Quanti incidenti in bici sotto i 14 anni?
Gli incidenti mortali in bicicletta riguardano marginalmente i minori di 14 anni: 10 casi su 288 nel 2008, equivalenti al 3% del totale. Seppur le percentuali siano modeste, la maggiore incidenza di traumi alla testa in incidenti con la bicicletta la si riscontra proprio tra i giovani: il 17% nella fascia d'età compresa tra gli 0 e i 14 anni
10 May, 2010
Il casco obbligatorio in bicicletta per i minori di 14 anni (norma inserita nel testo del nuovo Codice della strada approvato al Senato e presto in discussione alla Camera), oltre ad essere frutto di una mediazione politica tra chi sostiene l'utilità dell'elmetto a tutte le età e chi invece si oppone a norme coattive in materia, può portare reali benefici alla sicurezza dei giovani ciclisti?
Iniziamo questa analisi dalle ultime statistiche disponibili. Nel 2008 in Italia si sono verificati 288 morti e 14377 ferimenti in bicicletta. Gli incidenti mortali interessano i ragazzi con età inferiore ai 14 anni marginalmente: 10 casi su 288, equivalenti al 3%. Sempre marginale ma leggermente più alta la percentuale di giovani feriti (7%).
Seppur le percentuali siano modeste, la maggiore incidenza di traumatismi al capo in incidenti con la bicicletta la si riscontra proprio tra giovani e anziani. Come si può vedere dal grafico che alleghiamo, l'incidenza di questi infortuni in bicicletta nella popolazione con più di 61 anni è di circa il 33% e del 17% nella fascia d'età compresa tra gli 0 e i 14 anni, a fronte di un incidenza media dell'8% tra i ciclisti con età compresa tra i 21 e i 40 anni.
C'è altresì da sottolineare che il numero complessivo di utenti con ferite al capo è così distribuito tra i diversi mezzi di trasporto: automobilisti 40%, pedoni 39%, motociclisti 12%, ciclisti 8%. Di fronte a questi numeri qualcuno potrebbe provocatoriamente proporre il casco obbligatorio a tutti i pedoni ma evidentemente, come per i ciclisti, le migliori misure per diminuire gli infortuni sono quelle che incidono sulla velocità dei veicoli motorizzati (zone 30, rispetto dei limiti in città) e la tutela degli spazi della mobilità dolce (piste ciclabili in sede protetta e continuità delle stesse nelle aree extraurbane).