Cittalia 2010: Torino seconda città più "climalterante" dopo la capitale
Diffuse le prime anticipazioni sul rapporto redatto dalla fondazione Anci Ricerche. Nella classifica delle città più “climalteranti” d'Italia, Torino si colloca al secondo posto alle spalle di Roma. Per neutralizzare le emissioni di CO2 del capoluogo torinese, servirebbe una superficie boschiva pari a quasi due campi di calcio per ogni abitante
12 October, 2010
La fondazione Anci Ricerche ha diffuso le prime anticipazioni sul rapporto “Cittalia 2010. Cittadini sostenibili”, che confronta l'impatto sul clima degli abitanti delle 15 maggiori città italiane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Trieste, Torino e Venezia). I ricercatori hanno stilato la loro classifica sulla base di quattro parametri (i consumi elettrici domestici, i consumi di gas domestici, la produzione e l'incenerimento dei rifiuti, il trasporto privato di persone tramite autoveicoli e ciclomotori), impiegati per calcolare le emissioni di gas serra imputabili alle varie aree metropolitane. Va male alla città di Torino, che nel 2009 ha totalizzato 2.303 kg annui di CO2 per abitante, classificandosi al secondo posto (alle spalle di Roma), ben al di sopra della media nazionale di 1.804 kg pro capite. Un dato che si ripercuote sulle emissioni complessive, quantificabili in circa 2.094 migliaia di tonnellate, superiori anche in questo caso al valore medio calcolato per le 15 città (1.261 migliaia di tonnellate).
Una situazione preoccupante, che, oltre ai costi ambientali, presenta anche un risvolto economico significativo. Per questo i ricercatori dell'Anci hanno cercato di “monetizzare” l'impatto delle emissioni di gas serra, utilizzando due metodi differenti. Il primo, basato sul prezzo di mercato della CO2 emessa (e giudicato un parametro «discutibile» dagli stessi redattori del rapporto) vede in testa Roma, con oltre 92,6 milioni di euro, pari a 34,9 euro pro capite, a cui seguono Milano (33,8 milioni di euro, 26,7 euro a testa) e ancora una volta Torino (poco meno di 30 milioni di euro, 33,4 euro per abitante). La situazione non cambia in modo significativo se si basa il calcolo su un altro parametro, ovvero la superficie boschiva che sarebbe necessaria per neutralizzare le emissioni. Anche in questo caso, Torino si colloca subito alle spalle della capitale, con una superficie boschiva pro capite necessaria per la compensazione di 1,44 ettari, pari a quasi due campi di calcio.
Va appena meglio sul fronte di quella che i ricercatori definiscono “attenzione all'ambiente”, valutata confrontando i progetti inseriti nel Programma triennale 2010-2012 delle opere pubbliche delle 15 città analizzate. Il capoluogo piemontese, infatti, insieme a Genova, Catania e Palermo, è in linea con la media nazionale, che prevede che il 48% del budget totale per le opere infrastrutturali sia destinato a progetti di valenza ambientale.