La Gelmini, la scuola e...l'educazione ambientale
Rassegnazione e frustrazione per chi opera nell'educazione ambientale. Intervista a Vittorio Cogliati Dezza, Vanessa Pallucchi di Legambiente e Mario Salomone direttore di .eco
22 October, 2008
Manifestazioni numerosissime e partecipate. Scioperi degli insegnanti, università e rettorati occupati. In questo scenario ci siamo chiesti che cosa comporta la riforma Gelmini per le attività amiche dell'ambiente che fino ad oggi riguardavano anche la scuola.
Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente
la riforma Gelmini cosa comporta per l'ecologia e l'educazione ambientale nelle scuole?
Continuiamo a chiamarla riforma ma in realtà sono tagli di risorse. Risorse umane e economiche...Per quello che per ora si capisce, la "riforma" parla solo del ripristino del 5 in condotta, e del rilancio dell'ora di educazione civica...per il resto son solo tagli.
E l'educazione ambientale?
L'educazione ambientale è un ambito che viene affrontato trasversalmente. Gli insegnanti possono farla rientrare nel 20% di tempo che a loro discrezione viene usato per le attività che possono non riguardare la materia di insegnamento.
Quindi si fa affidamento alla buona volontà degli insegnamti, che - se hanno voglia e tempo - all'interno del normale orario di lavoro potrebbero scegliere di approfondire alcuni aspetti?
Esattamente...lo stato risparmia scaricando sugli enti locali con tutto quel che ne consegue.
Si prevedono tempi duri per i progetti che finora la scuola ha approvato proposti e portati avanti da soggetti esterni alla scuola, come appunto Legambiente ?
Anzitutto sono troppi i progetti fatti e troppi quelli seguiti da soggetti esterni alla scuola...In questo modo gli insegnanti vengono deresponsabilizzati! E' il consiglio di classe, è la scuola che deve progettare per poi utilizzare le competenze esterne per far riuscire i "suoi " progetti.
Oltre a non esserci molte certezze non ci sono ipotesi rosee, quindi?
Putroppo no. La scuola italiana è stanca, mancano le energie e gli insegnanti non sono motivati.
Dopo il presidente sentiamo Vanessa Pallucchi, responsabile Legambiente scuola e formazione, puntualizza che che cosa sta già accadendo
Con la riduzione dell'orario è in corso un ridimensionamento delle attività trasversali che comprendono anche ma non solo l'educazione ambientale. E lo stesso vale per le uscite esterne...prima gli insegnanti erano coinvolti in gite, in progetti di ampio respiro...ora non c'è il tempo perchè si possano svolgere queste attività!
Perchè, in mancanza di fondi gli approfondimenti extrascolastici vengono relegati alla volonta e al tempo lavorativo degli insegnanti
Si, e con tutto quello che hanno da fare per la normale routine dell'insegnamento, queste 9 milioni di persone, che non hanno ancora ben chiaro il futuro che li aspetta, non sono aiutati ad impegnarsi...la mancanza di prospettive certe si fa già vedere: gli insegnanti già adesso non stanno scegliendo i progetti articolati su due anni che sono progetti complessi e strutturati. E questo perchè non conoscono quello che tra due anni sarà del loro lavoro.
A rinforzo dei pareri di Legambiente anche Mario Salomone, presidente dell'Istituto per l'Ambiente e l'educazione Scholè futuro, nonchè direttore del mensile .eco
E' la linea culturale complessiva che prevede la riforma Gelmini che non torna! L'educazione ambientale dovrebbe essere educazione alla cittadinanza planetaria. Il '68 accusato di ogni ignominia, facendo appello all'anima più tradizionalista dell'opinione pubblica e tutto quello che ne consegue, beh, questo non fa di sicuro bene all'educazione ambientale come la concepiamo noi...
e ciòè?
Un modo di intenderla - che è quello che sta passando come modello - è quello di non dare fastidio a nessuno, formendo solo strumenti tecnici per capire, ad esempio, come fare la raccolta differenziata. Per me l'educazione ambentale deve dare e deve richiedere senso critico: e questo non può scaturire da una situazione come quella attuale, che prevede la competitività, la privatizzazione, e che vede l'Italia contestare le decisioni della Ue (l'Italia in questi giorni è capofila del fronte del "no" in materia di contenimento delle emissioni climateranti, ndr), oltre che per il rilancio del nucleare.
Nel dettaglio qual'è la situazione per la realta di cui è lei presidente?
Noi non abbiamo progetti diretti nelle scuole. Siamo sostenuti dalle pubbliche amministrazioni. E proprio queste, non credono nell'educazione ambientale.
Quindi a parte i tagli che con buona probabilità ricadranno anche sulle vostre attività la faccenda è ancora più triste...
Il problema è multiforme ed ha radici più profonde.
Quando ci sono pochi soldi, si sceglie di spenderli per le emergenze sociali ..in un Paese come il nostro, culturalmente e ambientalmente arretrato, il pensiero di Lester Brown (fondatore del World Watch Institute) che in tanti stanno finalmente facendo loro, per noi è ancora, putroppo fuori portata.