Ciclofobia. Continuano le lettere di pedoni contro ciclisti. "A mia moglie rotto il femore"
A ondate periodiche, in varie città, arrivano flussi di lettere ai giornali contro i ciclisti. Eccone una particolarmente forte, pubblicata da Specchio dei Tempi de La Stampa di Torino del 14.06.2010
14 June, 2010
«Mia moglie e io camminiamo molto, e ogni giorno siamo sfiorati da ciclisti che a velocità imprudenti non si preoccupano dei pedoni, sia che siano sulle strisce pedonali, sia sui marciapiedi o sotto i portici. Quando ci sono le piste ciclabili spesso non vengono utilizzate, ma i ciclisti viaggiano nelle zone che dovrebbero essere riservate ai pedoni. Mia moglie è già stata investita una volta, riportando la frattura del femore. Le innumerevoli segnalazioni e le lamentele riportate su La Stampa o inviate ai vari responsabili della viabilità non hanno avuto alcun risultato, e la situazione sta peggiorando con l’aumento della presenza dei ciclisti dovuto alla buona stagione, e con la consueta assenza di controlli». Flavio Rossi
Convivere è difficile per bici, auto e pedoni - un video de La Stampa di Torino del 15.06.2010 sulla convivenza tra ciclisti, automobilisti e pedoni, tra divieti non rispettati, piste usate come parcheggi e marciapiedi usati come piste
7 commenti
Scrivi un commentoAlessandro
17.10.2011 16:10
Devo dire che sono stufo di vedere portici e marciapiedi invasi da ciclisti. Oltretutto offendono chi dice loro di stare attenti come se fossero i padroni della città e le autorità se ne fregano. A La Spezia bisogna anche stare attenti quando si svolta l'angolo di un palazzo... Dobbiamo unirci e manifestare nelle varie città.
Luisa. B
23.09.2010 12:09
Spesso passeggio sulle sponde del fiume Po con amici, tra i
ponti Sassi e Regina Margherita.
Un luogo piacevole, ma da parecchio tempo è invaso da ciclisti forsennati che
sfrecciano come saette mettendo a rischio l'incolumità delle persone.
Due settimane fa, infatti, una signora è stata sfiorata da un ciclista che ha proseguito
la sua folle corsa fregandosene di averla spaventata. E per aggravare la
situazione, si aggiungono cani definiti pericolosi senza museruola e spesso
liberi.
Sono poche le cose che fanno piacere e passeggiare in un luogo tranquillo, a
contatto con la natura, è una di quelle. Perché qualche stolto deve
impedircelo?
Le lamentese su questo argomento sono tante, perchè chi dovrebbe intervenire non lo fa? Come sempre si aspetta il peggio?
Distinti saluti
Luisa
Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano
17.06.2010 07:06
Come Coordinamento (www.abruzzoinbici.it) ci siamo occupati spesso di sicurezza stradale e di rispetto delle regole da parte di tutti gli utenti della strada, e soprattutto dei ciclisti. Il problema è che gli indisciplinati vanno puniti, che siano ciclisti, automobilisti, motociclisti o pedoni. Le norme non esistono per caso e solo il rispetto delle stesse può evitare tragedie. Serve il buon senso da parte di tutti....
Sandro
17.06.2010 06:06
Premessa: Io vivo in una città tra le più ciclate e ciclabili d'Italia, NON ho un suv (ne proibirei la vendita...), uso auto a metano, mezzi pubblici e bici MA preferisco ancora di più andare a PIEDI. Volendo focalizzarsi sui ciclisti, per la mia esperienza noto che il maggior problema deriva dal fatto che il ciclista medio (che poi è spesso lo stesso automobilista che per scelta usa la bici) ritiene che le norme del codice stradale NON si applichino alle biciclette, tutto qui. Perchè mai ? Mah... Probabilmente perchè le considera una "estensione meccanizzata" dell'andare a piedi. Di qui il fatto di viaggiare allegramente contromano o fuori dalle piste ciclabili, sui marciapiedi, passare col rosso, guidare con una sola mano perchè impegnati col telefonino, non voler utilizzare il casco e così via. E' quindi una questione di EDUCAZIONE! A tale proposito concludo con una storia, ho appena passato il fine settimana sul lago di Como: frotte di ciclisti da corsa a sfrecciare sulle bellissie strade del lago. MAI li ho visti fermarsi ad un semaforo rosso! ...piuttosto hanno effettuato manovre incredibili pur di non toccare il vile asfalto con le loro preziose scarpine.... Buona passeggiata a tutti!
Edoardo Galatola
16.06.2010 10:06
Vi saluto, sono il responsabile sicurezza FIAB e vorrei ricondurre il dibattito a toni più pacati e rispettosi, ma anche più efficaci. Leggo con tristezza e rassegnazione il periodico ripetersi di sfoghi tra quelle che sono le vittime di un sistema poco efficiente di mobilità e vivibilità dei centri urbani. A me ricordano i polli di Renzo che si beccavano prima di farsi tirare il collo.
Parto da una considerazione: ci sono persone beneducate e maleducate in tutti i gruppi sociali e quindi, restando nel merito, anche tra i pedoni, i ciclisti, i motociclisti, gli automobilisti, ma anche tra i conducenti di carrarmati. Un sistema efficiente di infrastrutture e regole riduce i conflitti, mentre un sistema inefficiente quale è il nostro li amplifica. Efficienza significa lasciare spazi di mobilità sicura a tutti gli utenti della strada (e qui recitando una specie di mantra ripetiamo di richiedere prima l'estensione capillare delle zone 30 e poi la realizzazione di ciclabili e non viceversa). Quando invece c'è la ha percezione di pericolo spesso si attuano tecniche di sopravvivenza e di occupazione di spazi comuni. In questi casi cortesia e rispetto degli altri richiedono di evitare prepotenze assolutamente controproducenti. Difficile inoltre generalizzare: se esiste una ciclabile ben utilizzabile e non viene percorsa invadendo il marciapiede il comportamento è sicuramente scorretto e sanzionabile; se però la ciclabile è solo di nome e non di fatto e il traffico automobilistico è troppo veloce le cose cambiano completamente.
C'è però un grande discrimine tra i diversi utenti della strada ed è la capacità di procurare danno a sé ed agli altri. Infatti il danno cresce esponenzialmente con l'energia cinetica del veicolo: massa per velocità al quadrato.
Un pedone o un ciclista maleducato che investe qualcun'altro (ripeto, comportamento disdicevole che danneggia l'intera categoria) può produrre sbucciature e talvolta mandare l'investito all'ospedale (come è sicuramente successo al signor Flavio che ha ragione di lamentarsi per quanto occorso a sua moglie) ma se il maleducato è l'automobilista, questi manda sicuramente gli investiti al cimitero (non pensiamo cosa potrebbe fare un carrista maleducato...).
Tra utenti deboli della strada è bene pretendere attenzione, ma concentrare gli sforzi per pretendere una diversa organizzazione degli spazi e delle città, riducendo le velocità di punta e migliorando la fluidità del traffico e la sua sicurezza; alla fine facendo un favore di efficienza anche ai conducenti di mezzi motorizzati privati, che poi siamo sempre e ancora noi stessi.
Un saluto a tutti
Edoardo Galatola
Daniele
16.06.2010 09:06
Dopo il successo delle ultime manifestazioni ciclistiche era SCONTATO che sarebbero partite le polpette avvelenate e le campagne di diffamazione. Cari commercianti e lobby degli autosauri, rassegnatevi! Le bici sono qui per restare e aumentare! Farete bene ad adattarvi. Noi infatti chiediamo certezze, regole, tragitti sicuri! Ficcatevi in testa che la bicicletta, come il trasporto pubblico, è INTERESSE GENERALE, che non si ferma davanti agli interessi particolari! Contrapporsi ai ciclisti significa contrapporsi a SE STESSI e al PROPRIO interesse.
Paolo
15.06.2010 21:06
Numeri.
Vogliamo i NUMERI: quanti morti e quanti feriti investiti da bici in un anno?
Poi confrontiamo con le auto e parliamo di quali sono i VERI problemi.
Lo scrivo almeno qui, perchè su Specchio dei Tempi da quell'orecchio non ci sentono (sentono solo dall'orecchio degli inserzionisti forse...)