LCA dei sacchetti, ecco lo studio dell’Environment Agency
Pubblicato il testo integrale del dossier Life Cycle Assessment of Supermarket Carrier Bags, realizzato e messo a disposizione dall’Environment Agency del Regno Unito. “I sacchetti di plastica monouso presentano l’impronta di carbonio più bassa. Le borse realizzate con carta, plastica spessa e cotone utilizzano tutte più risorse ed energia durante la fase di produzione. La questione chiave è quante volte queste borse vengono riutilizzate”
03 March, 2011
Come già annunciato in un precedente articolo dell’Indipendent, ripreso da Eco dalle Città, l’Environment Agency del Regno Unito ha compiuto uno studio per valutare gli impatti ambientali causati da diversi tipi di “sacchi per l’asporto merci” durante tutto il loro ciclo di vita.
Lo studio, Life Cycle Assessment of Supermarket Carrier Bags, è stato recentemente pubblicato e messo a disposizione del pubblico (lo trovate in allegato).
Una premessa doverosa – riportata anche dagli autori nell’introduzione al dossier – è che sebbene lo studio riconosca perfettamente che esistono molti altri parametri da valutare quando si parla di impatto ambientale di un prodotto, in questo caso si sia scelto di considerare unicamente il bilancio del carbonio, ossia la quantità di CO2 emessa per produrre i diversi tipi di “sacchi”, materie prime necessarie incluse.
Scelta che lascia alquanto perplessi, a dire il vero. Dopo centoventi pagine di analisi si giunge alla conclusione che per produrre una sporta in cotone si emette più CO2 di quella che deriva dalla produzione di un sacchetto di plastica, e dunque affinché la sporta in cotone sia conveniente dal punto di vista ambientale bisogna riutilizzarla molte volte.
Consumatori avvertiti.
“I sacchetti di plastica monouso presentano l’impronta di carbonio più bassa – afferma lo studio – Le borse realizzate con carta, plastica spessa e cotone utilizzano tutte più risorse ed energia durante la fase di produzione. La questione chiave è quante volte queste borse vengono riutilizzate”.
E così scopriamo che per far sì che l’impronta di carbonio di un sacchetto di carta sia meno pesante di quella di un sacchetto di plastica leggera monouso, il sacchetto di carta va riutilizzato più di 3 volte, la borsa di plastica spessa più di 4 e la borsa di cotone più di 131. Se poi il sacchetto di plastica viene riutilizzato almeno tre volte e infine passato a contenere la spazzatura, il divario cresce ancora: 9 riutilizzi per quello di carta – che non ce la farà mai, questo si sa – 12 per la borsa di plastica e ben 393 per quella di tela.
Insomma, la borsa di stoffa funziona solo se non ne facciamo un usa e getta e più volte riutilizziamo le buste di plastica meglio è.
Di seguito le altre conclusioni a cui arriva lo studio, alcune interessanti altre dal vago sapore di acqua calda (capitolo 8.2, pp. 60-61):
- L’impatto ambientale delle borse da asporto è dato principalmente dall’impiego di risorse e dalla produzione. Il trasporto, il secondo imballo, i processi di smaltimento hanno invece un’influenza minima.
- La chiave per ridurre l’impatto ambientale delle borse da asporto è riutilizzarle il più possibile. Quando non è possibile riutilizzarle come borse per la spesa, è bene impiegarle per usi secondari, per esempio per contenere la spazzatura.
- Il riutilizzo dei sacchetti di plastica – sia come borse per la spesa sia come contenitori per la spazzatura – può migliorarne in modo sostanziale la performance ambientale.
- Riutilizzare i sacchetti di plastica monouso per contenere la spazzatura produce maggiori benefici del riciclo degli stessi, poiché in questo modo si evita di produrre sacchetti creati appositamente per l’immondizia
- Per le categorie di impatto considerate, gli additivi per la biodegradazione creano più danni ambientali dei normali sacchetti in plastica
- I sacchetti realizzati con biopolimeri hanno un potenziale di riscaldamento globale più alto dei tradizionali polimeri,a causa del maggior peso della materia prima utilizzata per una borsa, e dei maggiori impatti sia in fase di produzione che di smaltimento in discarica.
- Riciclaggio e compostaggio solitamente generano solo una piccola riduzione del potenziale di riscaldamento globale ed esaurimento abiotici. La riduzione è più consistente per i sacchetti biodegradabili – carta e biopolimeri. Il compostaggio di questi ultimi riduce sensibilmente l’impatto di smaltimento.
12 commenti
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06.03.2011 23:03
Concordo con il Dott: Maestrini uniamoci e diamo una mano a chi veramente e' dalla nostra parte
Sacchetto di Plastica
06.03.2011 23:03
Signor Maestrini,
potrei prendere le sue parole e farle mie tranquillamente, visto che pensa le stesse cose che penso io...
A presto, e se vuole di mani io ne metto due!
Spero lo facciano anche gli altri...
C. Maestrini Oxo Plastics Association
06.03.2011 20:03
Caro SACCHETTO DI PLASTICA,
intanto il sito è praticamente pronto e domani dovrebbe essere in linea (non abbiamo ancora deciso il nome... ma appena ci mettiamo d'accordo lo comunichiamo)
Cosa penso?
Che realizzare manufatti in plastica che siano riutilizzabili, riciclabili, termovalorizzabili e anche BIODEGRDABILI ha senso.
Che ha molto meno senso pretendere che tutti gli shopper siano compostabili.
Si tratta di una richiesta le cui motivazioni hanno poco ho nulla a che fare con l'ambiente, e molto con l'interesse di aziende e di singoli.
Si tratta di interessi non piccoli, per contrastare efficacemente i quali è necessario (ma non sufficiente!) coalizzarsi.
Penso anche che indietro non si tornerà e che l'unica difesa al punto in cui siamo arrivati contro l'aasurda pretesa di volere creare un monopolio per le bioplastiche siano gli additivi efficaci.
Permettimi anche di essere polemico, penso pure che chi tra i produttori di additivi non è stato trasparente e corretto ha danneggiato tutti quanti, facendo il gioco di chi gli additivi non li vuole.
Come andrà a finire?
Non lo so... ma fino a che non sarà finita io cercherò di convincere tutti, produttori, utilizzatori, istituzioni, che gli additivi efficaci devono poter essere utilizzati.
Chi mi vuole dare una mano potrà farlo attraverso il sito di cui dicevamo all'inizio.
Sacchetto di Plastica
05.03.2011 16:03
Chiariamo alcuni punti:
1) Le multinazionali se ne fregano dell'italia, hanno mercati emergenti che chiedono 5/6/7 volte i quantitativi richiesti in italia...
2) I costi del petrolio e delle plastiche è ai massimi e alle multinazionali è ora che conviene vendere...come mai non se ne fregano più di tanto?perchè vendono in Cina e guadagnano ugualmente.
3)la Francia, come dice Maestrini no ha mai approvato niente...
Nel nostro caso la CE può comminarci una multa e mettere in mora l'italia...
Per chi non lo sapesse l'Italia è in mora con la CE per i diritti televisivi di rete 4 da mooooolti anni ogni giorno il governo deve pagare alla comunità europea svariati milioni di euro...da molti anni a questa parte!Con ciò voglio dire che potremmo aspettare e sperare a lungo...
4) Sul ministro dell'ambiente ho già espresso le mie opinioni...molto realistiche!Mi piacerebbe sapere quelle di Maestrini!
5)Sarò che ho un'azienda che cambia macchinari ogni 10/15 anni ma i miei impianti posso mangiare qualsiasi cosa senza nessuna modifica, almeno sostanziale, infatti provo quotidianamente biopolimeri (ormai nascono come funghi!)
6) Il ritorno al passato secondo me è poco realistico, per varie ragioni.
7) Io sono quasi convinto che la strada è segnata, sono troppe le variabili che conducono tutte in una direzione, interessi di politici, grosse banche italiane, trust e fiduciarie di mezza europa...sembra strano ma è così!
A questo punto, dopo questi 2 mesi di lavoricchio,credo che da aprile posso iniziare una ripresa graduale, meno richiesta ma anche meno concorrenti...se mi fosse arrivato la bioplastica in questi 2 mesi avrei lavorato quasi a regime con buoni margini e pagamenti anticipati...'sti cazzi!
E poi pensiamo al costo della plastica se si continua così ed è probabile tra il costo della plastica e degli additivi e shortage il costo sarà quasi come le bioplastiche e a quel punto i miei clienti mi chiederanno le bio!
Secondo voi non è così?
Sign. Maestrini, il sito internet?Così iniziamo ad avere almeno un luogo dove poterci sentire e confrontarci...
Grazie dell'attenzione e buon weekend
C. Maestrini Oxo Plastics Association
05.03.2011 11:03
WGLISHOPPERS, non c'è bisogno che si scusi, anzi mi scuso io per il tono del mio precedente post, ma deve capire che passo la mia giornata a ribattere ad accuse e critiche che nella stragrande maggioranza dei casi sono ingiustificate.
Ormai questa pagina è un po' vecchia e mi permetto allora di rubare ancora un po' di spazio... siamo tra pochi intimi.
PUNTO 1. Vorrei sfatare il mito francese: per quello che ne so io, la Francia non ha approvato nessuna legge e la Comunità non l'ha fatta togliere. La Francia ha sottoposto alla Comunità una bozza e, avendo ricevuto un parere negativo, non ha promulgato nulla.
La nostra situazione è un po' più complessa. C'è una lagge di una stato sovrano. La Comunità, ammesso che lo faccia, io credo che possa al massimo comminarci una multa.
PUNTO 2. Dai produttori di polimeri non c'è da aspettarsi molto, quello degli shopper in PE non è un mercato per loro interessante (lo chieda al responsabile marketing PE di Polimeri Europa, io l'ho fatto) e comunque non prevedo ampie disponibilità di materie prime nel prossimo futuro che li inducano a fare pressioni per un ritorno allo shopper convenzionale.
PUNTO 3. Non sono neppure tanto sicuro che il ministro Prestigiacomo si sia impuntata su questa cosa perché speri che la Comunità gliela bocci.
Io avrei almeno un altro paio di ipotesi alternative che mi paiono più convincenti.
In conclusione: è possibile che tutto torni come prima (in maniera legale o fraudolenta), ma secondo me non è l'esito più probabile di questa vicenda.
Non sono però neppure d'accordo con SACCHETTO DI PLASTICA: non è vero che tutto è già deciso. Uno spazio di manovra esiste.
Ho in mente un'iniziativa che vi proporrò nei prossimi giorni.
Un saluto ed un fine settimana a tutti (i lettori rimasti).
wglishoppers
05.03.2011 09:03
Sig. Maestrini non volevo assolutamente mettere in dubbio la sua onestà o l'efficacia del suo prodotto. Anzi se il futuro sono gli additivi sarò felice di essere suo cliente. Forse però mi aspettavo un maggiore interesse su questi additivi da parte delle multinazionali che producono la materia prima (granulo) ,e magari acqustare in futuro il granulo già additivato. Per quanto riguarda il ritorno degli shoppers tradizionali sono molto ottimista facendo semplici riflessioni.
1 Da che mondo e mondo un governo di destra non ha mai approvato una legge proposta da un governo di sinistra e vice-versa
2 Il ministro dell'ambiente non poteva però abolire una legge simile mettendosi contro l'opinione pubblica
3 prorogare il bando ci costringeva a vivere un altro anno di incertezze e dubbi, e maqgari il prossimo anno la decisione sarebbe stata presa dal governo che ha proposto la legge
4 quindi meglio bandire gli shoppers ora e beccarsi la bocciatura da parte dell' UE, visto che è stata bocciata anche per la Francia.
5 Io ho una piccolaq azinda a conduzione familiare con circa 20 impianti. Nessuno pero dei miei fornitori di macchinari mi ha proposto in questi mesi di convertire gli stessi eppure sono in crisi anche loro. Però sanno benissimo che per convertirli ci vogliono 4/5 mesi e nel frattempo tutto tornera come prima.
6 Io nemmeno ho santi in paradiso per convincere tutti quegli enti. Non si dimentichi che l'Italia è il paese che consuma piu shoppers in europa perciò saranno i produttori di granuli (MULTINAZIONALI) che si faranno sentire. Anche se per ora non gli conviene visto come stanno lievitando i prezzi e quando si ritornera agli shoppers anche loro recupereranno questi mesi di fermo.
Le chiedo scusa se ho offeso la suà onestà e ho messo in dubbio il suo impegno in questa vicenda.
WGLISHOPPERS
C. Maestrini Oxo Plastics Association
04.03.2011 17:03
Come si usa dire, ringrazio wglishoppers che mi da l'opportunità di rispondere anche a questa domanda.
La quantità dell'additivo da me commercializzato può essere determinata istantaneamente mediante un'analisi di fluorescenza a raggi x.
Caspita... sembra una cosa fantascientifica!
Ma invece si effettua con uno strumento portatile del peso di nemmeno due kg che è già oggi disponibile: si chiama d2detector.
Si punta il d2detecor sul sacchetto e si legge quanto d2w è contenuto. Tempo necessario circa 40 secondi.
Se non ci credete, andate a vedere qui: http://www.degradable.net/d2detector/
Informo pertanto coloro che intendono "fare i furbi" che a giorni inizieremo un controllo a tappetto di tutti gli shopper con il nostro marchio disponibili sul mercato. Non voglio suonare minaccioso, ma non lasceremo che il nostro marchio venga utilizzato in maniera fraudolenta e perseguiremo legalmente tutti coloro che lo faranno.
Ci tengo a sottolineare che un simile controllo per le bioplastiche amidacee non è possibile e sicuramente anche wglishoppers si sarà reso conto che molti sacchetti etichettati come compostabili oggi disponibili sono invece realizzati semplicemente con politene (ho i campioni e li ho analizzati).
Credo però che ciò che wlishoppers (a giudicare dal nome) cerca di dirci è che vorrebbe tornare indietro al buon vecchio politene tal quale.
Temo però che debba convincere, oltre a me che non conto nulla, soprattutto il Ministro Prestigiacomo, Legambiente e i giudici del TAR del Lazio... e forse anche qualche altro soggetto molto influente.
La legge non l'ho né ispirata, né scritta, né sostenuta, né approvata io.
Magari mi sbaglio, ma credo che non si tornerà indietro.
Quindi... fare la guerra agli additivi efficaci, che sono l'unica soluzione alla situazione che si è venuta a creare, arrampicandosi sugli specchi nel tentativo di screditarli, mi sembra un atteggiamento veramente strano, oserei dire autodistruttivo.
Io, molto faticosamente, sto cercando di proporre una alternativa valida e sensata alla plastica amidacea che molti non possono utilizzare o non riescono ad avere.
Non ho mai imbrogliato nessuno in vita mia e non ho intenzione di cominciare adesso che le mie ossa cominciano a scricchiolare.
Non vi interessa il discorso degli additivi?
Preferite chiudere la bottega?
Basta dirlo e smettiamo tutti quanti di agitarci.
wglishoppers
04.03.2011 16:03
Sig. Maestrini sa meglio di me che la soluzione migliore non sono gli additivi. Non per una questione tecnica, ma pratica. Mettiamo il caso che il Ministero approvi gli additivi :
1 chi mi garantisce che fra 5/6 mesi qualche rivenditore mi venda l'
additivo o un semplice master neutro?
2 chi mi garantisce che fra 5/6 mesi qualche mio concorrente mette veramente l'additivo negli shoppers
3 E la Cina ? Restera fuori dal mercato o arriveranno shoppers forse con l'additivo?
Le ricordo che siamo nel paese dei furbi come lo dimostra questa situazione. Le dico questo, perchè producevo shoppers ma ora mi conviene solo commercializzarli visto che sto comprando quelli additivati lo stesso prezzo di quelli normali. Mi sa dire lei come mai?
C. Maestrini Oxo Plastics Association
04.03.2011 09:03
Caro mostro (senza offesa!),
neppure io vorrei fare polemica, ma mi trovo in totale disaccordo con lei e mi sembra che le mie ragioni siano chiare e già espresse in numerose circostanze.
Leggendo lo studio peraltro mi sembra che emerga che l'impatto ambientale delle bioplastiche è superiore rispetto alla plastica convenzionale e/o additivata, anche se le prime vengono collocate nel compostaggio.
Ma può darsi che mi sbagli ed abbia letto male.
Non voglio però monopolizzare il dibattito e
le faccio semplicemente due domande.
Lei giustamente afferma che i sacchi in bioplastica non devono essere collocati in discarica, ma allora che senso ha che tutti i sacchi debbano essere in bioplastica, visto che molti potrebbero essere e sono riutilizzati per la raccolta del rifiuto indifferenziato?
Immagino che lei, come me, pensi che non abbia alcun senso fare tutti i sacchi in bioplastica, perché mi pare di capire che la sua posizione sia quella di tornare ai sacchi in PE, punto e basta.
E' d'accordo, però, che quello dell'abbandono dei rifiuti in plastica è un problema? Un problema che va affrontato soprattutto dal punto di vista dei comportamento, ma pur sempre un problema. Altrimenti la famigerata isola di plastica non ci sarebbe.
Le faccio notare che anche la criminalità è un problema di comportamenti, ma non abbiamo ancora chiuso le carceri o licenziato i poiziotti semplicemente perchè auspichiamo che tutti si comportino bene.
Ritiene, dunque, che ci sia una soluzione migliore al problema dell'abbandono dei rifiuti in materia plastica rispetto agli additivi oxo-biodegradabili o comunque agli additivi di qualsiasi natura, purché veramente efficaci? Se sì, sarebbe così gentile da dirla anche a me.
Se ritiene che gli additivi oxo-biodegrdabili siano solo un escamotage e non servano a niente la invito a venire a trovare me o il prof. Chiellini all'Università di Pisa: saremo felici di mostrarle tutta la documentazione di cui siamo in possesso ed di cercare di convincerla che, invece, hanno una importante ragione di essere.
Sono sicuro che di persona lei non sia così "mostruoso" ed che avremo una conversazione civile ed interessante. Lei forse rimarrà della sua opinione, ma almeno potrà disporre di maggiori e più accurate informazioni.
Anch'io auguro a lei ed ai lettori buona giornata.
Sacchetto di Plastica
04.03.2011 09:03
Il mio personalissimo parere è:
- La plastica normale, senza additivi è tranquillamente usabile sopratutto se viene riutilizzata (come succede) e a fine vita viene utilizzata per la raccolta differenziata (minor produzione di sacchetti per spazzatura) che poi viene differenziata a sua volta e riciclata.
- La Bioplastica DEVE essere usata per la raccolta dell'umido, in quelle città dove si usano compostatori.
Ovviamente in città come MILANO (e non sto parlando di pincopallo) dove non vi è la differenza tra umido e indifferenziata, e quindi finisce tutto in discarica NON ha senso usare i sacchi in bioplastica!
Ovviamente secondo me questa sarebbe la scelta giusta che il ministero dovrebbe fare, cioè dare la scelta al consumatore di arrivare in cassa e scegliere il sacchetto che più gli serve, cioè, se io a casa ho finito i sacchetti in bioplastica per l'umido chiederò alla cassa i sacchetti in bioplastica o se mi servono i sacchetti per la differenziata chiederò i sacchetti di plastica normale.
Ma ovviamente, ciò è un utopia, ma non perchè non sia la scelta migliore ma perchè ci sono (come detto ormai a squarcia gola) dei poteri forti che spingono in una sola direzione!!!
Purtroppo l'Italia è questa ed è inutile negarlo,vi chiedete come mai il PD spinge così tanto per l'accordo BASELL-NOVAMONT, vi chiedete come mai il PDL quando si tratta di NOVAMONT accetta tutte le proposte/richieste del PD, non in ultima il bando dei sacchetti?Vi chiedete come mai Il ministro dell'ambiente ha fatto eliminare (andando contro la sua stessa maggioranza!)il rinvio del bando?E infine chiedetevi come mai Unionplast non sta facendo nulla per difenderci!
Chiedetevelo,poi informatevi e poi capirete!
A questo punto, posso dirvi che rinuncio a questa guerra, persa in partenza, combattuta ad armi impari e dove vi è già un vincitore, che di sicuro non si chiama AMBIENTE!
Mi spiace ammetterlo, ma ancora una volta in Italia, si sacrifica il bene comune, per il bene di pochi e con l'aiuto di un informazione corrotta si spaccia per buono ciò che in realtà è il male!
Spero di essere ancora vivo il giorno in cui, si capirà che i sacchetti di plastica usati nel modo corretto non nuocevano all'ambiente ma sopratutto che la Bioplastica non è e sarà il futuro, ma solo l 'impoverimento del 3° mondo,l'alzamento del prezzo del mais e l'oligopolio in questo settore!
Spero con il cuore che di essere presente e spero che questo sito sia ancora in vita, per poter dire che "l'avevo detto!"...
Comunque,tornerò a leggervi, il lavoro mi aspetta, a dimenticavo, il 7 marzo ancora una volta non siamo stati invitati...eheheh...hanno paura che diciamo qual'è la verità, vi ripeto, è una guerra persa!!!
A presto, cari colleghi...
mostro
04.03.2011 08:03
Maestrini mi scusi, non per fare polemica, ma se lo studio è valido in tutto e per tutto, risulta estremamente chiaro ciò che è scritto ovvero che gli additivi sono dannosi:
- Per le categorie di impatto considerate, gli additivi per la biodegradazione creano più danni ambientali dei normali sacchetti in plastica.
ciò significa che attualmente, se non ci fosse la legge in italia non avrebbero nessuna ragione di esistere e quindi di utilizzo.
Per i biodegradabili si legge benissimo che hanno maggior impatto se finiscono in dascarica (utilizzo sbagliato), ma se correttamente utilizzati in compostaggio riducono sensibilmente l'impatto di smaltimento.
In base alle mie conoscenza "l'impatto" delle bioplastiche è sempre minore del "danno" ambientale degli oxo!
Ritengo che l'utilizzo degli oxodegradabili è l'escamotage per aggirare attualmentela la legge sui sacchetti, se dovesse proseguire in questo modo sarebbe molto meglio tornare al vecchio ed economico sacchetto in PE!!
Buona giornata a tutti i lettori!
C. Maestrini Oxo Plastics Association
04.03.2011 07:03
Quello qui riportato- e ancora una volta bisogna ringraziare ECO DALLE CITTA' per la completezza dell'informazione - è un documento notevole.
Lo studio giunge ad una conclusione importantissima, vale a dire che la plastica amidacea ha un impatto ambientale, in termini di utilizzo delle risorse per la produzione, il trasporto e la disposizione a fine vita, MOLTO SUPERIORE alla plastica convenzionale ed a quella additivata.
Questo è un fatto che stiamo cercando di portare all'evidenza da tempo e che, speriamo, verrà finalmente accettato.
Veniamo adesso al confronto tra plastica convenzionale ed additivata.
Nello studio l'impatto ambientale delle due tipologie è sostanzialmente lo stesso. La plastica additivata ha un impatto leggermente maggiore rispetto alla plastica convenzionale, ma semplicemente per il fatto che è stato scelto un sacchetto un po' più pesante.
Si tratta di un mero accidente, perché è possibilissimo realizzare sacchetti additivati del medesimo peso rispetto a quelli convenzionali.
Ma se la plastica convenzionale e quella additivata hanno lo stesso impatto ambientale perché scegliere quella additivata?
La risposta è semplicissima: perché lo studio qui riportato non tiene in nessun conto il problema dell'abbandono dei rifiuti plastici.
Sarebbe bello che il problema dell'abbandono dei rifiuti non ci fosse e tutti dobbiamo lavorare perché, grazie a comportamenti virtuosi, si riduca fino a scomparire. Ma purtroppo il problema ancora esiste: anzi Legambiente lo indica come la più importante ragione della messa al bando della plastica non biodegradabile e ci racconta storie tristissime di balene morte, delfini soffocati e isole di spazzatura nell'oceano.
Ebbene: la plastica additivata (non quella amidacea, che nell'ambiente si degrada molto lentamente) è la vera risposta al problema dell'abbandono dei rifiuti plastici.
Pertanto, la plastica additivata con additivi efficaci come gli oxo-biodegradabili, per i quali esiste una cospicua mole di dati scientificamente inoppugnabili:
1. ha un bassissimo impatto ambientale in termini di utilizzo delle risorse per la produzione, il trasporto e la disposizione a fine vita
2. non contribuisce all'accumulo dei rifiuti dispersi nell'ambiente.
Qualcuno ha ancora dei dubbi sulla legittimità del suo utilizzo?