Allarme Taranto: sforamenti di diossina dall’inceneritore pubblico di Statte
Giovedì 28 ottobre 2010 l’AMIU di Taranto ha chiuso la prima delle due linee dell’inceneritore di Statte, comune a pochi chilometri da Taranto, che riceve i conferimenti del capoluogo e parte dell’Ambito territoriale Ottimale TA1. Gli accertamenti dell’ ARPA Puglia hanno mostrato un superamento di ben otto volte il limite di 0,1 nanogrammi per metro cubo. Martedì 2 novembre 2010, l’AMIU di Taranto, presso la Regione Puglia incontra gli enti competenti “per fornire le soluzioni più adeguate”
30 October, 2010
Gli accertamenti dell’Arpa Puglia sull’inceneritore pubblico di Statte di rifiuti solidi urbani, gestito dall’AMIU di Taranto, hanno evidenziato un forte sforamento di diossina. Il controllo delle emissioni ha rilevato che il limite di 0,1 nanogrammi/m3 previsto dal decreto legislativo n. 133/2005, è stato sforato di ben otto volte. Il valore rilevato dai tecnici dell’Agenzia regionale per l’ambiente è infatti di 0,8 nanogrammi/m3.
La linea 1 dell’impianto, che è entrato in funzione il 9 aprile scorso, è stato fermata. Già nel 2006, l’inceneritore fu bloccato dalla Guardia di Finanza per evidenti problemi tecnici che hanno determinato elevate emissioni cancerogene.
La dirigenza dell’AMIU ha riferito che il 27 ottobre è venuta a conoscenza di una comunicazione dell’Arpa Puglia, la quale sulla base di prelievi effettuati il 26 maggio 2010 e commissionati da Amiu (ben 5 mesi fa), dava notizia del superamento dei valori limite di diossina, ossia di PCDD/F (policlorodibenzodiossine e policlorodibenzofurani). A seguito di ciò, AMIU s.p.a. ha provveduto ad arrestare il funzionamento della linea 1 dell’inceneritore, entro le quattro ore dal superamento dei limiti di emissione, così come previsto dalla legge. I dati della linea 2 sono rientrati nei valori ammessi.
Per il PCDD/F la norma prevede misurazioni da effettuare ogni quattro mesi, e non di continuo, come avviene per il monitoraggio di altri parametri. AMIU Spa spiega che "le analisi effettuate presso l’impianto della città di Taranto sono state compiute dall’Arpa Puglia il 28 aprile 2010 sulla linea 2, e hanno fornito valori ammessi dai limite di legge. Sono poi state ripetute il 26 maggio sulla linea 1, e sono pervenuti all’azienda valori superiori alla norma". Nessun accenno nè di Arpa Puglia, nè di AMIU di Taranto al fatto che, dalla data del superamento alla data della comunicazione siano passati cinque mesi .
Amiu tiene comunque a precisare che "in campagne di prelievo effettuate successivamente, in data 15 luglio 2010 e del 02 agosto 2010, le emissioni", sono state sempre nella norma ed analoghe a quelle di aprile.
I dati di maggio, dunque, "sono tecnicamente difficili da spiegare, perché gli sforamenti sarebbero avvenuti in presenza di una temperatura di esercizio della camera di post-combustione (certificata Arpa) superiore a 1000°C, elemento necessario all’abbattimento delle diossine", che invero diventano nanoparticelle al di sotto dei 10 micron generalmente superiori a 900°C.
In ogni caso Amiu analizzerà il prossimo 2 novembre in Regione Puglia gli elementi forniti da Arpa, al fine di individuare, con il coinvolgimento di tutti gli enti competenti, i comportamenti e le soluzioni più adeguate.