Rinnovabili, Vendola: Governo inadempiente sulle quote regionali
"Apriremo una procedura di diffida nei confronti del Governo". Nichi Vendola contro il Governo ritenuto inadempiente nell’assegnazione delle quote di produzione di energia rinnovabile per ogni regione (burden sharing). Il presidente della Regione minaccia, in extrema ratio, di fermare tutti gli impianti (eolici, fotovoltaici e da biomassa). Vendola ha inoltre annunciato il censimento di tutti i piccoli impianti sorti con la dichiarazione di inizio attività
27 January, 2011
“Intendiamo mettere in mora il Governo centrale sulle sue inadempienze in materia di energia rinnovabile, con particolare riferimento alle quote di burden sharing”. Così il Presidente della Regione Puglia sulla questione della distribuzione delle quote di produzione da fonti di energie rinnovabili (FER), durante la conferenza stampa tenuta insieme alla Vice presidente Loredana Capone, e gli Assessori all’Ambiente Nicastro e al Paesaggio Barbanenete.
“Noi patiamo una condizione davvero incredibile: siamo in un mercato energetico liberalizzato, dove la Regione non ha alcuna competenza. Lo Stato Italiano le proprie competenze le ha interpretate nella maniera peggiore: abbiamo atteso per sette anni le Linee guida per le energie rinnovabili e da due anni aspettiamo inutilmente che il Governo assegni le quote di produzione di energia rinnovabile per ogni regione (burden sharing). Per questo apriremo una procedura di diffida nei confronti del Governo e avvieremo la nostra battaglia in tutte le sedi giurisdizionali che ci consentano di far vivere questa questione”.
Il “Burden sharing” (letteralmente, “suddivisione del peso” tra i paesi appartenenti all’UE) prevede che l‘Italia raggiunga una quota di energia rinnovabile pari al 17% del consumo finale lordo. Rimane da stabilire da parte del Governo, con un decreto attuativo, la ripartizione delle quote di FER tra le Regioni e le Province. Ciò è basilare per limitare le concentrazioni di fotovoltaico su suolo agricolo del territorio pugliese, in particolare quello brindisino. Secondo il presidente Vendola, due gli elementi che hanno “drogato” il mercato del fotovoltaico: la quantità “incredibile di incentivi e risorse” che vengono messe in campo dal Gestore Servizi Elettrico, e l’assenza di regolamentazione, tra cui quella del burden sharing.
Altra questione importante, il censimento di tutti gli impianti sorti attraverso le Dichiarazioni di Inizio Attività (DIA) rilasciate dai comuni per gli impianti inferiori ad 1MW. Vendola ha commentato: “Noi sappiamo tutto quello che è stato autorizzato dalla Regione, ma non sappiamo quello che è stato concesso dai comuni con le DIA. Nei prossimi giorni in cabina di regia per il decentramento, chiederemo a Province e a Comuni di chiudere rapidamente, anche con l’uso della Polizia Provinciale e Polizia Municipale, il censimento di tutti gli impianti che sono sorti attraverso le Dia, per costituire l’anagrafe e conoscere qual è il limite oltre il quale non si può andare”.
La gravità della situazione, infine, può essere descritta dalle ultime parole di Vendola. In extrema ratio è disponibile “a valutare un atto di moratoria anche se, in tutta evidenza, incostituzionale”. Una moratoria su tutti gli impianti eolici, fotovoltaici e da biomassa. “Dovremo discutere anche di questo: fare un’azione politica, insieme alle altre Regioni, che possa spingere il Governo centrale ad occuparsi del fatto che l’energia rinnovabile non può essere un ennesimo business per devastare l’ambiente”.
Interessante la previsione di Nicastro: “E’ difficile pensare che alla Puglia tocchi partecipare al burden sharing nella misura che va oltre il 2 o il 2,5%. C’è il rischio, quindi, che la quota della Puglia sia stata ampiamente raggiunta”.
L’Assessore Barbanente ha sottolineato quanto “la Regione ha fatto per arginare il fenomeno dell’eolico non controllato e su quanto si sia lavorato con la legge regionale 31 del 2008, per mettere a punto una norma che ritagliasse gli ambiti già vulnerabili dal punto di vista ambientale e paesaggistico della nostra regione. Inoltre ha ricordato l’adozione delle “Linee guida regionali per le energie rinnovabili nel paesaggio”, per ciò che concerne la mappatura delle aree non idonee, entrate in vigore il 1 gennaio 2011. “La Puglia, in soli tre mesi, è riuscita ad adeguarsi entro il termine previsto. La Regione ha la coscienza a posto, chi non ha fatto la sua parte è lo Stato italiano che su questa materia è assolutamente inadempiente”.
A conclusione la Presidente Loredana Capone ha riportato la discussione sul decreto legislativo riguardante l’applicazione della direttiva comunitaria in materia di energie rinnovabili, tenuta in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni, tenuta il giorno prima. “Questo decreto legislativo – ha spiegato la Capone – dovrà limitare gli impianti fotovoltaici su suolo agricolo e dovrà ridurre gli incentivi. Il Presidente Errani si è fatto portavoce di questa istanza, e cioè che le Regioni abbiano più voce e che il sottosegretario faccia subito le norme. Purtroppo aspettiamo da oltre un anno e mezzo la ripartizione delle quote (come previsto dall'art.8 bis della legge 27 febbraio 2009 n.13 e confermato dalle linee guida nazionali) e non possiamo permetterci di aspettare oltre”.
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