La qualità dell'aria in Piemonte è in miglioramento, parola dell'Arpa
Da una decina d'anni la qualità dell'aria nei cieli piemontesi è in miglioramento. Lo dicono l'Arpa e i dati delle stazioni di rilevamento della concentrazione di Pm10 nell'aria. A livello regionale, dal 2002 al 2009, la media annuale di Pm10 è passata dai 49 ai 35 microgrammi al metro cubo. Il merito di tale miglioramento andrebbe alle misure anti-smog adottate dalle amministrazioni pubbliche e dal passaggio dell'economia piemontese dal primo al terzo settore
10 November, 2010
È notizia di questi giorni che a Milano la qualità dell'aria è migliorata rispetto agli anni scorsi. Che cosa succede nel vicino Piemonte? Quali livelli ha raggiunto il Pm10?
L'Arpa Piemonte conferma il miglioramento per l'aria anche nei cieli piemontesi.
"In tutte le stazioni di monitoraggio piemontesi, dal 2002 al 2009, la media annuale di Pm10 è passata dai 49 ai 35 microgrammi al metro cubo" afferma Mauro Grosa, responsabile presso l'Arpa Piemonte della qualità dell'aria. Il calo, che si aggira attorno al 30%, riguarda anche le giornate di superamento, che diminuiscono da una media annuale di 120 a una di 80.
Il trend, ci dice Francesco Lollobrigida, dirigente presso l'Agenzia regionale piemontese, è confermato anche a Torino: "Dieci anni fa, la media annuale di Pm10 rilevato dalla stazione Torino-Grassi (situata nella zona più caotica della città), registrava 82 microgrammi al metro cubo; nel 2009, si è passati ai 57 microgrammi al metro cubo".
Grosa attribuisce il merito di questo miglioramento alle misure adottate dalle amministrazioni per limitare lo smog cittadino e alla modifica della struttura della produzione italiana che, in particolare in Piemonte, è passata dal primo al terzo settore. Anche la recente crisi economica sembra rientrare tra i fattori che hanno contribuito alla diminuzione del particolato nell'aria, tanto che i primi cali sono si stati registrati nel 2007.
Secondo Grosa, gli strumenti più efficaci per combattere l'inquinamento consistono nel risparmio energetico, che può andare dal teleriscaldamento alla coibentazione delle case all'uso di caldaie a condensazione, nell'utilizzo dei trasporti pubblici e delle auto ecologiche. "È da evitare tutto ciò che ha a che fare con la combustione" precisa. "Per esempio, l'incremento dell'uso di caldaie a biomassa, conseguente agli incentivi statali, potrebbe diventare nel lungo periodo un problema. Nonostante emettano meno quantità di Co2, sono fonte di Pm10 da tenere sotto controllo".
"Le politiche di risanamento sono fondamentali - aggiunge Lollobrigida - ma hanno efficacia nel lungo periodo, soprattutto nelle grandi città. In Italia, ciò che davvero è migliorato è il parco autoveicoli, con la messa al bando delle categorie auto più inquinanti".
Più nello specifico, Lollobrigida ci presenta i dati del mese di ottobre 2010 a Torino. Le stazioni Consolata e Grassi mostrano che, rispetto all'ottobre 2009, l'andamento medio settimanale riporta una diminuzione nella concentrazione di particolato equivalente a circa 5/10 microgrammi al metro cubo in almeno quattro giorni su sette.
Dalle previsioni dell'Arpa, se la tendenza alla diminuzione della concentrazione di Pm10 nell'aria continuerà a essere quella rilevata nell'ultimo decennio, dovremo aspettare almeno il 2016 per iniziare a registrare in tutta Torino il rispetto del limite fissato dall'Unione europea, una media annuale di 40 microgrammi al metro cubo.
Infine, la misurazione del Pm2,5, diventata da poco obbligatoria anche in Italia. Grosa dichiara che è dal 2005/2006 che in Piemonte si misura il particolato finissimo: "Se prima avevamo solo due stazioni di rilevamento, a Torino e ad Asti, adesso siamo pronti ad integrarle con altre quindici".