Vinovo, apre l'asilo che produce energia elettrica
Niente cemento, soltanto legno. La scuola materna di Vinovo è stata realizzata con tecniche eco-compatibili, evitando il consumo di gas e altri combustibili fossili per il riscaldamento. Gli infissi sono in Pvc riciclato. Il risparmio energetico, che combina l’impianto di riscaldamento geotermico con materiali ad elevato isolamento di calore, raggiunge il 70% - da La Stampa del 21.11.2010
22 November, 2010
Massimiliano Peggio
Nella scuola senza nome si respira aria di futuro. Qui tutto è ecologico. I bambini si riscaldano col calore della terra e giocano con l’energia regalata dal sole. «Per adesso - dicono le maestre ascoltando i discorsi ufficiali dopo il taglio del nastro - la chiamiamo semplicemente scuola materna di Vinovo. Ma ci stiamo attrezzando. Prima o poi le daremo un nome adeguato».
Impegno non facile per la prima scuola materna del Piemonte a «impatto zero»: edificio in legno e vetro termico totalmente autosufficiente sul piano energetico. Ma anche la prima scuola della regione costruita in «leasing immobiliare in costruendo»: strumento finanziario innovativo che consente di realizzare opere pubbliche con la collaborazione di società private. Un tandem che permette di snellire la burocrazia, di dilatare nel lungo periodo il carico degli investimenti e di evitare le briglie del Patto di Stabilità.
Ieri, la scuola senza nome, è stata inaugurata dal sindaco di Vinovo, Maria Teresa Mario, e dall’assessore provinciale all’edilizia scolastica, Umberto D’Ottavio. Un giorni di festa: i bambini del coro, l’Inno Nazionale, la benedizione del parroco, i discorsi istituzionali, i progettisti, le imprese. La scuola è già in funzione: circa 200 bambini, sette sezioni, 14 maestre, 3 insegnanti di sostegno e una di religione.
Un gioiello di architettura creato in tempi da record. «Il cantiere - dice il sindaco - è durato appena un anno. Oggi, finalmente, possiamo dire di aver raggiunto un traguardo ambizioso, che ci consente di offrire un servizio scolastico d’eccellenza».
Efficienza, sostenibilità ambientale, risparmio. Sono le tre regole di questa scuola dove il cemento è bandito. «Solo la base è in cemento, tutto il resto è in legno» dicono i progettisti. L’edificio, realizzato in via Garibaldi, alle spalle dell’ex Cottolengo, è alimentato completamente da energie rinnovabili. Non esiste gas metano, non c’è caldaia a combustibili fossili, un terzo dell’energia elettrica è fornito da pannelli fotovoltaici. «Rispetto a una struttura tradizionale, qui raggiungiamo un risparmio energetico pari al 70%» dicono gli esperti. L’opera è il frutto del lavoro di un pool di imprese. «Questa scuola - spiega Giuseppe Provvisiero, amministratore delegato della Secap, l’impresa costruttrice - è un esempio di cosa può fare la pubblica amministrazione in collaborazione con i privati, sfruttando strumenti finanziari e metodi operativi di nuova concezione».
La spesa complessiva è stata di 3 milioni e 275 mila euro, di cui quasi tre milioni per i lavori. Il costo iniziale per il Comune, grazie al leasing, è pari a zero. Ma è il rispetto per la natura l’anima di questa casa per bambini. Il riscaldamento è geotermico. Il calore arriva dal sottosuolo, dalla falda acquifera. Tutto si gioca sullo scambio di temperatura: l’acqua sotterranea, più calda dell’ambiente superficiale, viene convogliata nell’edificio attraverso serpentine nel pavimento. Le pareti imprigionano il calore come un sarcofago. Anche con l’impianto spento, il raffreddamento è lentissimo. Il ricambio d’aria, gestito artificialmente da ventilatori, consente di utilizzare quella viziata per riscaldare quelle immessa dall’esterno. Qui non si spreca nulla. Anche l’acqua sanitaria è riscaldata da pannelli solari.
Una sola nota dolente. Il contributo regionale di 500 mila euro, già assegnato, non è ancora stato erogato. «Arriverà, ve lo prometto», afferma il consigliere Antonello Angeleri, strappando un applauso. Anche questo caloroso.