Legambiente: «Nel Lazio grave la situazione dell'amianto»
L'associazione ambientalista lancia l'allarme sulla presenza di amianto negli edifici pubblici della regione. Grave anche la situazione nell'edilizia privata, dove non è ancora stato completato il censimento previsto dalla normativa di settore. Numerose, infine, le segnalazioni relative a discariche abusive contenenti ambiento
27 April, 2010
Sono 2.907 le tonnellate di amianto in 1.175 edifici pubblici censiti nel Lazio, mentre sono scarse le notizie sugli edifici privati industriali e civili siti dimessi. Sono ben 10mila, inoltre, le tonnellate rimosse ogni anno, da parte di 100 aziende autorizzate che inviano il materiale all'estero a causa dell'assenza di impianti di trattamento in Italia. Sono questi i dati principali emersi, per il Lazio, dal rapporto I ritardi dei Piani regionali per la bonifica dell’amianto, presentato da Legambiente alla vigilia della giornata mondiale dedicata alle vittime dell’amianto. Secondo il dossier, di amianto si muore anche nel Lazio, dove finora sono 171 i casi di mesotelioma maligno, pari a quasi il 2% delle 9mila vittime registrate a livello nazionale, secondo le segnalazioni dall'apposito Registro Nazionale istituito presso l’Ispesl -che dal 1993 censisce il tumore dell’apparato respiratorio strettamente connesso all’inalazione di fibre di amianto. Inoltre, secondo il Rapporto 2008 del Dipartimento epidemiologia della Asl RmE, sono stati 352 i casi di tumore causati da esposizione all’amianto dal 2001 al 2008 nel Lazio. Una strage silenziosa, destinata ad aggravarsi almeno fino al 2020, visto il lungo periodo di latenza della malattia.
Preoccupano anche, oltre alla presenza di eternit negli edifici, i frequenti episodi di abbandono nell'ambiente di rifiuti contenenti amianto. Un terzo circa delle segnalazioni giunte a Legambiente negli ultimi mesi riguardano infatti discariche abusive e deposito illecito di rifiuti pericolosi, contenenti anche eternit. Tra i casi segnalati in particolare sul territorio capitolino, da annoverare il deposito illecito di cassoni in eternit sulla sponda destra del fiume Tevere sotto Ponte Milvio, Municipio XX, area bonificata dopo la segnalazione, oppure i cassoni in eternit in disuso siti all' interno del plesso scolastico “Anna Magnani”, nel Municipio IV, che dovrebbero essere rimossi a breve, in un giorno di chiusura della scuola.
«Sull'amianto nel Lazio si sa troppo poco, manca ancora una mappatura dei siti a rischio e quasi niente si è fatto sul fronte della bonifica. Bisogna accelerare, siamo di fronte a rischi molto seri per la salute dei cittadini – dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio – I dati confermano l'allarme che più volte abbiamo lanciato, sulla base delle segnalazioni che giungono all'Osservatorio ambiente e legalità che gestiamo con la Regione Lazio». Secondo l'associazione ambientalista, è fondamentale migliorare l'informazione verso la cittadinanza. «Servono informazioni e certezze per i cittadini – continua Parlati - bisogna spiegare loro come ci si deve comportare quando si ha a che fare con strutture contaminate in casa, a scuola o presso i luoghi di lavoro, spiegando i rischi per la salute, considerando che l’esposizione all’amianto è spesso inconsapevole e sono sempre più i soggetti ammalati che non hanno svolto alcuna delle attività considerate a rischio». E proprio per sensibilizzare i cittadini, Legambiente ha lanciato Liberi dall’amianto, una campagna di informazione e formazione realizzata in collaborazione con l’Associazione italiana medici per l’ambiente.
Dal 1998 il Lazio ha formalmente approvato il piano previsto dalla legge 257/92 relativa alla messa al bando dell'amianto nel nostro Paese, secondo cui entro 180 giorni ogni Regione avrebbe dovuto adottare un programma dettagliato per il censimento, la bonifica e lo smaltimento dei materiali contaminati. Un censimento che in realtà è ancora in corso, come confermano i numeri forniti dal Ministero dell'Ambiente, e non si conoscono i tempi per la conclusione delle operazioni. Nel Lazio la Regione ha conferito al Laboratorio di igiene industriale – Centro regionale amianto, ASL di Viterbo, l’incarico di realizzare la mappatura circa il quadro complessivo dei MCA (materiali contenenti amianto) negli edifici o ambienti aperti al pubblico, negli impianti industriali e nei siti dimessi.