Ama Roma sulle macchine mangia-vetro: possono migliorare decoro ed educare i cittadini
Intervista di Eco dalle Città al Presidente di Ama Roma, Marco Daniele Clarke, sull'iniziativa "Adotta una piazza", che prevede l'installazione di macchine "mangia-vetro" nelle piazze della movida romana
27 May, 2010
Quali sono le dimensioni dell'abbandono delle bottiglie di vetro nelle zone del divertimento notturno? Esistono contenitori tradizionali (campane) per la raccolta del vetro?
L’abitudine di abbandonare nottetempo le bottiglie di vetro sul suolo pubblico riguarda in particolare alcune microaree della cosiddetta “movida” romana: pur se relativamente circoscritto dal punto di vista territoriale, questa pessima consuetudine costringe gli operatori ecologici in servizio in quelle zone a turni di lavoro straordinari e ha un impatto notevole sul lavoro quotidiano per mantenere il decoro. Per avere un’idea del fenomeno, si pensi che la scorsa estate, a piazza dell’Immacolata (quartiere San Lorenzo), ogni mattina le squadre Ama raccoglievano oltre 700 bottiglie da terra, con un costo per il servizio “extra” di circa 2500 euro. Le nuove macchine “mangiavetro” installate in via sperimentale presso alcuni bar ed enoteche nel 3° e 1° municipio, possono indurre comportamenti più rispettosi dell’ambiente nei giovani che consumano bevande sul posto e possono anche produrre risparmi sui servizi di pulizia e raccolta dei rifiuti. Si ricorda che tutti i contenitori in vetro, anche nel resto della città, possono essere avviati a recupero se conferiti correttamente negli appositi cassonetti blu per vetro, plastica e metallo. A Roma, inoltre, permangono anche (poche) “vecchie” campane per il vetro, posizionate in alcune zone della città dove è difficile l’accesso ai compattatori standard. La raccolta differenziata del vetro, sia con le postazioni stradali che con il “porta a porta”, continuerà però ad essere incentivata attraverso il contenitore unico per il cosiddetto “multi materiale” (vetro raccolto insieme a plastica e metallo e separati a valle). In passato si è valutata la possibilità di differenziare il vetro da solo, ma il rapporto costi-benefici è risultato sfavorevole.
Quali sono stati i risultati della sperimentazione della prima macchina installata in piazza dell'Immacolata? Vi è stata una consistente riduzione delle bottiglie e dei frammenti di vetro nella zona?
Nella zona di San Lorenzo, tipico quartiere dei raduni giovanili notturni, le bottiglie venivano quasi sempre gettate a terra e la piazza, soprattutto nei fine settimana, fino all’alba sembrava un campo di battaglia. I risultati sono stati incoraggianti. Dove è stata installata la macchina, il deposito di vetro a terra si è ridotto molto. Quello della “mangiavetro” è, dunque, un esperimento positivo e interessante a cui l’Azienda Municipale per l’Ambiente guarda con interesse.
Chi finanzierà i futuri "buoni bevanda" che verranno erogati per ogni bottiglia inserita?
Il sistema è in fase sperimentale. Inizialmente se ne sono occupati il III Municipio di Roma, Italgrob (federazione italiana distributori bevande) e, come sponsor, Birra Peroni Spa. Ama si occupa della supervisione del progetto e cura la raccolta delle bottiglie depositate nella macchina mangiavetro. L’obiettivo, a livello municipale, è di coinvolgere il maggior numero di esercizi e di trovare adeguate soluzioni, ad esempio, per il pagamento della tariffa di occupazione di suolo pubblico. Il meccanismo incentivante dei “buoni” per le consumazioni dipende dagli accordi tra i distributori e gli esercenti.
In alternativa, non è stata valutata la possibilità di introdurre il meccanismo del vuoto a rendere (cauzione per la bottiglia di vetro)?
Anche l’eventuale meccanismo di cauzione o vuoto a rendere per le bottiglie non dipende da Ama. L’azienda si occupa della gestione integrata dei servizi di igiene urbana e del ciclo dei rifiuti. Nuove disposizioni e norme per contrastare l’“usa e getta” imperante della società dei consumi, stimolare il riutilizzo dei contenitori e la riduzione a monte degli scarti da trattare sarebbero, ovviamente, benvenute e il management di Ama ne seguirebbe i possibili effetti con grande attenzione.