A Minturno (Lt) sette arresti per reati legati allo smaltimento dei rifiuti
Sono sette, tra imprenditori e funzionari comunali, le persone arrestate dalla Guardia di Finanza di Formia nell'ambito dell'inchiesta sull'appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani del comune di Minturno. Sequestrate tre società e beni per un valore complessivo di circa 15 milioni euro. Legambiente: forte la presenze delle ecomafie nel Lazio
26 October, 2010
Sette persone sono state arrestate dalla Guardia di finanza di Formia nell'ambito dell'inchiesta sull'appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani del comune di Minturno, in provincia di Latina. Agli arrestati, due imprenditori di Cassino, due di Minturno e tre pubblici funzionari del Comune, vengono contestati i reati di concorso in frode nell'esecuzione di pubblici appalti e pubbliche forniture nonché di truffa ai danni di enti pubblici. Tra gli arrestati anche l'ex presidente del consiglio comunale di Minturno e attuale consigliere regionale Pdl del Lazio, Romolo Del Balzo.
Le indagini, fa sapere la Guardia di finanza, sono partite nell'agosto del 2008 con l'individuazione ed il sequestro di due aree, nel comune di Minturno, adibite illecitamente allo stoccaggio e allo smaltimento di rifiuti industriali, pari a 30.000 mq, nonché di un quantitativo di scarti pari a circa 84.000 kg. Le ordinanze di custodia cautelare, richieste dal pubblico ministero della Procura di Latina che dirige le indagini, Giuseppe Miliano, sono state disposte dal gip presso il Tribunale di Latina, Costantino de Robbio e fanno seguito a quelle già applicate nel dicembre dello scorso anno nei confronti di un imprenditore di Cassino e di un pubblico funzionario del Comune di Minturno.
Il gip ha inoltre disposto il sequestro di 3 società con sede a Roma e attive su tutto il territorio nazionale, nonche' di beni mobili, immobili e conti correnti per un valore di circa 15 milioni di euro. Dalle indagini e' emerso che le societa' coinvolte eseguivano le prestazioni in difformita' da quanto sottoscritto nell'appalto. Più in particolare, sono stati riscontrati: la mancata corresponsione dei contributi previdenziali ai dipendenti, la mancata o difforme esecuzione del servizio, la mancata esecuzione della raccolta differenziata, l'impiego di mezzi ed attrezzature obsoleti e non funzionanti, il trasferimento di mezzi e mano d'opera da un appalto all'altro, l'esercizio del servizio con automezzi privi della prevista copertura assicurativa. Tutto ciò, riferisce la Guardia di finanza, nonostante venissero ricevute, con la compiacenza di funzionari e pubblici amministratori, regolari liquidazioni e spettanze.
"I nuovi arresti - ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio - lasciano interdetti, rimandano a fatti gravi che confermano purtroppo l'infiltrazione delle ecomafie nella nostra regione". Secondo l'ambientalista, "i reati di associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture preoccupano molto soprattutto per il contesto che ne emerge, con un vero e proprio sistema che coinvolge amministratori e imprese del malaffare. Nel Lazio la criminalita' organizzata fa affari molto spesso nei settori ambientali, tra abusivismo edilizio, discariche abusive, reati legati al traffico di rifiuti, i dati del nostro Rapporto ecomafia lo evidenziano di anno in anno".
Fonte: Adnkronos