A Nagoya il City Biodiversity Summit
Gestione dei rifiuti e delle risorse idriche, pianificazione urbana degli spazi verdi, politiche dei trasporti e monitoraggio della biodiversità: sono questi i principali temi che saranno affrontati al vertice mondiale di Nagoya, e che porterà alla realizzazione del City Biodiversity Index, uno strumento per valutare parametri e strategie volte a migliorare la qualità dell’ambiente urbano
22 October, 2010
di Elisabetta Mutto Accordi
Non solo Capi di stato o Ministri a Nagoya, ma anche sindaci e rappresentanti degli enti locali.
In occasione della COP 10 sulla biodiversità infatti si terrà tra lunedì 25 e martedì 26 ottobre il City Biodiversity Summit che riunirà circa 200 città di tutto il mondo.
Lo scopo è quello di produrre un testo ufficiale che verrà portato all’attenzione dei Governi in occasione dell’High Level Segment che inizierà mercoledì 27.
Alla base dell’iniziativa il concetto che è non è più pensabile agire a livello nazionale per la tutela della biodiversità senza individuare dei piani specifici per un intervento anche a livello locale.
I temi all’ordine del giorno sono quindi molti e includono la pianificazione urbana e degli spazi verdi, la gestione dei rifiuti e dell’acqua, il monitoraggio della presenza di piante e animali e della comparsa di specie aliene, le politiche dei trasporti, la realizzazione di infrastrutture, la gestione delle zone agricole e l’eccessivo sfruttamento del suolo.
Più in generale del resto lo scopo dell’incontro è anche quello di incentivare l’adozione di un approccio che consideri la biodiversità in tutti gli aspetti della vita delle città e quindi preveda strategie e interventi più complessi.
Dalle indagini emerge infatti che la presenza di biodiversità in molte zone abitate è maggiore rispetto alle attese. Secondo gli studi è vero che le aree urbane da un alto condizionano pesantemente gli ecosistemi in termini globali a causa ad esempio delle diverse forme di inquinamento, ma dall’altro ospitano un numero elevato di forme di vita.
Per questa ragione è stato sviluppato quello che viene definito il City Biodiversity Index, che verrà presentato ufficialmente la prossima settimana e riunisce un’insieme di parametri utili a monitorare i livelli di biodiversità in città e predisporre piani strategici ad hoc. L’obiettivo generale è quello di individuare degli indicatori di qualità e sostenibilità dell’ecosistema urbano. L’approccio infatti è anche quello di considerare l’insieme delle città secondo una visione di gestione estesa dei territori.
Il City Biodiversity Index considera diversi elementi fra i quali la dimensione della zone, la densità della popolazione, le emissioni di elementi inquinanti, la temperatura, la frequenza delle piogge.
A prendere la parola a partire da lunedì saranno, oltre a numerosi sindaci e rappresentanti di enti locali giapponesi, le città più diverse. Da Cape Town a Barcellona, da Gerusalemme a Londra, da Delhi a Montpellier. Ma saranno presenti anche Parigi, Sidney, Walvis Bay (Namibia), San Paolo, Manaus, Shangai, Edmonton.
Nell’ambito del City Biodiversity Summit inoltre verrà presentato anche un nuovo studio che a Nagoya sta destando grande interesse (The Economics of Ecosystems and Biodiversity (TEEB) sul valore economico della biodiversità incentrato anche sulle città.