E' milanese la prima rete di ristoranti ad “avanzi zero”
Il progetto si chiama “Il buono che avanza”: in 20 ristoranti tra i più noti del capoluogo meneghino si possono portare via cibo e bevande avanzate dal proprio pasto in una doggy bag, e essere informati sul valore sociale della scelta. L’associazione Onlus “Cena dell’Amicizia”, promotrice dell’iniziativa, ha intenzione di estenderla anche a mense aziendali, catering e altri locali.
18 December, 2010
Antipasto, due primi e… si è già pieni. Così arrivano altre portate, che dopo una breve apparizione sulla tavola finiscono nella pattumiera. E’ consuetudine frequente: secondo i calcoli di “Cena dell’Amicizia”, ben 37 miliardi di euro di cibo buono finiscono nel cestino dell’immondizia ogni anno. Negli Usa, è costume ormai consolidato andare a pranzo o a cena fuori ed uscire con dei sacchettini ormai divenuti noti col nome di “doggy bag”, buste del cane. Milano, è la prima città dello Stivale che sperimenterà la cosa: 20 ristornati infatti hanno aderito al progetto “Il buono che avanza”, promosso da cena dell’Amicizia insieme a Slow Food Milano, Legambiente Lombardia e Comieco, oltre alla azienda biologica Alce Nero.
In questi esercizi, sarà possibile portarsi via cibo e bevande che non si è riusciti a consumare. Nei suddetti ristoranti ci sarà il marchio “Il buono che avanza”, con tutti gli opuscoli del caso. L’obiettivo è quello di portare i clienti dei ristoranti milanesi (per ora 20 sono pronti ad aggiungersene altri) ad una maggiore consapevolezza etica sul cibo e a tentare di instillare una cultura anti-spreco.
“La nostra società induce bisogni e consumi eccessivi anche in campo alimentare - dice Cornelia Pelletta, volontaria e critico gastronomico tra i promotori del progetto. “Gli eccessi in campo alimentare sono alla base del sovrappeso e di molte patologie. Il Buono che Avanza educa a ‘limitarsi’ e a non sprecare, invitando a uno stile di vita non solo etico, ma anche salutare, per se stessi e anche per la spesa pubblica”.
I 20 ristoranti milanesi che hanno aderito a "Il buono che avanza"
2 commenti
Scrivi un commentoElena Gajani Monguzzi
22.12.2010 00:12
Speravo che si sarebbe fatto direttamente il passo successivo e cioè quello di organizzare la raccolta in modo da offrire un pasto a chi non ce l'ha: è una cosa che si fa in Brasile (forse anche altrove, ma io l'ho appurato lì) e garantisco che è meglio che vedere persone rovistare tra i rifiuti e altre cose ancora peggiori.
graziella perego
20.12.2010 14:12
sono molto d'accordo anche se io cerco di non ordinare più di quanto sento di poter mangiare