Malagrotta, la Polverini firma la proroga tra le polemiche. Alemanno: «A Roma non c'è spazio per la nuova discarica»
La presidente della Regione Lazio ha firmato un'ordinanza che proroga l'autorizzazione a sversare a Malagrotta i rifiuti prodotti nella capitale. Tra l'amarezza dei comitati civici e le proteste delle opposizioni, ora si attende la scelta del sito per la nuova discarica. Secondo Alemanno, nel territorio di Roma non c'è spazio per l'invaso, ma i sindaci dei Comuni di provincia non ci stanno, e hanno scritto a Berlusconi e Napolitano per chiedere l'apertura di un tavolo di consultazione
04 January, 2011
Il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha firmato un'ordinanza di proroga per altri sei mesi (che probabilmente diventeranno 12) dell'autorizzazione a smaltire i rifiuti romani nella discarica di Malagrotta. Il provvedimento ha dato inoltre mandato alla società Giovi srl di avviare, entro i prossimi sei mesi, il sistema integrato per il trattamento totale (mediante tritovagliatura, preselezione e riduzione volumetrica) dei rifiuti solidi urbani prodotti nei comuni di Roma, Ciampino e Fiumicino. Il trattamento dei rifiuti con questa modalità dovrà avvenire presso gli impianti di Malagrotta, di Rocca Cencia e via Salaria. Una decisione, quella del governatore laziale, condivisa dal sindaco di Roma Gianni Alemanno. «Condivido pienamente il contenuto dell'ordinanza firmata dal presidente Polverini - ha dichiarato il primo cittadino - e adesso è necessario accelerare tutte le procedure, anche attraverso anche la nomina di un commissario, per individuare immediatamente il sito alternativo alla discarica di Malagrotta nell'ambito del sub Ato che comprende non solo il territorio di Roma Capitale ma quello di tutta la provincia».
Il nodo irrisolto del nuovo sito
Proprio la localizzazione del nuovo sito per lo smaltimento della spazzatura resta ancora il nodo principale dell'intera vicenda. Il 2010 si è concluso all'insegna di un botta e risposta a distanza tra Alemanno e la Polverini, avviato con una comunicazione ufficiale del sindaco allo stesso governatore, in cui si sosteneva «la non esistenza di aree idonee all’interno del territorio comunale per la realizzazione di nuovi impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, provenienti dalla raccolta della Capitale». Come a dire che la nuova discarica non può che essere realizzata al di fuori del comune di Roma, una soluzione che il Campidoglio caldeggia da mesi ma che non convince la Pisana, né tanto meno i comuni “candidati” ad accogliere la spazzatura romana (si parla soprattutto di Allumiere, Riano e Guidonia). Una presa di posizione, quella di Alemanno, a cui la Polverini aveva replicato con un secco: «A questo punto, ci pensiamo noi», chiedendo anche a Letta poteri commissariali per risolvere la questione. Nei prossimi mesi, dunque, dovrebbe essere la Regione Lazio a stabilire la localizzazione del nuovo invaso, indispensabile per la chiusura della discarica di Malagrotta, la più grande d'Europa, attiva dal 1984 e prossima da tempo all'esaurimento.
Perplessa la Provincia, contrarie le associazioni
L'ennesima proroga, in ogni caso, preoccupa anche l'assessore provinciale alle Politiche del Territorio e alla Tutela dell'Ambiente, Michele Civita. «Siamo molto preoccupati per le modalità con cui il Comune di Roma sta gestendo le politiche dei rifiuti – ha dichiarato – In due anni e mezzo, nonostante le reiterate promesse, non è stata individuata ancora una soluzione alternativa alla discarica di Malagrotta e viviamo una situazione di stallo molto allarmante. Non c'è una proposta, ma soprattutto manca un coinvolgimento reale di tutte le istituzioni locali, con il rischio concreto di trovarsi a fronteggiare in futuro una situazione simile a quella di Napoli». Contrariati, prevedibilmente, anche i residenti nell'area di Malagrotta, che da anni chiedono la chiusura della discarica e la bonifica dell'intera zona. «Adesso la Polverini ci deve ricevere e ascoltare – ha commentato Sergio Apolloni, presidente del Comitato civico – È impossibile che nel comune di Roma non ci sia un posto dove aprire un nuovo invaso. Per esempio, a Castel Romano, sulla Pontina, c'è un territorio sconfinato, senza abitazioni. Ce la portiamo noi la Polverini a vedere quel posto. Malagrotta è cresciuta smisuratamente in altezza, ormai è diventata una montagna, "l'ottavo colle di Roma", come titolava tempo fa una trasmissione televisiva. Le analisi dell'Arpa hanno trovato il terreno saturo di veleni. Cosa si aspetta a chiudere?». Un parere condiviso da Legambiente Lazio, che non è convinta della necessità di ricorrere al commissariamento. «Siamo fortemente preoccupati – ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente dell'associazione – è assurdo che il sindaco Alemanno affermi l'inesistenza di aree idonee per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti in un territorio di 129mila ettari come quello di Roma, serve un percorso trasparente a partire dallo studio citato, che deve essere subito reso pubblico e verificato fino in fondo». Gli ambientalisti contestano anche la forma con cui l'ennesima proroga è stata comunicata: «Dopo anni di discussione – ha aggiunto Parlati – non si può liquidare tutto con una nota di poche righe inviata a capodanno, quando l'attenzione dei cittadini e delle parti sociali è più bassa. In tal senso è da respingere anche qualsiasi ipotesi di commissariamento, le procedure consentono tutte le scelte necessarie, abbiamo già visto sia nel Lazio che in Campania e ovunque ci sia stato, quali frutti avvelenati produce togliere potere a enti e istituzioni locali».
I sindaci protestano
Dai comuni della provincia di Roma, infine, è arrivata fino al Quirinale e a Palazzo Chigi la protesta bipartizan dei sindaci. Trenta primi cittadini (26 di sinistra e 4 di destra) hanno infatti scritto a Napolitano e a Berlusconi, esprimendo il timore di vedere i propri territori «invasi dai rifiuti della capitale» e chiedendo l'apertura di un tavolo di discussione per arrivare a una soluzione condivisa. «Cari presidenti – si legge nella lettera – la situazione che ci stiamo trovando a fronteggiare, in una escalation davvero preoccupante, riguarda le politiche dei rifiuti sul nostro territorio. Da più di due anni a questa parte il Campidoglio aveva promesso di scegliere, nei propri confini, un soluzione alternativa alla discarica dei rifiuti di Malagrotta. Ora scopriamo che per il Comune di Roma sulla propria estensione non ci sono aree idonee, nonostante nella capitale ci sia la maggior produttore di rifiuti della Regione».
Malagrotta, la gestione alla Regione Polverini: ipotesi commissariamento - dal Corriere della Sera del 29.12.2010
30 sindaci temono i rifiuti di Roma Lettere a Napolitano e Berlusconi - dal Corriere della Sera del 29.12.2010
Rifiuti, rischio emergenza: Malagrotta commissariata - dal Messaggero del 30.12.2010
Malagrotta, firma per la proroga il 31. I nuovi siti? Riano, Allumiere e Guidonia - dal Corriere della Sera del 31.12.2010
Rifiuti a Malagrotta firmata la proroga - da La Repubblica del 31.12.2010