Ecosistema Urbano 2010: la Puglia migliora, solo Foggia perde posizioni
Presentati a Bari, per la parte pugliese, nella sede regionale di Legambiente, i risultati della XVII edizione di Ecosistema Urbano, l'annuale ricerca di Legambiente, di Ambiente Italia e del Sole 24 Ore, sullo stato di salute ambientale dei comuni capoluogo italiani. La Puglia migliora, ma Foggia perde ben 5 posizioni piazzandosi al 87° posto (-5). In particolare Bari si piazza al 54°posto (+7), Brindisi al 61° (+9), Taranto al 64° (+2) e Lecce al 71°(+10)
18 October, 2010
L’indagine Ecosistema urbano 2010, è stata realizzata attraverso questionari e interviste dirette ai 103 comuni capoluogo di provincia e sulla base di altre fonti statistiche, con informazioni su 125 parametri ambientali, sintetizzati in 25 indicatori di qualità ambientale, per un corpus totale di oltre 125mila dati, che fanno riferimento all’anno 2009.
In conferenza stampa hanno commentato i dati, Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia alla presenza di Guglielmo Minervini, Assessore Infrastrutture strategiche e mobilità della Regione Puglia e Giorgio Assennato, Direttore Generale dell’ARPA Puglia,
“Ecosistema Urbano è diventato un importante punto di riferimento per valutare la qualità ambientale delle città, che oggi possono e devono essere il fulcro del cambiamento”, dichiara Francesco Tarantini. “E’ una Puglia sostanzialmente ferma. Restano al palo le isole pedonali, le ZTL, il verde urbano, le piste ciclabili, la raccolta differenziata, scarsamente utilizzato il trasporto pubblico, non diminuiscono le perdite delle reti idriche, non decollano le politiche energetiche e il solare termico e fotovoltaico sugli edifici comunali (fotovoltaico strutturale). L’unica nota positiva è il risultato conseguito da Bari quale prima città del sud ad aver adottato il bike sharing”.
Veniamo ai dati pugliesi. Nella classifica generale le città capoluogo migliorano di qualche posizione ad eccezione di Foggia, 87° posto. Bari si piazza al 54° posto, Brindisi al 61°, Taranto al 64° e Lecce al 71°. La nuova provincia di BT non entra in classifica perché Andria e Barletta non hanno risposto al questionario e Trani ha fornito dati insufficienti. Di seguito nello specifico alcuni dei commenti sui risultati della Puglia divisi per argomenti.
ARIA
dall’esame dei tre indicatori (Biossido di Azoto, PM10 e Ozono) emerge che la qualità dell’aria migliora di poco nelle città capoluogo pugliesi.
Emissioni di Biossido di azoto: Lecce e Taranto migliorano
Emissioni di Polveri sottili: Bari e Lecce migliorano
Emissioni di Concentrazione dell’ozono: migliorano solo Bari e Brindisi
ACQUA
Il consumo giornaliero pro capite di acqua potabile resta alto a Lecce (166,7 litri pro-capite) e più basso a Foggia (131,8 litri pro-capite).
Sulle dispersione di acqua dalla rete il dato preoccupante rimane quello di Bari.
Sulla capacità di depurazione degli scarichi civili risulta migliore la città di Lecce e peggiore quella di Taranto.
RIFIUTI
Sul fronte rifiuti ed in particolare sulla produzione annuale pro capite di rifiuti urbani, Foggia ne produce di meno 563,5 kg di rifiuti per abitante mentre Lecce è la città che ne produce di più 663,1 kg di rifiuti per abitante.
La raccolta differenziata rimane sempre al palo, ancora lontanissima dagli obiettivi di legge e con quasi tutti i capoluoghi in coda alla classifica.
A Brindisi si registra la performance migliore con il 23% di raccolta differenziata mentre la situazione peggiore è quella di Taranto, agli ultimi posti della classifica con il 7,9%.
TRASPORTI
Nel trasporto pubblico, sia sul fronte passeggeri trasportati annualmente per abitante che su quello inerente la percorrenza annua per abitante, Bari registra la peggiore performance tra le grandi città.
Sul tasso di motorizzazione, ossia il numero delle auto circolanti, la migliore è Foggia al 10° con 56 auto circolanti ogni cento abitanti mentre la peggiore è Lecce con 68 auto circolanti. Per il tasso di motorizzazione dei motocicli, Foggia si riconferma al primo posto della classifica generale con il valore più basso ossia 5 motocicli ogni 100 abitanti mentre ancora una volta Lecce è la peggiore con 12 motocicli ogni 100 abitanti.
MOBILITA’ SOSTENIBILE
Per quanto riguarda le isole pedonali, Brindisi è la peggiore, ultima in classifica.
Per le zone a traffico limitato e per le piste ciclabili, Lecce è il migliore capoluogo pugliese.
Prendendo in considerazione l'indicatore della mobilità sostenibile (autobus a chiamata, controlli elettronici ZTL, tariffe per intermodalità, sistema di pedaggio urbano (tipo Ecopass), parcheggi interscambio bici, presenza del mobility manager, bike sharing, car sharing, Piano mobilità ciclabile e di quello per gli spostamenti casa-lavoro) Bari entra nella top ten dei capoluoghi italiani più virtuosi piazzandosi al 6° posto della classifica generale quale riconoscimento per essere stata la prima città del sud (quasi tutte indifferenti a questo tema) ad aver adottato il bike sharing (15 postazioni e 170 bici a cui si aggiungeranno altre 16 postazioni e 160 bici).
VERDE URBANO
Il verde urbano fruibile rimane al palo in tutti i capoluoghi.
CONSUMI
Per quanto riguarda il consumo annuale pro capite di carburante e il consumo elettrico annuale pro capite per uso domestico, Foggia registra la migliore performance.
POLITICHE ENERGETICHE
Sul fronte delle politiche energetiche (semplificazione della procedura per l’installazione di solare termico/fotovoltaico, attuazione di attività di risparmio energetico, presenza di energy manager, acquisto di energia elettrica da fonte rinnovabile, realizzazione di banca dati edifici certificati) si registra una stasi di tutti i capoluoghi pugliesi ed in particolare la peggiore è Brindisi. Si distinguono: Lecce per il solare termico installato sugli edifici comunali con 3,63 metri quadri installati su edifici comunali ogni 1.000 abitanti, mentre Foggia per il solare fotovoltaico con 2,01 kiloWatt installati su edifici comunali ogni 1.000 abitanti.
ECO MANAGEMENT
Sull’Eco Management (utilizzo di carta riciclata negli enti pubblici, auto comunali ecologiche, l’acquisto di prodotti equosolidali, certificazione ambientale del Comune e raccolta differenziata all’interno del Comune) la migliore performance è quella di Bari al 43° posto.
PIANIFICAZIONE E PARTECIPAZIONE
Per quanto riguarda l’indice della Pianificazione e partecipazione ambientale (redazione del Piano d’emergenza, della Zonizzazione acustica, del Piano Urbano del Traffico, del Piano Energetico Comunale, processi di agenda 21, progettazione partecipata, Rapporto sullo Stato dell’Ambiente, redazione del Bilancio ambientale e/o sociale) Lecce registra la migliore performance al 30° posto.
Infine, sulla capacità di risposta della pubblica amministrazione al questionario inviato da Legambiente, sia in termini di schede consegnate che in termini di effettive risposte assegnate migliora solo Lecce mentre la peggiore è Foggia.
“La vera emergenza nelle nostre città - incalza Tarantini - è rappresentata spesso dalla scarsa lungimiranza, dalla mancanza di coraggio e di modernità da parte di chi le governa. I sindaci devono capire che la sostenibilità urbana non è mitigare le dinamiche negative (più auto, più inquinamento, più rifiuti), ritagliare in città qualche oasi verde o di marciapiede in più e rassegnarsi al resto; è invece rinnovarle, renderle più moderne e più civili anche nel segno dell’ambiente.”
Giorgio Assennato definisce i dati del dossier di Legambiente “indispensabili indicatori per la valutazione del lavoro delle Amministrazioni Comunali da parte dei cittadini. Si palesa un miglioramento di tutti i Comuni rispetto allo scorso anno, sebbene il verde urbano è ancora al palo. Foggia è invece penalizzata dall'assenza di centraline per la qualità dell'aria, per questo ARPA e Regione Puglia stanno provvedendo all'inserimento delle stesse nelle aree urbane.”
Per l'Assessore Minervini: “Le città che arretrano sono quelle che hanno ridimensionato le politiche cruciali per la qualità della vita cittadina. La modernizzazione del trasporto pubblico pugliese passa per il potenziamento dell'infrastruttura ciclistica all'interno dei centri urbani”. Conclude: “Occorrono solide politiche strutturate che producano uno shock nelle teste delle persone, tale da far tramontare il mito dell’automobile privata e per contro la bicicletta diventi un veicolo ordinario”.