Kyoto Club: Nel 2050 possibile raggiungere l'obiettivo 100% rinnovabili
Il convegno dell'organizzazione ha messo l'accento sullo sviluppo delle energie pulite in Italia e in Europa. Prospettive positive, gli investimenti vanno avanti. Le richieste degli imprenditori: Per raggiungere la Grid parity, lo stato continui a sostenere il settore
16 February, 2011
Nel 2050, diversi studi lo dicono, il 100% dell’energia utilizzata in Italia e in Europa potrà essere verde. La sfida è stata lanciata dal Kyoto Club, che ha voluto dedicare a questo obiettivo – ambizioso, ma raggiungibile – il suo convegno annuale. L’idea, spiega la presidente Catia Bastioli, è quella di «passare da un’economia di prodotto a un’economia di sistema, che valorizzi le risorse umane e le caratteristiche del territorio». Un cambiamento profondo verso la sostenibilità che, sottolinea Livio De Santoli, delegato per l’Energia di Alemanno, «è possibile solo coinvolgendo tutti i cittadini».
Gli scenari europei
La situazione in Europa fa ben sperare. Nel 2009 infatti, Ue e Usa hanno investito nelle rinnovabili più che in energia fossile e nucleare. «Le fonti rinnovabili sono diventate il settore principale degli investimenti in energia. Intanto, la domanda di energia non cresce più e la stessa Grid parity nel fotovoltaico (il momento in cui il costo dell'energia fotovoltaica è minore o uguale al costo dell'energia dalla rete, ndr) non è più una cosa remota», spiega Arturo Lorenzoni dell’Istituto di economia e politica dell’energia e dell’ambiente della Bocconi. Nel 2020, sottolinea Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, il 37% della domanda elettrica in Europa sarà da fonti rinnovabili e penso che nel 2050 riusciremo a raggiungere l’obiettivo del 100% di energia pulita. Più difficile sarà raggiungere questo risultato nel settore dei trasporti».
Antonella Battaglini, Programme director del Sefep (Smart energy for Europe platform) di Berlino, ha illustrato il recente piano energetico del governo tedesco, che mette in campo obiettivi fino al 2050. Il programma della Germania prevede di raggiungere il 75-81% di rinnovabili, mantenendo il 19-24% dell’energia da fonti fossili e nucleare. «Si tratta di un piano che deve essere migliorato. Non presenta una vera strategia, ma piuttosto una visione, anche se gli imprenditori tedeschi sono pronti a investire in ambito energetico». Un aspetto di primaria importanza per tutta l’Europa, sottolinea Antonella Battaglini, sarà la collaborazione: «Se ogni paese decide di raggiungere gli obiettivi in modo isolato, tutto sarà più costoso e più complicato».
Le prospettive per l’Italia e il punto di vista delle imprese
Le parole d’ordine per il futuro sono poche, ma determinate. C’è, secondo Corrado Clini, direttore generale per lo Sviluppo sostenibile, il clima e l’energia del ministero dell’Ambiente, «il rinnovamento tecnologico». Stefano Saglia, sottosegretario al ministero dell’Economia, aggiunge l’«efficienza energetica» e il passaggio a «feed in tariff» (il compenso pagato ai proprietari di sistemi di energie rinnovabili quando l'energia prodotta dai loro sistemi viene venduta al servizio pubblico, ndr). Secondo Francesco Ferrante, membro della commissione Ambiente del Senato, «serve una risposta delle rappresentanze politiche e sindacali al fermento positivo che c’è nella società». Un fermento che è emerso dagli interventi dei diversi imprenditori presenti, tutti d’accordo nel chiedere anche per il futuro un sostegno dello stato al settore, con l’obiettivo di raggiungere la Grid parity. «Se è vero che c’è stata un’accelerazione importante nel fotovoltaico, è anche vero che nei prossimi mesi avremo un rallentamento nel settore dell’eolico. Deve dunque continuare il sostegno pubblico al settore», sottolinea Massimo Orlandi, amministratore delegato di Sorgenia. Giuseppe Sofia, ad di Conenergy Italia, spiega che «aumentando i Mw di fotovoltaico installato, diminuiscono i costi. Nel 2050 serviranno in Italia circa 385 kmq di pannelli solari, più o meno la superficie del lago di Garda. È un obiettivo che non è assolutamente impensabile». L’efficienza energetica rimane, anche per gli imprenditori, un aspetto altrettanto importante: «In futuro – dice Michele Governatori, direttore Affari istituzionali e regolamentari di Egl Italia – una parte importante del business sarà aiutare i grandi clienti a risparmiare energia». Walter Righini, presidente di Fiper (Federazione italiana dei produttori di energia da fonti rinnovabili) ha raccontato l’esperienza decennale del teleriscaldamento che coinvolge tre interi comuni lombardi. «Con 2,5 kg di biomassa si producono 4 kwh termici e 1 kwh elettrico. Per il raggiungimento degli obiettivi Ue per il 2020, la produzione e l’utilizzo del calore per produrre energia svolgeranno un ruolo di primo piano».
Guarda il video di Fiper "Dieci anni di teleriscaldamento in Valtellina"