Napoli, con il primo caldo Pm10 fuori controllo e centraline in vacanza
Eco dalle Città ha analizzato, proseguendo l'inchiesta sullo smog a Napoli, i dati del Pm10 relativi al periodo che va dal 29 giugno al 6 luglio 2010. Il quadro emerso è tutt’altro che confortante: valori fuorilegge e mancato rispetto delle norme relative alle stazioni minime di misurazione, sintomi di un’Arpac in preda all’anarchia. Il contrario di ciò di cui necessita un corretto monitoraggio ambientale
08 July, 2010
L’analisi svolta da Eco dalle Città sui dati delle polveri sottili a Napoli, nel periodo che va dal 29 giugno al 6 luglio, durante il primo caldo estivo, ha evidenziato un quadro tutt’altro che confortante.
Se nelle ultime settimane i valori relativi al particolato sembravano essersi stabilizzati, con il primo caldo estivo le centraline, quelle in funzione, hanno registrato tutte superamenti dei limiti consentiti di Pm10. Ma oltre ai superamenti sono emersi anche altri aspetti importanti. Non è ad esempio stato possibile svolgere il lavoro su tutte le stazioni, ma si sono dovute considerare solamente le centraline funzionanti: “Ospedale Santobono” e “Osservatorio Astronomico”.
La centralina “Ospedale Santobono", posizionata al Vomero, ha fatto registrare ben 6 superamenti dei limiti su 8 giorni, dal 29 giugno al 4 luglio, con valori medi quotidiani di 90 ug/m3. A partire dal 5 luglio sono poi misteriosamente scomparsi i dati dei rilevamenti di “Ospedale Santobono”, celati dietro un laconico N.D. che si potrebbe interpretare come “non disponibile”, “non dichiarabile”, o “non dovuto”. E il settimo giorno, la centralina, si riposò verrebbe da pensare; ma anche l’ottavo.
Con la centralina “Santobono” in vacanza l’unica stazione che ha permesso un’analisi uniforme durante il periodo considerato è stata la centralina “Osservatorio Astronomico”: la stazione, dal 29 giugno al 6 luglio, ha registrato 2 superamenti, ma negli altri giorni i valori medi si sono aggirati intorno ai 45 ug/m3. Considerato che l’ubicazione di questa stazione di misurazione è all’interno di un area verde i dati sono allarmanti quanto quelli di “Santobono”.
Negli 8 giorni “campione” abbiamo già detto che la maggior parte delle centraline non risultavano in funzione, o meglio, non lo erano per le misurazioni del Pm10 (per quanto attiene le misurazioni degli altri inquinanti i dati erano forniti quasi regolarmente). Ricordiamo che la legge attuale, in attesa del recepimento della Direttiva 2008/50/CE, prevede che in agglomerati urbani con oltre 1 milione di abitanti (Napoli conta 1.004.500 abitanti secondo l’ultimo censimento), debbano essere minimo 4 i punti di campionamento per misurazioni in siti fissi, ovviamente tutti in funzione. Sembrerebbe quindi che l’Arpac non stia rispettando questa norma contenuta nell’Allegato IX del D.M.60 del 2002.
Durante questi 8 giorni infatti oltre alle 2 centraline “Santobono” e “Osservatorio” l’Arpac ha fornito dati delle altre centraline in maniera random.
Il 29 giugno “Vanvitelli” ha registrato 73 ug/m3 e Museo Nazionale 52 ug/m3; il primo luglio “Argine” registrava 56 ug/m3; il 2 luglio “Ospedale Nuovo” 51 ug/m3, il 3 luglio sempre “Ospedale Nuovo” 64 ug/m3 mentre “Museo Nazionale” 53 ug/m3; il 4 luglio blackout; il 5 luglio “Argine” 59 ug/m3; il 6 luglio “sempre “Argine” 43 ug/m3.
Dalla sede Arpac non hanno né il tempo né la voglia di spiegare queste disfunzioni, ma fonti riferiscono che i problemi economici non permettono la corretta manutenzione delle stazioni di misurazione le quali, a questo punto, sembrerebbero abbandonate al proprio destino. Un po’ come i pochi e discontinui valori delle centraline funzionanti – che a questo punto vanno presi con le molle – e un po’ come tutta l’Agenzia, alle prese con problemi giudiziari (processo Udeur), e finanziari, per i tagli imposti dalla nuova giunta regionale. Insomma la situazione ideale per svolgere un corretto monitoraggio dell’ambiente.