Impianti da fonti rinnovabili fino a 1 MW in Puglia: l'Aper chiede un incontro con la Regione
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato alcuni articoli della legge regionale sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, l'Aper (Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili) chiede un incontro con la Regione Puglia
09 April, 2010
A fine marzo 2010, una sentenza della Corte Costituzionale ha bocciato alcuni articoli della legge della Regione Puglia n° 31 del 21 ottobre 2008 sulla produzione di energia da fonti rinnovabili. Il giudizio negativo della corte tocca anche l’articolo 3 della legge regionale, che prevede la denuncia di inizio attività (DIA) per numerosi tipi di impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
A seguito della sentenza della Corte Costituzionale, l'Aper (Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili) chiede un incontro con la Regione. “Con grande rammarico e notevole preoccupazione – afferma in una nota l'Aper – l'associazione ha appreso della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n° 13 S.S. della sentenza n. 119/2010 che dichiara l’illegittimità costituzionale di alcuni articoli della legge Regione Puglia n.31/2008. Si segnala pertanto che non sarà più possibile utilizzare lo strumento della D.I.A in Puglia per realizzare impianti a fonti rinnovabili sopra le soglie previste dalla tabella A, allegata al decreto legislativo 387/2003”.
Nello specifico, la Corte ha dichiarato l’illegittimità dei soli articoli 2, comma 1, 2 e 3 e 3, comma 1 e 2 della Legge Regione Puglia 31/2008. La sentenza non riguarda, invece, la legge Regione Puglia n. 1/2008: gli impianti assentiti in forza di quest'ultima non sono pertanto interessati dalla stessa pronuncia.
“APER – commenta Roberto Longo, presidente dell’Aper - porterà alla Regione Puglia le istanze dei produttori che, avendo in buona fede confidato nella legittimità della legge, hanno intrapreso ingenti investimenti nel settore e che ora si trovano disorientati. Tutto ciò al preciso scopo di fornire all’Amministrazione regionale una proposta procedimentale concreta per non vanificare l'attività istruttoria sin qui svolta dagli enti coinvolti nelle procedure di D.I.A e per non pregiudicare lo sviluppo economico locale”.