenziata anche dall'assessore Nasti in un'intervista per Eco dalle Città, riguarda il mese di agosto, quando sono stati registrati 22 superamenti. Tale anomalia, secondo lo studio del Porto di Napoli, è cominciata in realtà nel 2008 con 19 superamenti a fronte di 0 superamenti registrati sia nel 2006 che nel 2007. Nello studio, sono state confrontate le condizioni meteorologiche dell'agosto 2007 e dello stesso mese del 2008 e l'anomalia sta appunto nel fatto che, a parità di condizioni atmosferiche, i livelli di polveri sottili sono aumentate notevolmente. Nei due periodi considerati, inoltre, le pm10 prodotte dalle attività portuali sono state praticamente le stesse, per cui anche in questo caso non esisterebbe una correlazione diretta tra aumento totale delle polveri sottili ed attività portuali. É difficile pensare, inoltre, che durante il mese di agosto esista in città una presenza di auto tale da produrre un' aumento tanto consistente di Pm10, come quello rilevato dall'Arpac.
Lo studio del Porto di Napoli risponde sicuramente ad una serie di interrogativi, ma contribuisce all'insinuarsi di un forte dubbio: sono state prese in esame tutte le possibili fonti inquinanti che ci sono in città o ci si è fermati alla considerazione più condivisa secondo cui l'emissione di Pm10 dipende in massima parte dalle attività portuali e dal traffico veicolare?