Car Sharing: usare l’auto senza esserne i proprietari
Una soluzione che fa bene all’ambiente e alla tasca. Ma in Puglia il servizio è ancora sconosciuto – da La Repubblica del 02.04.2010
06 April, 2010
I pugliesi sono molto legati all’automobile, in linea con i dati nazionali. L’83% degli italiani usa il mezzo privato a motore per muoversi anche solo per 2 ore al giorno (nelle altre 22 ore l’auto rimane ferma) e per percorrere anche solo 2 Km (il 40% degli spostamenti totali). Nonostante alcuni primi significativi interventi in Puglia, come l’acquisto di nuovi treni e l’aumento del traffico passeggeri, l’auto rimane ancora oggi l’oggetto più amato dai nostri concittadini. Non a caso si parla sempre più di auto come bene di consumo piuttosto che come mezzo di trasporto.
Eppure tutti si lamentano di traffico, aria irrespirabile e costi di gestione. Di contro nuovi ponti, tangenziali, circonvallazioni, parcheggi di interscambio sono previsti all’orizzonte con possibili danni ambientali e utilizzo di ingenti finanziamenti pubblici.
I cosiddetti carburanti puliti (gas, metano, energia elettrica, idrogeno) se riducono da un lato le emissioni pericolose, dall’altro giustificano l’introduzione sulle strade di sempre più auto, grazie anche agli eco-incentivi. Ma nessuno pensa che aumentandone la concentrazione aumenta anche il rischio di incidenti stradali. Occorre ridurre il numero di auto usate dal solo conducente.
Che fare? Tra le soluzioni possibili il “car-sharing”, vale a dire l’auto pubblica in condivisione, dopo il più famoso bike-sharing, deve fare anche in Puglia il suo esordio, quanto prima. Come funziona? L’automobilista usa l’auto quando ne ha la necessità e paga solo per l’effettivo utilizzo. La preleva da un’area e la lascia anche in un luogo diverso. Non è più schiavo della macchina, della ricerca esasperata di un parcheggio e di tutte le spese relative: garage, bollo, assicurazione, meccanico, elettrauto, carrozziere, revisione. A chi conviene? A chi percorre mediamente fino a 10.000 Km l’anno. Interrogatevi a casa e chiedetevi se foste disposti a guidare un’auto senza esserne i proprietari.
Il sistema, nato alcuni decenni fa in Svizzera, è di casa in Germania, Francia, Olanda, Nord-America, Canada, Singapore e Giappone. In Italia il car sharing è comparso grazie allo stanziamento di 18 miliardi di vecchie lire, da parte del Ministero Ambiente, con il famoso, quanto mai inapplicato, decreto del 1998 sul Mobility Management.
Le regole del suo successo? Servizio attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7; tariffe chiare e trasparenti; tempi rapidi di prenotazione; possibilità di utilizzare l'auto anche per brevi periodi (minimo 1 ora ); disponibilità di una flotta moderna e costituita da veicoli di diverse tipologie; disponibilità elevata delle aree dove sono dislocate le auto (raggiungibile a piedi in massimo 10 minuti); collegamento con il trasporto pubblico
Sarebbe auspicabile che il nuovo Consiglio regionale pugliese, sentendo la necessità disciplinare e favorire la mobilità sostenibile nelle aree urbane, si doti di una legge regionale sul Mobility Management (sarebbe la prima in Italia) con norme che includano anche la disciplina del car sharing.
Lello Sforza
ciclista urbano