Il Punto sui Rifiuti - Cesaro presenta il piano della Provincia: sarà divisa in 7 aree con altrettanti siti di trasferenza. Sodano: «un piano moderno...30 anni fa»
La provincia verrà divisa in sette aree indipendenti, ognuna con il suo sito per “il ricovero del materiale di ricomposizione ambientale” biostabilizzato prodotto dagli Stir (che saranno rifunzionalizzati nel prossimi mesi). Il consigliere Tommaso Sodano boccia il piano: «Riproposizione di una vecchia ricetta che non ha funzionato in Campania e che è una fotocopia del piano regionale: Incenerimento e raccolta differenziata con obbiettivo massimo al 50%».
01 March, 2011
Finalmente la Provincia presenta il suo piano, senza però indicare i siti prescelti. La provincia verrà divisa in sette aree omogenee indipendenti ed al suo interno verranno individuati siti per il ricovero del materiale di ricomposizione ambientale prodotto dagli Stir, che saranno rifunzionalizzati nei prossimi mesi. I siti saranno ricercati tra le cave dismesse, così come prevede la legge 1/2011, e non accoglieranno rifiuti tal quale. Il tutto dovrà preventivamente essere autorizzato dalla Regione, che dovrà inevitabilmente agire in deroga ad alcune normative vigenti. E' quanto si legge in un comunicato della Provincia.
«Noi - ha ribadito il presidente della Provincia di Napoli Cesaro - avevamo l’obbligo di legge e morale di studiare un piano in linea con le attuali disposizioni, che prevedono la provincializzazione dei rifiuti, ed in tale direzione ci siamo mossi, anche se indubbiamente sul 97% del nostro territorio esistono vincoli per cui è impossibile aprire siti per il trattamento di rifiuti di qualunque tipo. Ma eventuali decisioni di deprovincializzare la gestione dei rifiuti non spettano a noi, ma alla Regione Campania, ed in tal senso, per rispetto istituzionale e non solo, del presidente Caldoro, non intendo interferire nelle sue determinazioni». «Per poter attivare l’impiantistica che sarà in grado di porre a regime il piano sarà necessario liberare gli STIR da materiale giacente nei suoi piazzali da prima del 2010, che non consente di poter aprire alcun cantiere per la costruzione degli impianti di biostabilizzazione. Recentemente a Roma ci siamo incontrati con i responsabili della Protezione civile e Franco Gabrielli si è impegnato a finanziare ed attivare con la Regione tutte le procedure necessarie a tal fine. Per quanto riguarda poi la necessità di conferire fuori provincia parte dei rifiuti prodotti, per il periodo necessario alla normalizzazione ed alla costruzione degli impianti previsti dal piano, ritengo quanto mai giusto l’appello rivolto al presidente Caldoro dagli intellettuali partenopei. E’ pur vero però che si dovranno assumere inevitabilmente scelte condivise in quanto – ha concluso Cesaro - il presidente della Regione Campania è chiamato ad un complesso lavoro che deve tener conto di tutte le istanze delle varie realtà locali».
Cesaro ieri aveva ribadito di non aver assolutamente intenzione «di aprire discariche concepite per ospitare rifiuti tal quale, ma siti in cui allocare materiale per la composizione ambientale prodotto dagli impianti esistenti in provincia a Tufino, Giugliano e Caivano. Tali impianti, chi più chi meno, hanno bisogno di lavori necessari alla produzione del materiale bio-stabilizzato. A Tufino, in particolare, le opere sono già iniziate, ma abbiamo chiesto alla protezione civile ed alla Regione Campania il conferimento extra-provinciale ed extraregionale dei rifiuti che ancora occupano i loro piazzali per poter accelerare i tempi degli interventi». Tocca quindi produrre materiale bio-stabilizzato. Ovvero materiale che non ha cattivo odore da conferire nelle discariche.
Il piano di Cesaro viene bocciato in toto da parte di Tommaso Sodano, consigliere della federazione della Sinistra alla Provincia di Napoli. Si tratta, dice Sodano di «un piano per i rifiuti, quello presentato dal presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro che, a occhio e croce, sarebbe stato moderno una trentina di anni fa». Secondo Sodano «si tratta della riproposizione di una vecchia ricetta che non ha funzionato in Campania e che è una fotocopia del piano regionale: Incenerimento e raccolta differenziata con obbiettivo massimo al 50%. Un limite basso in violazione anche rispetto le direttive europee e le leggi nel nostro paese», spiega il consigliere.
«Si parla di bio-stabilizzato per le discariche, ma se questo viene prodotto senza una accurata differenziata significa avere degli inquinanti nella frazione organica, quindi sarebbero discarica a tutti gli effetti». Sodano entra nel merito della gestione della crisi ricordando come i cumuli sì sono spariti dal centro di Napoli ma restano in periferia e in provincia. «Basta spostarsi dal centro per vedere i cumuli e con l'esaurimento delle discariche di Terzigno e Chiaiano si riproporrà il problema anche al centro di Napoli. Provincia e Regione ripropongono l'incenerimento come soluzione, io ritengo che sia una strada sbagliata. Bisognerebbe fare un trattamento manuale a freddo e poi intervenire con impianti di meccanica manuale che ci farebbero recuperare fino al 95% dei materiali. Non è una fantasia ma una realtà concreta sulla quale toccherebbe lavorare».
Inceneritore. Don Luigi Merola, il prete anticamorra, intervistato da Il Velino, dichiara: «A Napoli est pronti ad alzare barricate». «Ci sono i comitati pronti contro il termovalorizzatore. Mi hanno chiamato e io ho detto di aspettare e leggere i documenti prima di iniziare qualsiasi protesta. Bisogna dialogare non c'è dubbio ma nemmeno subire le scelte che avvelenano la zona. E al giornalista che gli dice che questo è un po' il solito ritornello di chi protesta contro i rifiuti Don Merola risponde: «vai dal costruttore che sta realizzando la casa dello studente e chiedigli cosa hanno trovato scavando. Di tutto: oli, combustibili, liquami. Tutto sepolto. Contro il termovalorizzatore siamo pronti ad alzare le barricate a Napoli Est perché non diventi una pattumiera».