Formazione, Kyoto Club: rinnovabili ed efficienza energetica i settori chiave
Eco dalle Città intervista l'architetto Patricia Ferro, responsabile della formazione per il Kyoto Club. Non mancano le opportunità nei settori delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica, ma occorre investire con decisione sulla formazione. Le proposte dell'associazione per i giovani professionisti
08 October, 2010
Dal 2004 il Kyoto Club è attivo nel settore dell'alta formazione, con una serie di proposte in materia di sostenibilità, energia e ambiente. Ne parliamo con l'architetto Patricia Ferro, che per la celebre associazione si occupa proprio del settore della formazione.
Quali sono i settori in cui è attivo il Kyoto Club dal punto di vista della formazione?
Negli anni ci siamo dedicati a tematiche molto diversificate, inclusa la mobilità sostenibile e il cambiamento climatico, ma i campi in cui siamo più attivi sono quelli dell'efficienza energetica – nell'edilizia e nel settore industriale – e delle fonti rinnovabili.
A chi si rivolgono i vostri corsi?
Il Kyoto Club propone sostanzialmente corsi post laurea, indirizzati dunque a giovani professionisti che vogliano specializzarsi in ambiti legati alla sostenibilità ambientale. Ci capita però di formare anche studenti degli ultimi anni dell'università, che cercano di colmare le lacune che la preparazione accademica ancora presenta dal punto di vista tecnico-pratico, anche se molti atenei stanno cercando di migliorare, da questo punto di vista. Ad oggi abbiamo formato più di 2200 tecnici e professionisti
Quali sono gli sbocchi occupazionali, in questo momento difficile per l'economia nazionale?
Il comparto del fotovoltaico, grazie ai sistemi incentivanti varati dagli ultimi governi, in realtà rappresenta uno dei settori trainanti per la nostra economia traballante. Non a caso, formiamo molti progettisti di impianti fotovoltaici ma anche avvocati e commercialisti, e coloro che dovranno gestire questi grandi impianti per i quali gli sbocchi non mancano. Da quando poi è stata introdotta la certificazione energetica obbligatoria per la compravendita, ristrutturazione e fabbricazione di immobili, è in crescita anche la domanda di certificatori, per i quali però ci sono ancora molti problemi legati alla disomogeneità dei quadri normativi regionali e alla scarsa qualità che inizialmente affliggeva i corsi abilitanti riconosciuti dalle Regioni. In questo settore siamo particolarmente attivi, formiamo sia certificatori riconosciuti in Regione Lombardia che in Emilia Romagna.
Quest'anno avete attivato anche degli scambi culturali con la Germania. È diversa all'estero la preparazione tecnica in materia ambientale? E, più in generale, l'attenzione alla cultura della sostenibilità è maggiore?
Noi ci siamo confrontati con la città di Friburgo, che rappresenta un modello assoluto nella sostenibilità in ambito urbano. È una città pluripremiata, in cui la qualità della vita è di gran lunga superiore a quella delle città italiane di pari grandezza, ma è chiaro che per raggiungere un risultato simile ci sono voluti anni di lavoro, di lotte e di sensibilizzazione dei cittadini. Gli architetti che escono dalle università tedesche, ad esempio, sono già preparati su questi temi, a differenza di quelli italiani.
È un momento critico per l'educazione e la comunicazione ambientale nel nostro paese: le risorse, mai state abbondanti, scarseggiano sempre di più. Cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione? In quali settori si dovrebbe insistere maggiormente?
È fondamentale che il governo capisca che i settori dell'efficienza e delle rinnovabili rappresentano un mercato in forte espansione, in cui investire anche dal punto di vista della formazione e della comunicazione. In particolare, credo che sarebbe utile puntare sull'efficienza energetica degli edifici, un fronte sul quale siamo ancora piuttosto indietro. Qualcosa è stato fatto con le detrazioni del 55%, ma l'operazione non ha dato i frutti sperati, soprattutto a causa della difficoltà nel compilare la documentazione necessaria e nella mancanza di informazione adeguata.
Bisogna puntare sull'educazione delle giovani generazioni?
Certamente. E in effetti, i più piccoli sono già molto avanti nella consapevolezza e conoscenza delle questioni legate alla sostenibilità, anche grazie all’accesso che hanno all’informazione su internet, sia anche alla facilità che dimostrano con l’uso dei sistemi informatici, strumento chiave in un futuro per aumentare l'efficienza energetica in tutti gli ambiti della nostra vita quotidiana.