Raccolta organico: le novità introdotte dal decreto rifiuti. Intervista a Roberto Cavallo
Il 25 dicembre 2010 è entrato in vigore il decreto legislativo che ha recepito la direttiva europea 2008/98/CE sui rifiuti. Le novità per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti organici. Intervista di Eco dalle Città a Roberto Cavallo, presidente di ERICA ed AICA: “La vera novità è l'introduzione di un articolo dedicato alla gestione dei biorifiuti”
18 January, 2011
Quali sono le novità per quanto riguarda la raccolta dell'organico? Il nuovo decreto che obblighi introduce?
l testo del decreto di recepimento ha un articolo dedicato alla gestione dei biorifiuti. Questo articolo è la vera novità. Come prima cosa mette in chiaro che cosa è l'umido di qualità definendo chiaramente che cos'è il “rifiuto organico”: rifiuti biodegradabili di giardini e parchi, rifiuti alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici, ristoranti, servizi di ristorazione e punti vendita al dettaglio e rifiuti simili prodotti dall’industria alimentare raccolti in modo differenziato. E' quindi esclusa dalla definizione di organico la parte umida indifferenziata.
Questo perché un buon compost si fa con un umido raccolto bene, non contaminato, come prevede il comma 1 dell'articolo 182-ter che prevede che la raccolta dell'organico venga fatta “con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti compostabili certificati a norma UNI EN 13432-2002”. Per essere raccolto bene, l'umido dovrebbe essere inserito in un sacchetto compostabile posizionato in un contenitore con un sottolivello areato. E una volta separato, lo scarto organico dovrebbe essere messo in condizioni di arrivare all'impianto nelle sue migliori condizioni. Infatti oggi non sempre la raccolta dell'umido viene fatta bene: un esempio è l'utilizzo dei sacchetti di plastica che impedisce il passaggio d'aria. Molti usano i sacchetti in polietilene per evitare che l'umido coli e non puzzi, portando poi, al più presto, il sacchetto in strada, o in cortile, nei contenitori di raccolta. Il sacchetto può rimanere giorni prima di essere raccolto (in alcuni casi le ditte di raccolta passano due volte la settimana) ed essendo i contenitori di raccolta chiusi, la temperatura all’interno, soprattutto nei periodi caldi, aumenta anche fino a 50°C. In queste condizioni: temperatura elevata e povertà di ossigeno, si sviluppano nella massa microrganismi anaerobici metagenici (che producono cattivi odori). Se si aggiunge che per economizzare il materiale può ancora essere stoccato in centri di trasferenza fino a 72 ore il materiale prosegue nella sua fermentazione.
All’impianto di compostaggio non arriva così materiale ideale per avviare ad un compostaggio aerobico, una sorta di poltiglia già ricca di metano e miliardi di microrganismi destinati a causare cattivi di odori impedendo o rallentando moltissimo lo sviluppo di microrganismi aerobi.
Questo fenomeno ha come causa indiretta la diffidenza e non accettazione della popolazione degli impianti, quindi scarsa volontà anche di fare una buona raccolta differenziata e negli utilizzatori finali del compost diffidenza rispetto alla qualità del terriccio.
La produzione di compost di qualità invece è fondamentale più di una ragione: innanzitutto un buon compost non provoca odori sgradevoli e quindi è ben accetto da tutti. Ma dobbiamo ricordare che abbiamo bisogno di compost nei suoli. La materia organica infatti è sempre più scarsa nei terreni italiani, tanto che la Commissione Europea ci individua come regione a rischio desertificazione. Non dobbiamo pensare al deserto come le dune di sabbia del Sahara, ma al fatto che i nostri terreni agricoli non sono più in grado di trattenere l’acqua, sono sempre più bianchi e quindi più soggetti a sbalzi termini, più difficilmente lavorabili, sempre meno ricchi di esseri viventi all’interno, tutti fattori riconducibili alla mancanza di sostanza organica sostituita via via da fertilizzanti minerali di sintesi. La raccolta differenziata dell'umido diventa quindi importante anche perché restituiamo al terreno sostanza organica che prima avevamo sottratto. Un compost cattivo paradossalmente provoca più danni all'ambiente. Basti pensare che il metano che si sviluppa in un processo non controllato destinato a disperdersi nell’ambiente ha un potere climalterante (un potere effetto serra) ventuno volte superiore quello della CO2.
Il decreto non introduce però l'obbligo di raccolta differenziata dell'umido da parte dei Comuni...
Nel secondo comma dell'articolo 182-ter al posto del verbo “incoraggiare” avrei voluto vedere la parola “introdurre”. Se però intersechiamo l'articolo 4 della direttiva sulla gerarchia della gestione dei rifiuti (prevenzione; preparazione per il riutilizzo; riciclaggio; recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; smaltimento) con il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata, allora l'incoraggiare suona come introdurre vista la quota considerevole costituita dalla parte organica dei rifiuti.
Posso comunque giustificare che non ci sia la perentorietà per l'introduzione della raccolta dell'organico perché ci sono altre forme ambientalmente valide di trattamento della parte organica dei rifiuti come avviene, ad esempio, nelle aree rurali o di montagna con la produzione di compostaggio domestico.
A proposito di raccolta differenziata, gli obiettivi che prevedono per il 31 dicembre 2012 il raggiungimento del 65% para parte dei Comuni, rimangono invariati?
Gli obiettivi di raccolta differenziata fissati dall'articolo 205 rimangono invariati. Il nuovo decreto apre però la possibilità ai Comuni che non raggiungono gli obiettivi di raccolta differenziata di chiedere una deroga al Ministero dell'Ambiente “nel caso in cui, dal punto di vista tecnico, ambientale ed economico, non sia realizzabile raggiungere gli obiettivi”.
Chi autorizza la deroga, chi stabilisce la sussistenza dei requisiti? Il Ministero. Si scrive un decreto che assegna a Regioni e Province le competenze e in questo caso la deroga viene demandata ad accordi con il Ministero dell'Ambiente a cui poi le Regioni dovranno adattarsi. Il decreto prevede inoltre la possibilità di compensazioni con gli obiettivi raggiunti in altri comuni. Le compensazioni mi sembrano una strada pericolosa e poco perseguibile: si rischia di generare conflitti tra Comuni più o meno virtuosi in termini di raccolta differenziata aprendo la strada a possibili di ricorsi. Se avessero demandato il ruolo di arbitro alle Province sarebbero state loro a decidere e a compensare con un altro Comune. Che una legge preveda delle deroghe è possibile ma avrebbero dovuto scrivere l'articolo in modo più circostanziato senza scompaginare quello che negli altri articoli hanno distribuito.