Bike sharing in Piemonte: oltre venti realtà a confronto
Una ricerca a cura di Marco Menonna dell'Associazione Culturale IZMO mostra le alterne fortune del bike sharing in Piemonte prima dell'avvio a Torino. Il documento si apre con una panoramica sui sistemi attuali di bike sharing attraverso casi-studio scelti per individuare le buone e le cattive pratiche e dare consigli per le future scelte di mobilità
04 June, 2010
Alla vigilia dell'inaugurazione del bike sharing torinese, presentiamo una ricerca di di Marco Menonna dell'Associazione Culturale IZMO sulle particolarità piemontesi del bike sharing come fenomeno tipico della modernità. Nella ricerca viene effettuata una panoramica sui sistemi attuali di bike sharing in Piemonte. I casi-studio scelti servono per giudicare le buone e le cattive pratiche, per analizzare i tipi di finanziamenti concessi e per mettere in guardia dal rischio di soluzioni mimetiche che poco hanno a che vedere con un sistema di bike sharing che possa contribuire a migliori (più efficaci ed efficienti) scelte di mobilità dei cittadini.
Il Piemonte è la regione italiana già maggiormente coinvolta dal fenomeno bike-sharing. La condivisione d'uso della bicicletta per gli spostamenti urbani è un fenomeno di rilevanza globale che in poco più di cinque anni si è diffuso a macchia d'olio su oltre 200 città di tutto il mondo. Da Parigi a Montreal, da Tehran a Hangzhou (CINA) le esperienze e le tecniche per rendere la condivisione della bicicletta sono state molteplici: numerose metropoli ipermoderne stanno già sperimentando da anni un sistema di bike sharing (a Lione il sistema venne lanciato nel 2005); altre, come Torino e Londra, partiranno a breve.
Il Report sul bike sharing in Piemonte analizza situazione, politiche e progettualità relative alla diffusione delle biciclette pubbliche partendo da alcuni casi studio. Il panorama piemontese si caratterizza per un'atomizzazione dei sistemi, nati di norma dall'iniziativa di ciascun Comune e sprovvisti di un modello per la loro integrazione in rete.
Nel 2005, Cuneo è stata la prima città in Italia (e tra le prime al mondo) a dotarsi di un sistema di noleggio elettronico. Lo stesso sistema di Cuneo è quello che si è poi diffuso in tutta Italia ed anche all'estero. Savigliano, che pure è partita molto presto con il bike sharing, è oggi la città italiana con il miglior rapporto tra abitanti e colonnine per il prelievo di biciclette funzionanti, ed ha saputo integrare il bike sharing con altri interventi educativi e normativi a favore di un centro abitato maggiormente adatto alla circolazione pedonale e ciclabile. Collegno, Rivoli, Grugliasco, Venaria Reale, Alpignano e Druento hanno fatto partire nell'ambito delle attività del Patto Terrioriale Zona Ovest un sistema di bike sharing integrato sono un felice esempio di cooperazione.
Quello che emerge da questa analisi è la necessità di una maggior riflessione legata all'opportunità di lanciarsi nella promozione di un servizio che può avere degli ottimi ritorni solo in presenza di una taglia minima di investimento e di una presa in considerazione dei costi legati alla manutenzione dei sistemi. Perché questi sistemi funzioninmo è insomma necessario che vengano considerati nell'ambito delle loro (sotto certe condizioni) reali potenzialità sulla mobilità urbana e sulla promozione dell'uso condiviso piuttosto che apprezzati per le loro presunte capacità di risoluzione dei problemi ambientali.
L'indagine arriva quindi alla conclusione che:
- è necessaria una taglia minima di investimento per una buona riuscita del bike sharing;
- esiste un'emergenza del problema della manutenzione dei sistemi. Questo problema viene poco considerato nel momento della progettazione dei sistemi (biciclette poco adatte all'uso condiviso) e anche nel momento della loro realizzazione (mancata previsione in bilancio dei costi di manutenzione del sistema)
- la criticità dovuta alla presenza sul territorio di un unico operatore che, se da un lato ha portato al grosso vantaggio di una standardizzazione dei sistemi (non pienamente sfruttata, dal momento che si deve ancora procedere verso l'integrazione orizzontale dei servizi), dall'altro rischia di essere un freno per l'innovazione.
Clicca qui per vedere il Report sul bike sharing in Piemonte di Marco Menonna dell'Associazione Culturale IZMO