Gunter Pauli: è arrivata l'era della Blue Economy
Gunter Pauli, fondatore di Zero Emissions Research Initiative, ha presentato a Roma il suo ultimo libro "Blue Economy - 10 anni, 100 invenzioni, 100 milioni di posti di lavoro", nel corso della conferenza organizzata da WWF e Unicredit
10 March, 2011
Annalisa Mancini
Il belga Gunter Pauli, il fondatore di Zeri (Zero Emissions Research Initiative) che da anni gira il mondo per far conoscere e mettere in pratica le sue teorie, ha presentato ieri, 9 marzo, a Roma il suo nuovo libro, Blue Economy - 10 anni, 100 invenzioni, 100 milioni di posti di lavoro, edito da Edizioni Ambiente. Nel corso della conferenza, organizzata a Palazzo De Carolis dal WWF e dal gruppo bancario UniCredit, che ha avviato un ambizioso programma riduzione delle emissioni di CO2 acquisendo grandi centrali fotovoltaiche, il guru del marketing e delle tecnologie verdi ha esposto idee a prima vista futuriste ma, dati alla mano, realizzabili.
Tramontata quella che Pauli definisce Green Economy 1.0., l’economia dei prodotti ecologici d’elite, costosi e inaccessibili, è arrivata l’era della Blue Economy: l’economia del futuro, sostenibile e redditizia, che si basa su un modello di business competitivo ispirato alla natura.
Ogni attività ‘blu’ è un ecosistema: è autosufficiente, quindi sostenibile, è perfetta, quindi efficiente, e non produce rifiuti perché riutilizza intelligentemente i propri, generando ulteriori profitti. Non solo: il modello di business naturale può imitare con profitto i meccanismi di funzionamento e sopravvivenza di piante e animali, come il sistema di desalinizzazione dell’acqua adottato dai pinguini o le forze elettrostatiche sfruttate dai gechi per muoversi in verticale.
Il modello può essere applicato a qualsiasi realtà produttiva ed è stato applicato con successo, su piccola scala, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo e in estremo Oriente: Pauli ha curato personalmente progetti di rimboschimento completamente sostenibili in Amazzonia e Israele, ha firmato in Giappone Daiwa House, edificio a uso abitativo la cui termoregolazione è ispirata a quella al manto delle zebre, segue progetti per sfruttare l’energia prodotta dalla forza di gravità (‘la fonte di energia più abbondante del mondo’, ha spiegato nel corso della conferenza) o il calore prodotto dal corpo umano per ricaricare i telefoni cellulari. Idee a prima vista futuriste ma, dati alla mano, realizzabili.
Spicca l’esempio del Parco Nazionale Kruger in Sudafrica, Paese in cui Pauli vive da anni: la piantagione di limoni al servizio degli ospiti del parco ha ben 7 ricadute positive: la polpa residua e la scorza dei frutti sono riutilizzati in 7 attività produttive collegate, con risultato zero rifiuti.
Al motto ‘usiamo quello che abbiamo (we use what we have)’, come fa qualsiasi ecosistema naturale, che non conosce globalizzazione né sprechi, Pauli ha aggiunto una serie di corollari:
- essere creativi e innovativi;
- utilizzare a proprio vantaggio la fisica (ad es. grandezze come pressione e temperatura ambientale) e non la chimica;
- creare sinergie tra attività e ricadute positive per altre attività (in base al teorema della fisica per cui ‘nulla si crea e nulla si distrugge’);
- non produrre rifiuti;
- creare posti di lavoro;
- fare (prendendo esempio dalla natura, che non tenta ma fa).
‘Le scelte migliori’, per Pauli, ‘sono le più economiche’ (intendendo per ‘economia’ l’uso intelligente delle risorse). Il vantaggio di questa visione illuminata è un modello imprenditoriale disegnato su misura e adattato alle comunità locali: veicolo di sostenibilità e di sviluppo economico.
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www.blueeconomy.de