La Puglia differenzia i costi istruttori per chi vuole installare impianti da fonti rinnovabili
La Giunta regionale pugliese ha approvato un provvedimento che aumenta le spese istruttorie per chi presenta richiesta di autorizzazione di impianti rinnovabili. A differenza di quello che accadeva in passato, i costi varieranno in base alla natura e alla potenza dell'impianto. La delibera è retroattiva, e riguarda le istanze presentate dal 28 aprile scorso e per le quali l'iter autorizzatorio non è ancora partito. Per la vicepresidente della Regione si tratta di «una misura per contrastare le speculazioni»
05 November, 2010
Chi vorrà installare in Puglia nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili dovrà sostenere costi istruttori più alti di quanto accadeva in passato. Lo stabilisce la deliberazione della Giunta regionale n. 2259 del 26 ottobre 2010 intitolata “Procedimento di autorizzazione unica alla realizzazione ed all'esercizio di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Oneri istruttori. Integrazioni alla DGR n. 35/2007” (vedi allegato). Il provvedimento stabilisce infatti la revisione dei costi istruttori che il richiedente deve sobbarcarsi per il procedimento di autorizzazione di impianti da fonti rinnovabili (nonché di eventuali opere connesse e infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio degli impianti stessi). La vecchia delibera regionale fissava questo importo a 1.500 euro, a prescindere dalla tipologia e dalla potenza dell'impianto.
Il nuovo provvedimento introduce invece una quota “variabile” che dipende dalla potenza nominale dell'impianto da realizzare e che va sommata al contributo fisso di 1.000 euro uguale per ogni opera. Gli oneri variabili, in particolare, sono stati fissati a 0,5 euro per ogni kilowatt di potenza elettrica nominale per gli impianti eolici e a 1 euro/kw per impianti fotovoltaici o a biomasse. Anche l'autorizzazione per realizzare eventuali opere di connessione alla rete elettrica prevede il pagamento di oneri aggiuntivi. Nel dettaglio, si dovranno pagare 1.000 euro per realizzare un collegamento alla rete in media tensione; 2.000 euro in caso di un collegamento che prevede opere in alta tensione (a 150 kilovolt); 5.000 euro in caso di realizzazione di un collegamento mediante stazione di trasformazione (380/150 kV). I costi si sommano se l'istanza di autorizzazione prevede diverse opere.
Secondo Loredana Capone, vicepresidente della Regione Puglia e assessore allo Sviluppo economico, la delibera rappresenta «un deterrente forte nei confronti degli speculatori nel campo delle rinnovabili». Oggi in Puglia sono già presenti richieste di autorizzazione per oltre 36mila megawatt, una circostanza che ha spinto la Regione a «porre un argine e allo stesso tempo creare le condizioni perché i pugliesi risparmino sulla bolletta». Ad autorizzare l'emanazione della nuova delibera sono state le Linee Guida nazionali in materia di energia rinnovabile, pubblicate lo scorso settembre, che consentono alle Regioni di adeguare gli oneri istruttori. Il provvedimento ha una validità retroattiva. Interessa infatti anche le richieste di autorizzazione presentate nei 180 giorni precedenti alla sua approvazione (quindi a partire a partire dal 28 aprile 2010) e per le quali l'iter non sia stato ancora formalmente avviato.