La complicata vicenda dei rifiuti di Napoli e Campania/2
Sono ancora tanti i punti interrogativi su quanto sta accadendo nel capoluogo campano. La nuova emergenza rifiuti sta sicuramente mettendo in luce i punti deboli del sistema messo in piedi nel 2008, che pareva avesse chiuso la questione. Niente è come dovrebbe essere: dalla raccolta differenziata alle discariche, passando per l’inceneritore fino ad arrivare al piano regionale di gestione dei rifiuti
25 September, 2010
Se Napoli sta ripiombando nell’emergenza lo si deve a comportamenti specifici che nulla hanno a che vedere con gli impianti per lo smaltimento della spazzatura. Questa la dichiarazione di Guido Bertolaso ai microfoni di radio Kiss Kiss in merito alla nuova emergenza rifiuti napoletana.
Ma è davvero così? Per capirlo, abbiamo provato a scomporre il problema, analizzando il sistema messo a punto nel 2008, che aveva portato il governo a dichiarare che l’emergenza rifiuti fosse definitivamente risolta. Cosa accade oggi a Napoli sul fronte della raccolta differenziata e dei conferimenti in discarica? Come funziona l’impianto di Acerra? Dove è finito il piano Integrato dei rifiuti della Regione Campania? Qual è la portata della crisi finanziaria dei comuni e di chi si occupa della raccolta?
La Raccolta Differenziata:
Entro la fine del 2010 Napoli, come gli altri comuni campani, dovrebbe essere in grado, per legge, di raggiungere il 35% di RD. I dati, forniti da Asìa dicono qualcosa di diverso. Ad aprile 2010, la raccolta differenziata era a quota 18,9%. Dopo aprile Asìa non ha più aggiornato i dati, ma sia Fortini, amministratore delegato della municipalizzata, che Giacomelli, assessore all’ambiente del comune di Napoli, hanno dichiarato che attualmente non si raggiunge ancora il 20%. Giacomelli, in particolare, ha dichiarato che è impensabile che il capoluogo partenopeo raggiunga il 35%, traguardo, invece realistico per l’autunno del 2011. Questo vuol dire che la parte di rifiuti che dovrebbe andare al riciclaggio, finisce negli impianti di smaltimento.
Le discariche:
Due sono le discariche che servono Napoli: una a Terzigno e l’altra a Chiaiano. Entrambe, stando a quanto dichiara l’assessore Giacomelli, vengono aperte per 5-6 ore di notte per effettuare lo sversamento dei rifiuti. Questo perché le due discariche sono collocate in centri abitati e il passaggio in più ore dei tir carichi di rifiuti, manderebbe in tilt il traffico e porterebbe disagi per i residenti. Ogni sera, quindi, circa 60 camion carici di rifiuti, attendono le 22:00 per l’apertura delle discariche, gli stessi mezzi non possono essere dunque utilizzati per un secondo turno. A detta di Asìa, inoltre, le due discariche starebbero raggiungendo velocemente l’esaurimento, con la possibilità di avere una crisi più seria già a partire da dicembre.
L’inceneritore:
Tra stop programmati e manutenzioni improvvise, l’impianto di Acerra non hai mai funzionato a pieno regime. Da circa un mese, delle tre linee, solo una è attiva, con un inevitabile ricaduta sulla normale gestione dei rifiuti. Di fronte alle accuse mosse in questi giorni, circa il cattivo funzionamento dell’impianto, la A2A, società che gestisce l’inceneritore, ha però dichiarato che da gennaio, l’impianto ha bruciato circa 400mila tonnellate di rifiuti. Se il dato fosse vero, vorrebbe dire che l’impianto avrebbe smaltito molto più dei rifiuti prodotti quotidianamente dal capoluogo campano. A tale proposito la A2A ha dichiarato: non è da addebitare al termovalorizzatore la causa della nuova crisi rifiuti abbattutasi su Napoli.
Piano regionale di gestione dei rifiuti:
Non c’è ancora, come denunciano sia Fortini che Giacomelli. A questo proposito Caldoro, presidente della regione Campania, ha dichiarato: Finora la Regione ha svolto pienamente la sua funzione. in pochi mesi è stato approvato il Piano Regionale per i rifiuti speciali, sono in pubblicazione le ‘Linee programmatiche’ per la redazione del Piano Regionale dei rifiuti solidi urbani la cui approvazione è programmata per la fine del mese di ottobre, è stata completata la procedura amministrativa per la in cessione al Comune di Napoli dei suoli dell'impianto di depurazione di Napoli Est necessari alla realizzazione del termovalorizzatore ed è stata svolta tutta l’attività propedeutica indispensabile per l’avvio delle procedura di gara finalizzata alla realizzazione del termovalorizzatore Salerno.
Resta il problema dei 5 impianti di compostaggio, che secondo Asìa sarebbero necessari per Napoli, e che non sono ancora in progetto.
La situazione finanziaria:
Fortini lamenta la crisi finanziaria in cui versa Asìa. Secondo l’amministratore delegato della municipalizzata che si occupa della raccolta, l’azienda ha difficoltà economiche serie di fronte alla quale il governo e il ministero dell’ambiente non avrebbero mosso un dito. La municipalizzata è in debito con le aziende a cui subappalta la raccolta, come Enerambiente, il cui sciopero dei lavoratori ha mandato in tilt la città.
L’emergenza rifiuti sarebbe legata a questioni finanziarie anche per l’assessore Romano, che chiarendo quanto dichiarato qualche giorno fa, ha specificato: La crisi non è strutturale ma legata a situazioni contingenti riconducibili alle difficoltà finanziarie degli enti locali, il cui debito complessivo supera in regione Campania i 100 milioni di euro.
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