Legambiente e Federutility: acqua di rubinetto è buona, low cost ed ecologica. Degustazioni a Roma
In occasione della Giornata mondiale dell'acqua, le due associazioni lanciano una campagna per promuovere il consumo dell'acqua di rubinetto. Una scelta che consente di ridurre la produzione di rifiuti in plastica e di abbattere le emissioni di gas serra. Diverse le iniziative in programma nel Lazio per il 20 e 21 marzo, a Roma c'è finanche una degustazione di acque di fontana
18 March, 2010
L'acqua del rubinetto è «sicura e controllata, di qualità, oltre che economica e rispettosa dell'ambiente, laddove solo un terzo delle bottiglie utilizzate per l'acqua minerale viene raccolto in modo differenziato e destinato al riciclaggio». È quanto emerso dai dati diffusi da Legambiente e Federutility (la federazione delle aziende di servizi pubblici locali che operano nel settore idrico), secondo cui sono 250mila le analisi effettuate in un anno nella città di Roma, altrettante in Puglia e 350mila in Provincia di Milano, Pavia e Lodi. «Sono numeri che dimostrano - ha affermato il vice presidente nazionale di Legambiente Sebastiano Venneri - quanto l'acqua di rubinetto delle nostre case sia molto più controllata di quelle in bottiglia». Mentre per le acque minerali, infatti, le prescrizioni normative prevedono la realizzazione di una sola analisi l'anno da parte dei soggetti titolari della concessione, che viene inviata al ministero della Salute insieme a una autocertificazione relativa al mantenimento delle caratteristiche delle acque, l'acqua potabile di rubinetto, come precisato dal direttore dell'Iss (Istituto superiore di Sanità) Massimo Ottaviani, rispetta parametri di qualità costante nell'Unione europea a 27, e secondo valutazioni Oms (Organizzazione mondiale della sanità), «non ha problemi tossicologici, e quindi sanitari».
L'Italia ha tra l'altro previsto, come sottolineato dal vice presidente di Federutility Mauro D'Ascenzi, un regime di controlli più restrittivo, con un numero di analisi che dipende dal volume di acqua distribuito, dalla lunghezza e dalla complessità dell'acquedotto. «Sempre molto più numerosi - ha detto - dei quattro controlli di routine e del controllo annuale di verifica previsti in attuazione della direttiva europea 98/83/CE. Sono, solo per fare altri esempi, quasi 30mila in Emilia Romagna, 9.500 in Sardegna, 8.500 in Basilicata». Federutility, ha precisato il direttore generale Adolfo Spaziani, distribuisce 200 litri d'acqua potabile al giorno per 55 milioni di abitanti nel Paese. L'obiettivo della campagna, partita oggi in vista della Giornata mondiale dell'acqua il 22 marzo, ha aggiunto D'Ascenzi, «è ridurre il numero delle bottiglie di plastica e imballaggi tra i rifiuti inquinanti, e informare e dare consigli sul risparmio idrico e la tutela di questa preziosa risorsa che incide nelle tasche degli italiani poco più dell'1%, a fronte del 7% per la telefonia. Non è una battaglia per togliere quote di mercato all'industria delle acque minerali, ma con Legambiente vogliamo dare significato alla storia, ingegneria, cultura, investimenti economici, che sono dietro a una goccia d'acqua distribuita in ogni casa». Molte le iniziative in programma in tutta Italia nel weekend del 20 e 21 marzo. A Roma, appuntamento a piazza Buenos Aires, dove il circolo Legambiente "Mondi Possibili", insieme all'Acea, allestirà un banchetto informativo con distribuzione di materiale divulgativo e degustazioni “al buio” di acque minerali e non. Previsto anche il lancio del concorso fotografico “Nasoni de Roma”, dedicato alle celebri fontanelle pubbliche della capitale (info: l.barucca@legambiente.it). Eventi sono in programma anche a Tivoli, Monte San Biagio e Itri.
«Non bere l'acqua di casa - ha osservato Venneri - significa rinunciare ad una risorsa sana, perché controllata con rigorose norme sanitarie, e molto economica, visto che un litro di “acqua del sindaco” può costare fino a mille volte meno di quella in bottiglia. E poi l'acqua di rubinetto rispetta l'ambiente, non produce rifiuti plastici ed è a “chilometri zero”: non viaggia per centinaia di chilometri su inquinanti Tir, evita il consumo di combustibili fossili, l'emissione di Co2 e di polveri sottili». Infatti i due terzi delle bottiglie di plastica utilizzate per l'acqua minerale non vengono raccolti in modo differenziato e finiscono in discarica o in un inceneritore. Inoltre il consumo annuo di 12 miliardi di litri di acqua imbottigliata comporta, per la sola produzione delle bottiglie, l'utilizzo di 350mila tonnellate di polietilene tereftalato (Pet), con un consumo di 665 mila tonnellate di petrolio e l'emissione di gas serra di circa 910 mila tonnellate di CO2 equivalente. La fase del trasporto dell'acqua minerale infine influisce non poco sulla qualità dell'aria: solo il 18% del totale di bottiglie in commercio viaggia sui treni, tutto il resto viene movimentato su strada.
Fonte: Ansa